Bambino in arrivo? Come presentare il cane
L’evento più bello nella vita di una coppia è senza dubbio quello di dar vita ad un bambino ed accoglierlo nel proprio nucleo familiare. Se non abbiamo già avuto esperienza in merito ed abbiamo un bambino in arrivo ci nascerà sicuramente ovvia la domanda: Come presentarlo al cane in maniera corretta e soprattutto sicura?
Capita che i cani a volte finiscano in prima pagina con l’appellativo di razze pericolose e cani killer. Come amanti dei cani sappiamo che spesso i Media ci “marcino sopra” e che non esiste una razza killer, ma un proprietario ignorante ed incosciente si.
Eh si. Davamo la colpa al proprietario e non al cane proprio in un articolo dove con titolo provocatorio dicevamo che “I cani mordono e purtroppo finiscono in cronaca nera”.
Ma proprio in quell’articolo evidenziavamo il fatto che il connubio cani e bambini è più che possibile, anzi auspicabile ma, ed è un MA importante: I bambini ed i cani vanno sempre supervisionati. SEMPRE!
Mai lasciare soli i bambini piccoli ed i cani. Per quanta fiducia si possa avere nei propri figli o nei propri cani.
La categoria dei bambini
I bambini rappresentano una categoria a parte, diversa da quella degli adulti.
I bambini sono chiassosi, si muovono spesso freneticamente e improvvisamente, hanno voci acute, hanno un odore diverso dagli adulti. Possono scatenare sentimenti contrastanti nei cani che variano dalla paura alla voglia di predare.
Fondamentale la socializzazione del cane nel periodo dalla terza alla quattordicesima settimana, quando l’esposizione alle esperienze, compresa quella ai bambini dovrebbe essere un must. Ma anche l’esperienza di vita sociale dell’adolescente e poi adulto cane, saranno importanti. Non dimentichiamo come i comportamenti e le relazioni sociali possano essere anche apprese dal cane adulto. Certo da cucciolo e con la mamma è tutto più facile e meglio, ma non disperiamo.
Non da ultimo, dovremo considerare con attenzione il carattere e la tempra del cane e la nostra capacità di leadership.
Se il cane dovrà essere il nuovo arrivato, qualora fosse già adulto, sarà bene avere una valutazione chiara e completa anche con l’aiuto di personale qualificato. Qualora invece avessimo deciso di prendere un cucciolo, il tutto dovrebbe essere più gestibile e sarà necessario insegnare l’educazione ed il rispetto al piccolo quadrupede, con regole, limiti e barriere ben definite.
Nel caso in cui il cane adulto è già presente in casa vediamo di chiarire qualche dubbio nei prossimi paragrafi. Darò delle indicazioni che mettono la sicurezza al primo posto, ma è ovvio che sarà a discrezione della famiglia capire, se ad esempio far avvicinare il cane al bambino possa essere fatto in un’ora o in un paio di settimane. Ovviamente questo articolo è destinato a dare indicazioni generali, perchè è possibile avere in casa un cane totalmente socializzato, soddisfatto e di carattere remissivo con zero istinto predatorio e tempra alta (dura) e… tutto il contrario. Un cane da due chili ed uno da 70… Ma le linee generali se ben calibrate daranno la corretta visione di quello che è la presentazione tra cane e neonato.
I cani tata
Spesso vediamo sui social l’appellativo di “cani tata” attribuito alle razze più disparate. Ultimamente va per la maggiore chiamare così le razze come i pitbull. Qualche decina di anni fa erano i boxer i più gettonati, ma ci sono stati anche cani come il Pastore Tedesco, Il Golden Retriever, l’Alano…

E’ vero: vi sono alcune razze di cani che vengono identificate come più compatibili con i bambini, vuoi per istinto protettivo o grande tolleranza. Ma non facciamoci ingannare. Da una analisi dei dati raccolti da veterinari e comportamentalisti nell’arco di dieci anni si è stilata una classifica dei cani più mordaci e..udite udite, il boxer tanto indicato come cane per bambini risultava più in alto in classifica (ha morso di più) del tanto screditato Rottweiler. Questo a significare che non ha alcun senso osannare o denigrare una o l’altra razza. I dettagli nell’articolo “i cani tata”
Ma riguardo al termine cane tata vorrei citare quanto saggiamente affermato da un amico. Claudio si cimenta nell’educazione ed allevamento di cani di tipo terrier dalla forte prestanza fisica, con i quali stabilisce un rapporto di grande controllo e fiducia:
Io MAI mi sognerei di lasciare Ciccio o Lulu (i miei cani più affidabili) da soli con un bambino.…non mi permetto neanche di lasciarli con i miei amici ADULTI …sarei un pazzo scellerato. Il termine “cane tata” è una delle cose più pericolose che oggi si può attribuire a qualsiasi cane , peggio che peggio a dei cani impegnativi. Vuoi le selezioni e/o l’incapacità di una corretta gestione da parte di TUTTI noi , ma vorrei pregare tutti di riflettere SEMPRE sulle possibili conseguenze letali di una superficiale valutazione e di quella fiabesca idea di “cani tutto ammmmore”.
Siamo NOI la prima tutela in qualsiasi situazione , sia per gli altri cani , sia per i gatti, sia per qualsiasi rapporto con tutta l’intera società.
Basta un secondo….basta una distrazione perché succeda l’irreparabile…..e se l’irreparabile coinvolge un umano e a maggior ragione un bambino……ecco….non si ha più tempo di tornare indietro….MAI.
Claudio Meroni
Presentare il bambino al cane?
No! Non presenteremo nostro figlio al cane. Faremo invece l’esatto contrario: Presenteremo il cane a nostro figlio e lo presenteremo piano piano.
Non avremo l’accortezza di utilizzare quella psicologia tanto utile e fruttuosa nel campo umano con il nostro cane. La sua psicologia è diversa, non è quella umana. Smettiamola di dire che bisognerà comprare dei giochini nuovi al cane e viziarlo perché così non si sentirà messo in disparte. Non è un bambino! Smettiamola di umanizzarlo.
Quello che potremo fare invece per aiutare il cane è limitare l’inevitabile stress che il cambio di routine apporterà in casa. Dunque lavorare per tempo, anche mesi prima, ad eventuali cambiamenti di orari, attenzioni, locations ed abitudini varie preventivabili. Se possibile l’ideale sarebbe quello di cominciare un mesetto prima a mimare la routine di vita che avverrà quando sarà presente il neonato. Anche avere in casa rumori tipici di pianto di neonato o gorgheggi potrebbe essere una forma di assuefazione o ancora meglio associazione a qualcosa di positivo.
Il messaggio deve , in tutte le fasi, essere solo uno e cioè: Bambino = associazione positiva!
E’ la mamma che comanda
Faremo ciò che una cagna fa con i propri cuccioli nel presentarli al branco. Nelle prime settimane di vita dei piccoli la mamma cagna non permette a nessuno di avvicinarsi. I cuccioli alla nascita sono sordi, cechi, non termoregolano, sono molto vulnerabili e vanno protetti. Ripeto: La mamma non permette a nessuno di avvicinarsi.
Più passano i giorni e più gli altri membri del branco hanno la possibilità di accorciare le distanze e cominciare a conoscere i nuovi arrivati con il loro senso più importante: l’olfatto. Poi i cuccioli cominciano a crescere, aprono gli occhi e le orecchie, cominciano ad esplorare i dintorni della “tana”. Allora la mamma permette agli altri membri del branco di conoscerli accorciando sempre più le distanze, fino al contatto fisico vero e proprio. Adesso i cuccioli fanno parte del branco intero e interagiscono con gli altri apprendendo anche da essi…
Questo è ciò che dovremo fare anche noi. Usare la psicologia canina con il nostro cane, così che egli possa capire l’importanza che quella piccola creaturina ricopre per noi. Mettere sin da subito nostro figlio sul piedistallo più alto, renderlo automaticamente la figura più importante del branco/famiglia.
E per far ciò bisogna condizionare il nostro cane a quella che è la forma più evidente di rispetto nel mondo canino: La distanza!!!
Accorciamo le distanze tra cane e bambino
Non sarà necessariamente un processo estremamente lungo, potrebbero volerci anche solo un paio di giorni dall’arrivo del bebè, ma è fondamentale avvenga a piccoli passi.
Invece quello che dovremo fare nei nove mesi precedenti la nascita del piccolo sarà quella di stabilire una leadership perfetta nei confronti del nostro cane. Una leadership fatta di saggia calma assertiva.

Provvederemo,se il cane era abituato a dormire nel letto matrimoniale, ad abituarlo diversamente. Stabiliremo che la camera del bambino è (per il momento) una zona off limit dove si entra solo con il permesso dei genitori. Provvederemo affinché il cane capisca che vi sono delle barriere costituite dalla culla e dalla zone preferita (se c’è) di allattamento alle quali è interdetto avvicinarsi. ATTENZIONE, il cane non va scacciato e malamente messo da parte. Anzi se possibile va coinvolto, affidandogli un compito ad esempio. Ricordiamo: bambino (e tutto ciò che ruota intorno a lui) = Momento positivo.
Faremo in modo che il nostro cane apprenda che il cibo tenuto in mano, per quanto vicino al suo muso possa essere non va toccato e rubato di mano senza permesso (tutela del bambino nella fase di svezzamento).
Regole insomma!
Presentiamo a nostro figlio il cane di casa
Volendo dividere in step il processo di presentazione, questo è quello che dovrebbe essere l’ideale:
- Permettiamo al cane di stare vicino alla pancia della mamma per tutta la durata della gravidanza.
- Permettiamo al cane di sentire il battito del piccolo. L’odore ricco di ossitocina della mamma che condizionerà anche i livelli di ossitocina del cane stesso, rendendolo più socievole, più aperto a nuove conoscenze ed interazioni sociali (ricordate il capitolo del linguaggio cinofilo dedicato al linguaggio degli odori?).
- Dall’ospedale, porteremo abitini sporchi del bambino, o la copertina in cui lo terremo avvolto e così il cane, pur non vedendo il bimbo comincerà a conoscerne l’odore. Ovviamente non permetteremo che il cane prenda in bocca e giochi con la copertina intrisa dell’odore di nostro figlio. Il cane dovrà portare rispetto anche al semplice odore della copertina. Per il momento l’odore della copertina, rappresenta nostro figlio ed appartiene a noi ed il cane deve dimostrare rispetto.
- All’arrivo a casa stabiliremo subito una distanza di rispetto a cui è permesso al cane di avvicinarsi. Tale distanza dovrebbe variare in base all’esuberanza del nostro cane ed al tipo di fiducia che abbiamo in lui. Per cui potrebbe andare dal non farlo entrare nella camera da letto al semplice avvicinarsi fino al bordo del letto. Ma non dovremo ancora permettergli di toccare o leccare il piccolo.
- Successivamente, potrebbero passare qualche ora come due settimane (dipende da noi e dal nostro cane), permetteremo al cane di avvicinarsi e toccare con il proprio tartufo (naso) la creaturina. In questa fase non permettiamo un approccio irruento, ma premiamo (carezze, parole calme e dolci) un approccio calmo e remissivo. Va da se che il cane deve partire già non eccitato per qualsivoglia motivo, quindi meglio dopo una lunga stancante passeggiata
- Vigilando sempre, permetteremo al cane di stare sempre più vicino e sempre più tempo accanto al piccolo. Quanto e come dipenderà dalla cultura personale della famiglia. C’è chi reputa che la zona letto sia zona ad uso esclusivo della mamma e del piccolo, dove essa possa allattarlo in tutta tranquillità e c’è chi permette al cane di partecipare. Sta alla sensibilità di ognuno di noi decidere.

Ribadendo il concetto che cani ed il bambino andranno sempre supervisionati, andiamo ad affrontare il momento in cui sarà nostro figlio quello che dovrà imparare ad essere rispettoso nei confronti del cane in un altro articolo. Vedremo nel dettaglio come insegnare a nostro figlio a leggere i segnali dei cani, soprattutto quei segnali che indicano sconforto, insicurezza, paura e che sono quei segnali che possono rappresentare il preludio ad una azione conflittuale più incisiva da parte del cane e dunque pericolosa.
Conclusioni
Non mi sono voluto dilungare di proposito in questo articolo, su come valutare le reazioni del cane, perché mi auguro che la lettura completa degli articoli dedicati al linguaggio e alla comunicazione cinofila siano già stati visionati o verranno visionati a breve successivamente. Ad ogni modo immagino che una coppia che è interessata ad inserire un cane in casa o che aspetta un bambino abbia coscienziosamente fatto valutare il cane da persona qualificata se non certa del tipo di reazione che il cane possa avere con i bambini in generale.
Se invece vogliamo approfondire il corretto rapporto tra bambini più grandi (dai due anni in su) ed i cani allora prosegui la lettura con ‘articolo dedicato.
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Se hai riflessioni o domande, fammelo sapere nei commenti

Ciao! Sono Alessio Palleschi
La mia passione per la cinofilia, che mi segue da 40 anni, mi ha portato negli ultimi tempi a voler aiutare sempre più persone a creare un rapporto migliore con i propri cani, a gestire e far crescere il proprio cane nel migliore dei modi in completa autonomia. Esplora gli articoli, le guide e gli approfondimenti che ho pubblicato su questo Blogdog!