Antropomorfizzazione del cane

Mio figlio a quattro zampe

antropomorfizzazione chiara
Odin Eating Like a Person https://www.youtube.com/watch?v=4Ri5cszSKEg

Oggi vorrei affrontare uno degli argomenti con cui ho avuto modo di confrontarmi con alcuni di coloro che adorano definirsi “amanti degli animali”… l’antropomorfizzazione.

Perchè al giorno d’oggi è maturo l’attribuire agli animali un valore intrinseco creando e cercando le basi per postulare il loro diritto non solo a non soffrire, bensì ad avere anche esperienze piacevoli in comunione con le loro aspettative. In altri termini a considerarli degni di attenzione per la loro qualità di vita.

Gabriele Bono Professore emerito Università di Padova. Anthrozoology & Animal Welfare: Open Workshop

Sulle basi di quanto detto allora sarebbe saggio chiedersi cosa questo significhi per i nostri amici. E’ davvero l’evitare che il cane si senta offeso per un rimprovero dato dopo aver morso qualcuno l’atteggiamento che lo tutela?

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Antropomorfizzazione cos’è?

Antropomorfizzazione e l’andropodiniego sono due facce opposte della stessa medaglia. Sono le esagerazioni estreme dello stesso concetto che è alla base del confronto tra uomo ed oggetti o esseri viventi al quale esso stesso si paragona.

Qui non parliamo dell’antropomorfismo (interpretativo o immaginativo) nel dettaglio collegiale, ma parliamo dell’errato giudizio del riconoscere in un altro essere vivente una figura umanizzata dello stesso. In poche parole, ciò che vede l’attribuire caratteristiche o comportamenti umani ad esseri attorno a noi (i nostri cani) e come il fare ciò porti a peggiorare la qualità di vita degli stessi.

Non ho intenzione di soffermarmi su quelle che sono le storiche discussioni del tutto teoriche e per nulla scientifiche. Ad esempio l’etichettare l’attribuzione della gelosia al nostro cane come comportamento antropomorfico. Cioè definire che i cani non sono capaci di sentirsi gelosi perché la gelosia è un’emozione che solo gli umani possono provare. Ne’ di contro stabilire cosa il nostro cane stia vivendo nel momento perché come specie cane abbia un processo cognitivo e psicologico diverso dalla specie umana.

Tra l’altro recenti studi e ricerche sui cervelli di vertebrati e mammiferi hanno svelato alcune analogie a riguardo.

Per cui alcune interpretazioni potrebbero rendere giustizia a quei sentimenti, come la gelosia, in maniera più realistica di quanto non si credesse anni fa.

L’antropomorfizzazione non va però “demonizzata”

Sono ben consapevole che l’antropomorfizzazione possa essere la chiave per empatizzare di più su quelle che sono le sofferenze di soggetti diversi nel campo animale e spingere anche verso la loro tutela. Può infatti rivelarsi utile sulla ricerca della comprensione di determinati atteggiamenti animali intelligenti in campo scientifico. Tutto ciò è ben evidenziato nel saggio dal titolo “Anti-anthropomorphism and Its Limits” (Anti – antropomorfizzazione ed i suoi limiti), uscito il 15 novembre 2018 su “Frontiers in Psychology”). Saggio redatto da Alessio Plebe, Pietro Perconti e Domenica Bruni ( Dipartimento delle Scienze Cognitive dell’Università di Messina). Tale saggio dà una chiave di lettura diversa dall’accanirsi a “spada tratta” sull’antropomorfizzazione in generale, riconoscendo comunque la sua essenza errata ma elogiando la sua “grammatica”… https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyg.2018.02205/full

Ne faccio un esempio pratico: Antropomorfizzare il cane significa anche attribuire al cane atteggiamenti e sentimenti umani… alla spicciola.

Travisando quelli che sono segnali comunicativi propri della sua specie in qualcosa che abbia significato umano. Ciò può essere un bene nella misura in cui si antropomorfizza per smuovere le coscienze cercando di far empatizzare su problematiche dei cani. E dall’altro un male perché non si da ascolto alla vera natura della comunicazione. Ovvero, se è il caso, una dimostrazione di disagio.

Esempio 1) “Il cane si è messo a piangere dopo aver scoperto di essere stato portato in canile”>. Chi non è portato ad umanizzare e conosce i cani sa che il cane non piange sicuramente per un sentimento di tristezza come un uomo… Irritazione all’occhio?! Ma va bene mettere un video sul web e condividerlo scrivendo la frase menzionata così da smuovere le coscienze e sensibilizzarle sul maltrattamento ed abbandono dei cani (questo è antropomorfizzare positivamente). Anche se la risposta reale al momento dovrebbe essere far si che il medico veterinario visiti il cane.

Esempio 2) il cane ci lecca “compulsivamente” e sbadiglia. Chi è abituato ad umanizzare dirà : <“Ci dà bacini ed ha sonno”>. Questo è antropomorfizzare male. Si sta ignorando un comportamento di ossessione e stress ( se è il caso… va tutto contestualizzato)

Oppure il cane sfoga la sua frustrazione sui mobili di casa ed il proprietario dice che fa i dispetti. Il cane marca in casa per dimostrare al nuovo cucciolo chi comanda e si dice sia geloso del cucciolo eccetera eccetera. Sotto daremo altri esempi.

Se non avete un esperienza decennale con i cani vi inviterei alla lettura degli articoli dedicati su come riuscire a capire cosa il nostro cane ci sta comunicando. Imparando a parlare con lui capirlo e farci capire.

Sapevate ad esempio che un cane che scodinzolando sposta la coda più verso il suo lato destro che non il sinistro è pervaso da pensieri felici ? Allego alcuni articoli di riferimento qui sotto

Il genitore umano

Oggi qui non voglio chiaramente andare a cercare le ragioni psicologiche e culturali del processo di antropomorfizzazione da parte dell’uomo. Il mio vuole essere più un “puntare il dito” contro quegli atteggiamenti che non sono rispettosi della diversità dell’animale. Atteggiamenti che riducono la qualità di vita dell’animale stesso. Il vestire il proprio chihuahua come un bambino o non portare il cane al parco perché potrebbe sporcarsi le zampine sono esempi di ciò a cui mi riferisco. Ignorare uno stato di stress e frustrazione commentando di avere semplicemente un cane dispettoso potrebbe esserne un altro, se vogliamo, più deleterio

Vi è un confine insomma che, come ben sappiamo, stabilisce un limite oltre il quale bisognerebbe muoversi con cautela. Un confine che nel caso degli animali viene codificato nella cultura dei paesi civili esprimendosi tra due estremi di riferimento:

  1. Trattare l’animale alla stregua di alimento
  2. L’antropomorfizzazione dell’animale domestico.

Ovviamente la giusta via è quella di mezzo. Gli eccessi, gli estremi, sono spesso determinati da pregiudizi. Ma anche da difficoltà oggettive derivanti dalle più svariate forme di cultura, educazione, limitata osservazione ed apertura mentale che inevitabilmente portano ad errori di valutazione e giudizio. Permettere al proprio cane di ringhiarci contro e morderci perchè “abbiamo invaso il suo spazio di intimità” oppure nel toccargli la ciotola del cibo (che è forse una delle più recenti manifestazioni dei problemi a cui ho assistito sui social ed a cui si può andare incontro) ne sono un esempio lampante.

Esempi pratici

Questi sono alcuni esempi di come l’interpretazione umana errata del nostro cane possa portarci a danneggiarlo o a non provvedere con una risposta di azioni giuste.

  1. Il cane del vicino non sta simpatico a Toby perché scodinzolava ed invece di fargli feste lo ha aggredito. Ignoro che scodinzolare non è sempre un buon segno. Non faccio uscire più Toby finché ci sono cani così scontrosi;
  2. Il mio cane ha sempre sonno e sbadiglia. Ignoro il disagio che sta esprimendo o semplicemente lo stress o il modo per contenere la sua eccitazione
  3. Il mio cane a volte perde tanto pelo, avrà caldo. Ignoro l’importanza della muta) Lo toso così sta più fresco e perde meno peli (se è il caso è una razza a doppio pelo e lo faccio soffrire di più
  4. Il mio cane mi adora e mi abbraccia sempre. Ignoro il significato della zampa addosso come segno di dominanza e non mi spiego perché nessuno possa avvicinarsi a me senza essere aggredito
  5. Il mio cane mi bacia sempre, mi adora. Ignoro la presenza di ghiandole che secernono ormoni e come il cuccioli stimoli la mamma al rigurgito per cibarsi, o il tipico segno di sottomissione ad un elemento di gerarchia superiore anche conosciuto come: stiamo in “pace”
  6. Al mio cane manco molto e piange sempre quando lo lascio solo. Ignoro l’importanza di lasciare il cane in stato di riposo ed invece lo saluto “promettendogli” di tornare presto lasciandolo eccitato e confuso. La cosiddetta ansia da separazione
  7. Il mio cane dimostra il suo amore a volte esagerando e montandomi la gamba. Ignoro il significato della monta come segno di dominanza, disagio, stress, gioco, calmante ed autocalmante
  8. Il mio cane mi fa i dispetti facendo la pipì in casa, non mangiando e poi quando torno e lo scopro si sente in colpa. Ignoro sottovalutando disagi ben diversi ed errati approcci soprattutto con il cibo
  9. Il mio cane è un pazzo, dal nulla ringhia e morde. Ignoro le decine di segnali comunicativi che precedono il ringhio ed il morso e l’espressione di un “qualcosa che non va”.
  10. Il mio can si sente in colpa quando lo sgrido tornando a casa e vedendo il divano distrutto. Ignoro il forte disagio a cui lo costringo sentendosi rimproverato per un qualcosa che non sa.
  11. eccetera eccetera eccetera

Dal web

Riporto un “recap” fatto con l’amministratrice della pagina Facebook “vita coi cani!” A Barbara durante una discussione sulle possibili interpretazioni di alcuni segnali che potrebbero facilmente, in alcuni contesti, essere scambiati per espressioni di amore, ma che contestualizzandoli in situazioni diverse, insieme ad altri segnali del linguaggio del corpo del cane, potrebbero invece significare tutt’altro:

TI SEGUE OVUNQUE: Inseguire il proprietario in maniera ossessiva può significare o estrema insicurezza, oppure necessità di controllare ossessivamente quello che stiamo facendo. Un cane sereno ed equilibrato ha anche i suoi spazi, magari “guarda” dove siamo, ma non ci segue in continuazione

SCODINZOLA: lo scodinzolio ha diversi significati, a seconda dell’intensità del movimento, della posizione della coda, e di altri segnali corporei (es. postura e posizione delle orecchie). Può essere di tutto: festa, invito al gioco, pacificazione, insicurezza, corteggiamento, caccia, minaccia…

SALTA SU DI TE: si va dall’ invito al gioco o richiesta di attenzione al segnale di pacificazione o addirittura alla sfida e dominanza

TI LECCA LA FACCIA: richiesta di attenzione, segnale di sottomissione, segnale calmante, richiesta inconscia di cibo, accudimento e protezione

MANTIENE IL CONTATTO VISIVO: può essere intesa, fiducia, richiesta di informazioni, attesa di un comando, sfida

TI MOSTRA LA PANCIA: La pancia è una zona vulnerabile, quindi mostrarla ha diversi significati, quando lo fanno in momenti di relax, gioco o coccole può significare fiducia, mentre in altri momenti potrebbe significare “resa incondizionata” (mi arrendo, non farmi del male) quindi potrebbe denotare eccessivo timore o sfiducia nei nostri confronti

DORME ACCANTO A TE: è normale che gli stessi membri di un branco cerchino il contatto fisico tra di loro, da loro sicurezza e in inverno è funzionale per riscaldarsi, quindi potrebbe semplicemente essere un comportamento opportunistico, anche se comunque denota fiducia

SBADIGLIA QUANDO SBADIGLI: lo sbadiglio nel cane ha diversi significati, dal segnale calmante allo sfogo di stress (sia positivo che negativo), oppure semplice sonno o noia

A Barbara Amministratrice pagina Facebook “vita coi cani!”

Qualità di vita

Ma, evitando prolissi paragrafi e volendo (per il momento 😉) appena toccare l’argomento è sufficiente chiedersi nel piccolo: cos’è meglio per il mio cane per una convivenza che rispecchi una migliore qualità di vita per entrambi?

Ed allora ci accorgeremmo di quanto sia errato dare ai comportamenti canini dei significati umani, umanizzando la relazione. Pensare di rapportarsi e d’interpretare il cane come se fosse della nostra stessa specie è un grave errore etologico. In sostanza l’antropomorfizzazione di per sé è non riconoscere nell’essere cane la sua natura diversa ed è una causa delle tante criticità che coinvolgono il mondo dei cani. Criticità che li rendono “instabili”, problematici e sicuramente non felici. Così non sarà felice neppure il proprietario lamentando problematiche legate al “cucciolo” che esprime il suo disagio. O l’errata interpretazione dei nostri atteggiamenti… in realtà errata per noi perché lui interpreta bene nel linguaggio canino (siamo noi che comunichiamo come se fosse un bambino). Tale disagio si esprime con comportamenti di aggressione, nervosismo, paura, ansia, estrema eccitazione, ossessione per persone ed oggetti, comportamenti compulsivi e “distruttivi”.

spesso abbracciamo i cani pensando che aloro piaccia. Ma anche questa è antropomorfizzazione. Il cane non è un umano.
Photo by Daria Shevtsova on Pexels.com

Il cane come rimpiazzo? Non necessariamente!

Ma, se l’antropomorfizzazione che ci fa considerare il nostro amico a quattro zampe come un umano in miniatura può rappresentare un grave disagio per lui,  di contro, per l’uomo può essere un valido egoistico (e di comodo) aiuto psicologico per sopperire a quella innegabile necessità di relazionarsi con affetto ad un altro essere vivente. Necessità che tutti noi abbiamo e non è necessità ad appannaggio dei single.

Infatti i dati statistici dimostrano che la maggior parte dei proprietari di cani e gatti in realtà non sono persone single o alienate dalla società moderna (come si era soliti pensare tempo fa). Tutt’altro! La maggior parte dei proprietari ha una struttura familiare ben solida ed ampia (possesso solo di coppie con figli dai 14 anni in su: 41,1%).

antropomorfizzazione dei cani ritenuti figli pseudoumani

Le problematiche

Le problematiche comportamentali dei nostri amici a quattro zampe, indotte dal nostro errato modo di relazionarci con lui di cui una delle cause è proprio l’antropomorfizzazione, possono essere corrette con l’aiuto di un educatore cinofilo che riabiliti il cane ed addestri il proprietario. Sì, addestri il proprietario, avete letto bene.

Perché l’educatore può insegnare facilmente ad un cane a rispondere a comandi come “seduto”, “a terra”, “vieni”, “al piede”. Ma dovrà lavorare sull’umano per fargli capire che il suo approccio con il cane deve essere più naturale e chiaro. Dovrà farlo se vorrà eliminare l’insorgenza di determinati comportamenti o mantenere i soggetti “riabilitati” in tale stato. Ma perché arrivare ad averne bisogno?

Quasi tutti i cani nascono con un perfetto equilibrio ed una connessione naturale con Madre Natura. Da cuccioli la madre insegna loro le basi del comportamento corretto e dei limiti che i piccoli devono rispettare (senza se e senza ma). Allo stesso modo li protegge e decide quando è il momento giusto per farli socializzare con il resto del branco, allontanando con chiari segnali gli altri componenti fin quando non lo ritiene necessario.

Ecco perché allontanare i cuccioli dalla madre troppo presto è un risaputo errore. Solo quando i cuccioli vivono con gli esseri umani manifestano problemi comportamentali.

L’equilibrio del branco stabile

La mare corregge il cucciolo se necessario
nessuno…come la mamma

C’è un particolare bisogno insoddisfatto che i cani problematici delle nostre famiglie hanno e per il quale soffrono molto: ovvero vivere in un branco stabile ed equilibrato!

Il branco stabile ed equilibrato dà a tutti i suoi componenti sicurezza, protezione, un’etica comportamentale delineata… ogni componente del branco è insegnante ed alunno allo stesso tempo. Se per esempio uno dei cani si dimostra eccessivamente eccitato senza apparente motivo, gli altri (lo “attaccano” direbbe una persona inconsapevole) lo correggono. Come? Lo correggono, con una spinta, un morso (non lo sbranano tranquilli), utilizzano cioè la loro comunicazione per rendere chiaro e cristallino un concetto: Non sono ammessi squilibri!

Madre Natura insegna

Se ci pensate bene tutti gli animali in natura lo fanno, in un branco di antilopi se una di queste comincia a “dare di matto” cosa credete che succeda? Attirerà l’attenzione del predatore (sempre attento ad approfittare di una debolezza) e questo non è ammesso per il bene del branco.

Molto probabilmente l’antilope verrà presa a testate dalle compagne e successivamente isolata. Se è furba e non ha problemi di salute (vedi l’eccezione dei casi neurologici) la smetterà immediatamente e rientrerà nei ranghi. La legge della foresta punisce le debolezze, ma quelle vere

Considerate che all’interno del branco un comportamento come la timidezza (inteso come debolezza tra umani) ha un suo ruolo specifico, non è una di quelle debolezze da condannare. Saranno gli elementi più timidi ad essere le sentinelle del branco, saranno quelli più vigili che daranno per primi i segnali di un potenziale pericolo esterno…

Antilopi in natura
il bene del branco

Non basta voler bene

Capiamo dunque che non è corretto dare ai nostri cuccioli solo un posto per dormire, cibo, affetto. In molti viziano il proprio cane e lo ricoprono solo di affetto a tal punto da sconvolgere il suo equilibrio naturale.

L’antropomorfizzazione ci porta a vedere nel cane necessità pure di un bambino ed a non vedere quelle del nostro figlio-cane. Per non parlare di quando la nostra visione malsana di questo rapporto ci fa errare in quelle che sono le scelte che più possono invalidare il benessere del nostro amico peloso. Esempio? Il trattamento farmacologico ”fai da te”?! Bisogna accettare la diversità e soprattutto rispettarla…il primo passo per fare questo è conoscerli.

Non basta voler bene agli animali per rispettarli, spesso si fanno più danni che altro con la presunzione di sapere tutto o con la scarsa attitudine ad informarsi per bene a 360° sulle necessità di questa specie animale, tanto diversa da noi. Non lo possiamo trasformare in un essere umano, un figlio ad esempio, antropomorfizzarlo. Provare affetto come se lo fosse sì, ma non trattarlo ignorando quelle che sono le sue caratteristiche specie – specifiche.

Rispetta e proteggi per essere rispettato

Vi è un altro aspetto del non saper interpretare bene cosa significhi educare un cane. Sbagliamo persino con i nostri figli umani, quindi è decisamente più facile sbagliare con i figli a quattro zampe.

Voglio fare un esempio stupido per dare l’idea di ciò che creiamo: Immaginate di essere al mare in spiaggia ed avere attorno a voi tre famiglie con bambini.

I “selvaggi”

In quella davanti a voi si vedono scene in cui i figli sembrano “allevati nella giungla”. Fanno ciò che vogliono, sono irrispettosi dei vicini e rispondono male ai propri genitori non ascoltandoli, lanciandosi in acqua dietro le urla delle madre.

L’equilibrio

In quella a destra le scene sono di calma e serenità. I figli si divertono, chiedono permesso alla mamma e vanno a fare il bagno o si rassegnano ad aspettare sotto l’ombrellone distraendosi ancora un po’ con i secchielli e le palette finché non possano tuffarsi in acqua.

L’apprensione

Infine in quella di sinistra c’è un’altra famiglia dove sentite solo apprensive richieste dei genitori: stai bene? Vuoi un biscotto? Mettiti la cremina…. i bambini sembrano degli automi, manipolati come bambole e viziati.

Il paragone

Non è raro incontrare queste tipologie di famiglie… i bambini? Quello che ha fatto la differenza è stata l’educazione ed il modo di rapportarsi che hanno avuto i genitori con loro. Mi sembra ovvio che la famiglia migliore fosse quella alla vostra destra. Immaginate adesso di essere in spiaggia con il vostro cane e si replicano le stesse scene con i “figli” pelosi a quattro zampe.

Non sarebbe idilliaco se foste in perfetta sintonia con il vostro cane che sta seduto composto accanto a voi aspettando solo il vostro “sta bene” per lanciarsi in acqua a recuperare la pallina che gli avete lanciato? Mentre attorno avrete cani terrorizzati con la coda tra le gambe che non si muovono di un millimetro e cani che sfrecciano come pazzi rincorsi dai propri padroni… Il concetto è lo stesso, cambieranno la gestione ed il linguaggio usato (perché è un cane 😊), ma sta a voi.

Avere un cane felice? Dite no all’antropomorfizzazione

Sapete perché il vostro cane sarà così equilibrato come sopra? Perché sarà felice. Sa che c’è un momento per giocare ed un momento per stare a riposo, un momento per essere affettuoso ed un momento per stare allerta e questo gli darà certezze,sicurezza, equilibrio. Sarà un tutt’uno con la sua famiglia/branco, conoscerà perfettamente il suo posto nella gerarchia e per questo si sentirà bene, si fiderà di voi e si lascerà guidare felice.

Non ci sarà spazio per fraintendimenti, lui non sbaglierà perché noi gli avremo comunicato informazioni del tutto errate. Insomma perché non abbiamo mal interpretato la sua “lingua” perché credevamo pensasse, perché credevamo volesse o “dicesse”…

Non costa tanto

Come raggiungere tutto ciò? Semplice, impariamo a conoscere il linguaggio e le necessità dei nostri amici. Impariamo ad essere una figura di riferimento che li protegge, li nutre, li guida e li rispetti guadagnandosi la loro fiducia ed amore incondizionato.

Il nostro spesso è egoismo… fondamentalmente. Si, spesso abbiamo un cane proprio perché sentiamo il bisogno irresistibile di coccolare un essere vivente, forse ci inteneriscono troppo quegli occhioni e lo prendiamo in casa con noi. Ma se veramente li amiamo e li rispettiamo non è offrendogli quelle che per noi sono le cure migliori e tralasciando la sua vera natura, le sue vere necessità, che lo facciamo.

Smettiamola di vedere il “trattare da cane” il nostro pelosetto come un dargli meno considerazione, meno affetto. Trattarlo da cane è esattamente l’opposto. E’ amarlo veramente! Teniamoci per noi quell’effetto (pet terapy) che otteniamo coccolandolo, ma stiamo attenti a dare di contro anche a lui ciò che vuole, ciò di cui ha bisogno. Quello che la sua natura di animale,specie cane, razze maltese, di nome Giorgy ha di bisogno e non solo: <Cosa vuole fare oggi Giorgy? Andiamo dalla nonna??>.

Documentiamoci, entriamo più nella loro psicologia canina che non è quella umana.

Potremmo anche essere in pace con noi stessi perché diamo il miglior cibo, la miglior cuccia, dorme con noi, non gli manca nulla… quando l’unica cosa di cui ha bisogno sarebbe correre sfrenatamente nei campi, azzuffarsi bonariamente con i suoi simili, annusare il culetto di altri cani, eccetera eccetera.

Cane rilassato sotto l'ombrellone
qualità e relax

Conclusioni

In altri articoli parlerò di cosa significhi per un cane conoscere il proprio posto nel branco famiglia, parlerò di energia e carattere, di rapporti extra (tra cani ed altre specie) ed intraspecifici (tra cani). Parlerò di regole indiscutibilmente valide che regolano l’equilibrio naturale delle cose e poi affronteremo le problematiche a cui tanti proprietari vanno incontro per una non corretta comunicazione e stile di vita con il proprio cane… e credetemi ce ne sono ed anche parecchie…

Basta che vi guardiate intorno mentre passeggiate per strada: Il cane che tira come un matto, che abbaia a tutti i suoi simili che incontra, che dalla borsetta della “mamma” ringhia a chiunque tenti di avvicinarsi/toccare lui o la sua mamma umana, di cani che lasciati soli in casa abbaiano e piangono incessantemente, eccetera eccetera…

Per chi suggerisce: <fregatene, amalo e basta!>… E’ proprio amandoli (alla maniera umana) e basta che si creano cani frustrati, cani nervosi, cani non felici e non appagati, cani che dimostrano segni di stress, che girano intorno compulsivamente, che abbaiano freneticamente, che diventano “gelosi”, che fanno i “capricci”, che non permettono che Luigi possa accarezzare sua moglie in presenza del cane, che diventano possessivi nei confronti del divano, che diventano distruttivi che.. rendono la convivenza nelle mure di casa non facile, che diventano un peso che… vengono abbandonati perché non compatibili.

O in maniera meno tragica che ci costringono ad avere dei compromessi di vita che non avremmo con un cane equilibrato in casa (ovviamente escludo i casi in cui il cane abbia effettivamente dei problemi o casi border-line).

Questa la situazione continuando a guardarla dal punto di vista umano…Ma, guardandola dal loro punto di vista , che li rende profondamente infelici e non appagati.

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Alexdogs

Ciao! Sono Alessio Palleschi La mia passione per la cinofilia, che mi segue da 40 anni, mi ha portato negli ultimi tempi a voler aiutare sempre più persone a creare un rapporto migliore con i propri cani, a gestire e far crescere il proprio cane nel migliore dei modi in completa autonomia. Esplora gli articoli, le guide e gli approfondimenti che ho pubblicato su questo Blogdog!

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