E l’uomo parla al cane. Comunicazione cinofila PARTE 6

Il linguaggio per parlare con il nostro cane

Come abbiamo accennato in altri capitoli di questa serie i linguaggi per parlare con il nostro cane sono gli stessi che lui usa per parlare con noi. In alcuni siamo più bravi (Vocalizzazione), in altri siamo decisamente scarsi (Odori), in altri ancora abbiamo ampie possibilità di migliorare (Linguaggio del corpo).

Analizziamo per primo proprio il linguaggio del corpo con tutte le sue sfaccettature e vediamo come possiamo migliorarlo. Tempo fa mi tornò in mente un discorso fatto da un mio parente che aveva vissuto con i cani per tutta la sua vita.Uno zio di mio padre, lui era un guardiacaccia siciliano come “quelli di una volta”… che mi disse: <Impara a rapportarti con i cani ed a gestirli e quando saranno tutti tranquilli ed avranno totale fiducia in te saprai di essere riuscito a farti capire e… questa tua capacità la potrai trasferire a tutte le altre aree della tua vita…. Loro ci costringono a migliorare proprio lì dove ne abbiamo più bisogno!! >

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Si fondamentalmente era un sentimentale… Ma aveva una muta di una ventina di cani con i quali parlava perfettamente “canese” 😉 Quindi come non credergli…

Tecniche di comunicazione umana

Parlare con il nostro cane con il linguaggio del corpo potrà sembrarci strano, ma è un qualcosa che facciamo automaticamente costantemente. Manteniamo ancora quell’istinto sviluppato nel passato con il quale ci siamo evoluti, che abbiamo sempre più sopito (ma mai abbandonato).

Il problema nasce quando le due comunicazioni (fisica e verbale) non sono in sintonia tra loro. Quando diciamo al cane di smetterla di morderci i pantaloni, ma non crediamo neppure noi che lo farà…

E’ un linguaggio, quello del corpo, che usiamo anche tra noi uomini, non ci viene insegnato a scuola , ma è qualcosa che impariamo sin da piccoli e che è insita nel nostro DNA.

Il linguaggio del corpo, quello che gli abili investigatori utilizzano per scoprire se una persona mente o meno. Quello che i manipolatori più esperti usano per indurre nell’altro comportamenti e assunzioni non esprimendole verbalmente.

Il linguaggio della seduzione

Ricordo (forse qualche decennio è passato) quando in America si cominciava a parlare di tecniche da PUA (PickUp Artist) di RSD (Real Social Dynamics)… bonaria manipolazione dei teenager (al principio, e poi nascita di very e propri business) per sedurre e conquistare le sconosciute ragazze. Ne usci pure un libro del New York Times dal titolo “The Game”.

Parecchie di queste tecniche che i ragazzi studiavano, e mettevano in pratica, prevedono proprio l’uso del linguaggio del corpo, sia nell’individuare particolari SOI (Sign of Interests), cioè palesi segni di interesse non verbali da parte di una persona coinvolta in una interazione… Sia per convenire segnali come status sociale, carisma, sicurezza e di conseguenza indurre, nell’osservatore, curiosità, interesse e ammirazione.

L’esempio

Basti pensare a due figure diametralmente diverse… Un uomo che interagisce con un altro uomo o una donna seduta al banco del bar…

Tizio A.
Linguaggio del corpo per parlare con il nostro cane

Arriva con una postura eretta e fiera, petto in fuori testa alta (mento in alto) sguardo fisso e concentrato negli occhi dell’altro/a, si muove lentamente e si siede assumendo una postura con schiena appoggiata e gambe divaricate… (conviene confidenza, sicurezza, protezione, valore)

Tizio B.

Entra subito dopo con una postura più contenuta, cammina velocemente e si guarda attorno spesso, lo sguardo è basso e sfuggente, il mento quasi tocca il petto che non è per nulla esposto, si siede protendendosi in avanti con mani e braccia conserte e non riesce a mantenere un solido contatto visivo di occhi negli occhi…(conviene insicurezza, timore, paura e poco o nulla da offrire)

Il linguaggio del corpo ha già “parlato”

I due non hanno ancora detto una parola, ma già voi avete una forte prima impressione… se il primo vi chiedesse: Come va? Fai un brindisi con me per festeggiare il mio compleanno?> probabilmente lo accettereste di buon grado, il tizio è sicuro, non sembra volervi portare via nulla, anzi aggiunge valore, vi rasserena e dimostra di possedere dei “valori sociali” (ancora non ben chiari). Ecco, probabilmente con il tizio B sareste più restii (lo considerereste il cosiddetto sfigato, l’insicuro, qualcuno con pochi dimostrati valori (fino a quel momento) che se è il caso vorrà più che altro “prendere da voi piuttosto che offrire” (parlo di valori sociali ovviamente).

Ma no dai, probabilmente siete persone buone e berreste con lui un bicchiere di champagne per festeggiare, ma di li a poco non vedreste l’ora di interrompere un’interazione di quel tipo.

Il linguaggio del corpo tra uomini
Cosa fareste?

Se l’ambiente all’interno del locale si facesse “pesante” ed entrambi vi invitassero a spostarvi nel locale di fronte probabilmente sareste più invogliati ad accettare l’invito del Tizio A…

Ma facciamola ancora più “tragica”… Se andasse a fuoco una tenda del locale ed entrambi dicessero di scappare è normale che saremo automaticamente più predisposti a seguire un eventuale consiglio ad evacuare la stanza dalla porta di destra come ci suggerisce il sicuro e confidente Tizio A e non il consiglio opposto del Tizio B di andare a sinistra.

La verità nascosta.

Ecco che i comportamenti la maggior parte delle volte sarebbero quelli descritti, ma immaginiamo che il primo tizio se potesse dirla tutta direbbe: < boh non lo so, sto seguendo un corso sulla autostima e su come sedurre le persone ed il coach mi ha detto di atteggiarmi così ma non so cosa ci sia a destra>. Ed il secondo : <Ho sempre avuto il panico dei posti affollati, ma sono socio della direzione e questa sala l’ho progettata io>

La morale

Piaciuti i trucchi e l’inganno?! Che c’entra questo cu come paralare con il nostro cane? C’entra eccome!!!

Ecco, non voglio dire che dobbiamo ingannare i nostri cani (non ci riusciremmo facilmente), ma il primo e più importante messaggio che diamo è quello del dialogo non verbale, è il nostro corpo a dire: <non puoi salire sul tavolo! Sono serio!> prima che il nostro perentorio <No!> vocale.

E se il corpo invece dice : <Ho paura che tu non mi ascolterai mai in realtà…>. Indovinate quale sarà il messaggio che arriverà più forte al cane?!

Il senso del tatto nella comunicazione

Ma il linguaggio del corpo non è solo postura è anche utilizzo dello spazio fisico attorno a noi ed utilizzo del corpo stesso come le carezze o lo strofinarsi addosso o lo spintonare…

Il Linguaggio tattile… come viene definito negli studi cinofili

Il Linguaggio Tattile tra cani

I cani comunicano tra di loro con la comunicazione tattile in maniera alquanto evidente ed a volte rozza.

  • L’intenso contatto fisico come mettere il muso del giovane o del subordinato tra le proprie fauci, il mettere la zampa sulla schiena dell’altro cane, il simulare una aggressione ritualizzata viene utilizzata per dichiarare superiorità o impressionare l’altro.
  • Riposare a stretto contatto, posizionare la testa sopra le spalle di un altro cane durante l’incontro o l’approccio sessuale, leccare il viso dell’altro o mordicchiare con i denti anteriori (come a grattare o pulire l’altro)… Sono tutti gesti che servono per mantenere il legame sociale e rafforzarlo

Il Linguaggio Tattile uomo-cane

La comunicazione fisica tra uomo e cane potrebbe portare a dei piccoli fraintendimenti perché di base, sia in termini di frequenza che durata siamo solitamente abituati diversamente. L’uomo nei contatti fisici è più frequente e più duraturo. Il cane con i suoi conspecifici è solitamente meno frequente e più breve. In ogni caso i nostri atteggiamenti potrebbero portare a risposte negative, anche se siamo partiti con i migliori propositi.

L’abbraccio

Spesso si discute di come “l’abbracciare” tanto caro a noi uomini sembrerebbe essere decisamente mal sopportato dai cani, tranne che da una ristretta minoranza inferiore al 20%. Anche se studi scientificamente provati non ve ne siano ancora stati pubblicati (per lo meno io non ne conosco), è abbastanza palese che ai cani essere abbracciati non piaccia di solito. Si lo so! Al nostro Fiby piace… (come no?!). 🙂

Ma no non generalizziamo…Potrebbe anche essere piaccia a Fiby (10/20%)… Di norma la comunicazione tattile che un cane ha con i propri conspecifici può avere sfumature diverse che non con l’uomo.

Ultimamente vediamo a grandi titoli che la scienza dimostra che ai cani non piaccia essere abbracciati… beh spesso ci si riferisce ad uno studio fatto guardando 200 fotografie estrapolate da Google. Per schierarci aspettiamo qualcosa di più scientificamente elaborato. Però…

Partiamo dal fatto che sia improbabile che il nostro cane sia neutrale o favorevole all’abbraccio, l’unica cosa che possiamo fare se ci teniamo tanto ad abbracciarlo è osservare le sue reazioni con un metro di giudizio il più obiettivo possibile e leggere il suo linguaggio del corpo. Qualora scorgessimo segnali di fastidio o di mal velata sopportazione forse sarebbe il caso di non costringerlo solo per un nostro piacere ed egoismo.

Ne parlavamo commentando qualche fotografia nella comunicazione del cane con lo sguardo in Comunicazione cinofila PARTE 3.

Le carezze

Le carezze fanno bene all’uomo e fanno bene al cane. Punto!!

A dimostrarlo sono gli studi che hanno sperimentalmente valutato la diminuzione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca e l’aumento del sistema immunitario dell’uomo dopo aver accarezzato un cane.

Ai cani piace!! come lo dimostra la diminuzione della loro frequenza cardiaca tipico di un rinforzo positivo (ecco quando diciamo che per premiare, le carezze a volte sono più funzionali del biscottino)..

Per chi volesse approfondire questi aspetti ecco alcune pubblicazioni: 1) Physiological effects of human/companion animal bonding; 2) Cardiovascular effects of human–pet dog interactions; 3) Effect of petting a dog on immune system function; 4) Heart rate mechanisms in instrumental conditioning reinforced by petting in dogs

il linguaggio tattile

Ai cani piace… ma non sempre e non da tutti!!!

Regole generali:
  • C’è un grande differenza se ad accarezzare il cane è una persona familiare o un estraneo. ( Affective behavioural responses by dogs to tactile human-dog interactions )
  • Ad alcuni cani le interazioni fisiche strette ed essere toccati in alcune parti del corpo da fastidio (se è il caso non ringhiano, ma sicuramente mostrano disagio). ( Canine aggression toward familiar people: A new look at an old problem)
  • Se accarezziamo un cane sul petto, o sotto il mento (tendiamo a fargli assumere una postura più fiera, e più libera) questi è solitamente un gesto molto apprezzato, così come ampie e lente carezze a mano piena lungo il fianco.
  • Un massaggio lungo la zona posteriore del dorso, potrebbe essere fonte di relax e coccole, per un cane, ma potrebbe anche non essere tollerato.
  • Di contro accarezzare su tutto il dorso (tendendo a schiacciarlo e a costringerlo o abbracciandolo) potrebbe non essere per nulla piacevole e convenire un senso di dominanza da parte di chi accarezza.
  • Accarezzare sulla testa, giù per il collo e in particolare gli arti posteriori e/ole zampe possono essere manipolazioni non tollerate. (Epidemiology of dog bites: A Belgian experience of canine behavior and public health concerns)

Ricordo che non esistono studi e sperimentazioni che diano delle certe indicazioni su come accarezzare i cani in sicurezza al 100%

Attenzione al nostro comportamento

Ricordiamo che segni interpretati da cani come dominanza come l’abbraccio o il subire carezze sulla testa ed il dorso (chinandoci e sporgendoci da una posizione sopraelevata rispetto al cane), con taluni soggetti può rappresentarsi abbastanza pericoloso per lo scatenarsi di una reazione di disapprovazione che può giungere anche al morso.

linguaggio aggressivo del cane

Questo capita solitamente quando il cane non ci conosce o non ci rispetta, o vi è una non ben determinata gerarchia instaurata con annessa fiducia dell’umano. Ma ci sono altri fattori che possono incidere come la razza, la più o meno socializzazione fatta con l’uomo (nel periodo della piccola finestra temporale della socializzazione del cucciolo), l’apprendimento ed in particolar modo il contesto in cui avviene l’interazione,

Immaginate un cane come usa il proprio corpo strusciandosi su di noi, spintonandoci, sedendocisi addosso… Ecco noi possiamo fare lo stesso (no, non sedetevi sul vostro chihuahua per favore 🙂 ). Ma ricordiamo che le carezze possono anche rappresentare un problema se date al momento sbagliato, rinforzando comportamenti non voluti.

Inutile dirlo che sin da cuccioli andrebbero abituati a tutti i tipi di manipolazione così che da grandi il veterinario ed il toilettatore ve ne saranno grati 🙂

Il movimento del corpo nello spazio

Dunque… Il linguaggio del corpo è comunicazione fisica ed anche movimento nello spazio. Come approcciare ad esempio un cane impaurito a seguito di un incidente? Correndo verso di lui? Non credo proprio!!

Come potremmo avvicinarci al punto da poterlo toccare senza che si difenda scappando o attaccando?

L’uomo? Beh un PUA che volesse avere un contatto fisico con una persona sconosciuta non l’approccerebbe frontalmente, ma lateralmente…

Immaginate di essere al solito bancone del bar ed uno sconosciuto sia di fronte a voi e guardandovi negli occhi vi appoggi una mano sulla spalla e vi parli con la sua faccia molto vicino alla vostra… poco confortevole vero? Immaginate adesso che invece uno sconosciuto vi sia di fianco e appoggiando una mano sulla spalla vi dica qualcosa all’orecchio… certo potreste essere comunque infastiditi, ma ammettiamolo che anche solo immaginarlo sia meno fastidioso e più confortevole della prima scena eppure si è avvicinato a voi anche di più del primo….

Va da sé che comunicando con un cane sconosciuto che è impaurito, non lo approcceremo andando fieri e maestosi dritti di fronte a lui, ma cercheremo di approcciarci lateralmente, mostrando il fianco, uno sguardo non diretto e fisso… questo comunicherà al timoroso cane: <Non aver paura, non voglio farti del male, non voglio invadere prepotentemente il tuo spazio, non rappresento pericolo>

Riepilogo di linguaggio posturale ed avvicinamento

  • Avanzare frontalmente verso un cane implica interesse, sicurezza e dominanza. (Cosa da evitare con un cane timido che si voglia approcciare)
  • Stare fermi in posizione eretta implica neutralità. (cosa da fare in caso si sia al centro dell’attenzione di un cane sconosciuto, soprattutto nel suo territorio)
  • Indietreggiare implica, timore, incertezza sottomissione. (Da evitare assolutamente in caso di attacco da parte di uno o più cani)
  • Voltare le spalle e scappare. Beh lo sappiamo un pò tutti è esattamente ciò che dobbiamo fare se vogliamo essere inseguiti ed eventualmente attaccati, il che dubito sia un comportamento saggio il più delle volte.

Cani: I maestri della comunicazione

I cani sono dei maestri nel saperci leggere. Più di tanti altri animali anche molto simili a noi… no che dico… meglio anche di parecchi uomini come noi.

A supporto di tale messaggio riporto qui sotto una mia traduzione dall’articolo Domestic dogs comprehend human communication with iconic signsOvvero “I cani domestici comprendono la comunicazione umana con segni iconici”.

Traduzione che identifica come i cani siano più in sintonia con noi di quanto si possa pensare: attenti ai nostri gesti, seguendoli e fidandosi delle nostre istruzioni.

Per noi parlare con il nostro cane è più semplice che parlare con le scimmie

Il linguaggio dell’energia

Il linguaggio del corpo è un potente mezzo di comunicazione e certamente dovremmo impegnarci di più affinché il messaggio sia chiaro in maniera più fruibile possibile per il nostro cane.

E’stato ampiamente dimostrato come i cani in un compito ” a due scelte” siano più recettivi ai gesti fatti dall’uomo che non alla sua comunicazione vocale.

Vero è che noi non siamo cani, non comunichiamo con i cani esattamente come loro possano fare tra loro, ma entrambe le specie hanno cercato nelle ultime decine di migliaia di anni, grazie alla convivenza di “venirsi incontro”.

Tale convivenza ci ha portato a cercare di conoscere meglio i nostri amici quadrupedi e loro… beh loro ci leggono in faccia 🙂 … Vero! Ma, non parlano italiano (o inglese o tedesco…).

Assoceranno alla nostra parola, l’oggetto, l’attività, ma non sarà “spiegandogli” in corretto e fluente italiano cosa fare, che ci capiranno. Ora se da un lato loro capiscono bene la nostra “comunicazione di intenti” fatta di energia, di voglia di ottenere qualcosa… anche noi dobbiamo fare la nostra parte ed ascoltare quel richiamo alle origini, quel sesto senso, quell’insieme di istinti primordiali sopiti in noi.

https://alessiopalleschi.com/ il cane alpha, il cane dominante, il capobranco… l’abuso dei termini

Per cui usiamo di più la proiezione fisica e la comunicazione di intenti, come la chiamo io.

Per spiegarla riporto un “print screen” di un altro mio articolo (mi evito la ripetizione).

Comunicazioni olfattive

Parlare con il nostro cane include anche la comunicazione di odori, perché benché a noi manchi la capacità di usarlo efficientemente, il cane, invece, questo tipo di linguaggio è un maestro… Basti considerare che possiede 220 milioni (in media) di recettori olfattivi contro i 5 milioni dell’uomo. Ne abbiamo abbondantemente parlato nel precedente capitolo tutto dedicato alla comunicazione del cane tramite gli odori.

Diamo praticamente per scontato che l’odore che emana il nostro corpo non potremo nè controllarlo, nè potremo mai ingannare un cane e che: SI! Loro lo sentono se esprimiamo paura o siamo calmi e rilassati.

Sapevate che i diabetici spesso vengono salvati dai cani che dormono con loro che avvertono un calo di zuccheri nel sangue del proprio “protetto” e svegliano il mal capitato che “corre ai ripari”? Oppure che son capaci di prevenire le crisi epilettiche del padroncino? O ancora di quei cani che riconoscono i tumori dall’odore delle cellule ed identificano i malati in questo modo….?

Sentono la Paura

Avevate mai sentito la voce che i cani sentono quando uno ha paura di loro? Beh ecco facciamoci due conti 😉

[…] È stato recentemente scoperto che, per quanto riguarda gli odori, i cani rilevano il contenuto emotivo degli odori umani, che induce diversi cambiamenti nel loro comportamento e nella loro attività cardiaca. In particolare, si verifica un aumento della reattività comportamentale e cardiaca durante l’annusare gli odori umani raccolti durante situazioni spaventose. È interessante notare che, contrariamente a ciò che è stato osservato per suscitare odori conspecifici, durante l’annusare dell’odore della paura umana, è stata osservata una distorsione nell’uso della narice sinistra (cioè l’attività dell’emisfero sinistro) […]

Communication in Dogs Marcello Siniscalchi, Serenella d’Ingeo, Michele Minunno, and Angelo Quaranta

Aggiungo qualche piccola curiosità che fa capire quale sia la potenza dell’olfatto dei cani.

Sentono le cellule tumorali

Alcuni cani come dicevamo sono riusciti ad aiutare ed anche a salvare i propri cari umani avvisandoli di un qualche malessere senza alcun tipo di addestramento.

Ma dunque sono addestrabili a farlo? Si!

Vi sono cani addestrati a rilevare il cancro del colon dal semplice respiro delle persone o dalle feci con elevatissimi livelli di precisione, anche quando i tumori si trovano allo stadio iniziale (il che la dice lunga” sulla loro potenziale utilità). Sono talmente precisi che anche se il colon-retto è interessato da infiammazioni o malattie non di natura cancerogena i can non si fanno “distrarre” non indicando come malato il soggetto.

Altri cani sono stati addestrati a riconoscere la presenza di tumore ai polmoni solo dal respiro del paziente. Con campioni di urina li si è potuti addestrare a rilevare il cancro ovarico o il carcinoma prostatico. Ma non solo…

Lo studio

Lo studio “Canine Scent Detection of Volatile Elements, Characteristic of Malignant Cells, in Cell Cultures” (ovvero: “Rilevamento di odori da parte dei cani di elementi volatili caratteristici di cellule maligne, in culture cellulari)” ha evidenziato come alcuni cani addestrati solo per rilevare il carcinoma mammario erano anche in grado di rilevare il melanoma e il carcinoma polmonare. Questo ha portato gli scienziati a credere che la traccia odorosa che il cane era stato condizionato ad evidenziare fosse presente e comune a tutti questi tipi di presenze tumorali. (Vedi traduzione)

Traduzione ad opera di Blogdog

L’utilizzo dei cani potrebbe essere una metodologia poco invasiva per i pazienti e con pochi o nulli effetti collaterali. Allora considerato che il primo caso di un cane che “scoprì nel proprio umano” un melanoma fu riportato nel 1989 ci si potrebbe chiedere perché non vengano già usati… Beh la risposta è alquanto semplice

Perchè non usiamo i cani nella ricerca dei tumori?

In una situazione movimentata come potrebbe essere il “Search and Rescue” delle squadre di Soccorso, oppure l’aiuto dei cani antidroga, i rinforzi positivi possono essere parecchio soddisfacenti per il cane il quale si applica con grande impegno e dedizione. Ma stare ad annusare centinaia, se non migliaia di fialette per determinare la presenza di cellule tumorali, può diventare un po’ frustrante per il cane, con poca possibilità di rinforzo positivo adeguato. Pensiamo a come fa il conduttore a dare il rinforzo positivo quando il cane indica un campione, se non ha la certezza che vi siano presenti cellule tumorali? Si rischia di premiare un errore….

Senza considerare che vi può essere l’errore sia umano che canino in gioco… E questi sono rischi che in un era dove abbandoniamo l’analogico per il digitale a spada tratta sarebbe come andare un po’ contro tendenza.

Un modo in cui i cani potrebbero essere in grado di aiutare a individuare gli odori specifici del cancro è quello di dare ai cani determinati campioni cancerosi da annusare, quindi rimuovere lentamente i composti dal campione. Se il cane smette di rispondere al campione dopo che alcuni componenti sono stati rimossi, “allora sai di aver eliminato quel componente della miscela specifico per il cancro”

Dott. Hilary Brodie, professore presso il Dipartimento di Otorinolaringoiatria all’Università della California, Davis.

Sentono se li amiamo

Dunque sentono se abbiamo paura o siamo calmi e rilassati, ma… sentono anche se li amiamo? Beh.. Si, in parte. Quello che sentono è che in quel momento il vedere quel particolare cane, ci ha messi in uno stato emotivo empatico e positivo ed … udite udite… il livello di Ossitocina (ormone del piacere) nel nostro corpo è aumentato… Non voglio ripetermi perché ne abbiamo già parlato abbondantemente negli altri articoli della stessa serie. Ma si i cani attraverso l’odore del nostro corpo sono capaci anche di sentire se li amiamo o meno…

Parlare con il nostro cane. Le parole

Il “bravo“, il “cattivo” ed il “non ti permettere

E veniamo adesso a quello che il proprietario di cane normalmente fa e sulla cui parte, erroneamente, si concentra di più…. Spieghiamo a parole cosa vogliamo al nostro cane. Non ridete, non è difficile sentir dire: <Glielo avrò detto cento volte di non abbaiare quando suonano alla porta, ma lui è praticamente ingestibile>.

Allora, appurato che assieme al linguaggio verbale avremo prima lavorato sul nostro modo di esprimerci con la postura del corpo, con l’energia e la comunicazione di intenti… Come parlare al nostro cane con le parole?

La comunicazione a senso unico

C’è un tipo di dialogo verbale che tutti noi abbiamo con il nostro cane, gatto, canarino… è quel tipo di dialogo non comunicativo. E’ soltanto un pensare a voce alta rivolgendoci ad un altro essere. Non pretendiamo ci capisca, ma facciamo finta che lo faccia. Se pensassimo ci capisca davvero saremmo davvero fuori strada.

Questo tipo di comunicazione è salutare per noi oltremodo, ci fa empatizzare con il nostro cucciolo, ci fa esprimere come meglio sappiamo fare e come ci appaga di più. Lui di contro ascolterà il tono della nostra voce e si rilasserà o si metterà sul “chi va là”…

Ma a parte carpire qualche parola chiave, come “guinzaglio” o “usciamo” oppure “fame e pappa” (le cose fondamentali della vita di un cane 😉 ) il resto sarà solo una discussione a senso unico.

La vera comunicazione

Quando comunichiamo con il nostro cane ed abbiamo bisogno che ci capisca sul serio è necessario comunicare fondamentalmente tre cose:

  1. Bravo/a. Approvo quello che stai facendo o quello che hai appena fatto (non più tardi di un secondo dopo);
  2. Cattivo/a. Disapprovo e non voglio tu faccia quello che stai facendo o quello che hai appena fatto (mezzo secondo dopo o comunque non più tardi di un secondo dopo)… ovviament implica che l’attività venga interrotta;
  3. Non azzardarti minimamente. Situazione di pericolo, se è il caso urlo, la uso (si spera) raramente e quando lo faccio non ci sono “Santi che reggano” devi praticamente bloccarti come una lastra di marmo immediatamente!!!

Le parole

Ognuno di noi usa determinate parole per comunicare con il nostro cane, per abitudine o per educazione ognuno di noi ha le proprie (fuori dal campo di addestramento). Queste parole praticamente possono essere qualunque cosa. Possiamo dire “bravo” o “carota”… non ha importanza. Quello che ha importanza è il come le diciamo e dunque è meglio se riusciamo ad usare parole che per noi abbiano un senso, positivo, negativo o di allarme e comando perentorio. Questo perché anche il linguaggio del corpo ed il tono ci verrà in aiuto automaticamente esprimendo un messaggio più chiaro.

Ma soprattutto che siano sempre le stesse parole per esprimere sempre lo stesso concetto!!!

Io personalmente utilizzo il “<Bravo/a>” per comunicare che “sono contento” il <Shhhh> (come quando al Cinema si redarguisce qualcuno che disturba parlando) per comunicare “No! Non va bene” ed infine il perentorio “<Ah Ehiii!!!> per esprimere: “smettila ed immobilizzati che altrimenti son “cavoli amari””… (che poi cavoli amari dipende cosa si intende, c’è punizione e punizione)

A queste comunicazioni base potremo poi aggiungere tutta una serie di comandi da “obbedience” come “Seduto, terra, piede, basta (questo è il mio preferito), vieni qui, stai fermo, puoi andare…”

Il tono

Il tono della voce ha una sua fondamentale importanza. Consideriamo che il cane ci sente benissimo, ma è altresi abilissimo a carpire il tono della voce. Racconto un aneddoto per far intendere meglio il concetto che voglio trasmettere. La proprietaria di un cane non riusciva a capire perchè al comando “vieni qua” impartito da me al suo cane questi rispondesse mentre lei insistentemente pronunciando lo stesso comando non sortisse l’effetto voluto. La mia risposta fu semplice:<Non ti prende sul serio! Riesco a sentirlo pure io che il tuo tono è di speranzosa domanda e non di comando! Tu chiedi per favore al tuo cane di raggiungerti, io gli dico cosa fare, non negozio. Non lascio spazio a contrattazioni e sono chiaro>. Per intenderci, l’inclinazione del tono tra il: <vieni qui!!> ed il <vieni qui?!!> è particolarmente diversa.

Attenzione, non bisogna essere duri nel pronunciare un comando… semplicemente chiari su ciò che vogliamo accada (proiezione di intenti)!

Allo stesso modo nel caso in cui vogliamo gratificare un comportamento gradito o premiare un cane per un qualsiasi motivo dovremo “festeggiare” con il tono della voce. Renderlo acuto ed eccitato, come si fa congratulandosi con i bambini.

Uno studio recente mostra che i cani regolano il loro comportamento in base alle intenzioni umane espresse da diverse espressioni verbali, seguendo i gesti umani quando vengono dati con un’intenzione cooperativa, ma ignorandoli se somministrati con una voce bassa / proibitiva (https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/j.1439-0310.2009.01681.x )

La punizione

Per punizione in caso siano “cavoli amari” io intendo una punizione non fisica ma una richiesta ed ottenimento di segnali particolari. Segnali che ottengo enfatizzando i movimenti e la mimica facciale all’estremo della durezza, con massiccia presenza corporale (petto in fuori spalle larghe, capo chino sul cane) bloccando la fuga del cane mettendomi davanti e non facendolo “sgattaiolare” via, insomma imponendo la mia fisicità con una carica di energia forte ed ottenendo un cane fermo in posizione seduta/sdraiata, con orecchie indietro che sta fermo.

Questo è più che sufficiente come punizione, non è necessario alcun tipo di violenza fisica intesa come “bastonate o calcioni”. Tuttalpiù per esprimere correzione fisica possiamo ricorrere all’utilizzo del guinzaglio che è un ottimo metodo di comunicazione che se legato al collo dell’animale non apporterà nessun problema fisico, ma in compenso invierà e consegnerà un messaggio di disappunto molto rapido e chiaro, semplicemente con un piccolo strattone (la tempistica è fondamentale).

Ricordiamo che l’aspetto fisico è molto soggettivo, Dipende dal carattere e dalla stazza del cane. Vi sono cani molto timidi che basta un’occhiataccia per farli mettere a piangere e cani che se gli caschi addosso cadendo dal letto si danno una scrollata e ti leccano pensando tu li abbia chiamati….

Il mio “<basta!>”. La coerenza!

Racconto un aneddoto che fa capire come sia importante mantenere sempre una certa “disciplina” nella comunicazione. E’ una cosa che dovremmo fare nostra e poi non ci peserà tanto, sarà solo un’altra semplicissima regola per comunicare meglio.

Ho una cucciolona che è particolarmente predisposta per il gioco… giocherebbe H24… non l’ho mai vista stanca al punto da non poter rincorrere ancora una volta la pallina… Lei sa che quando io sono seduto e mi porta la pallina, anche se non partecipo attivamente (dopo il 1000esimo lancio sfiderei chiunque) lei la lascia sulle mie ginocchia, o all’interno della borsa che ho in mano o dentro il cassetto in cui sto frugando, insomma in qualsiasi punto in cui anche per sbaglio posso farla rotolare e così lei prenderla 🙂

Nel momento in cui io dico la parola <Basta> lei sa che il gioco con me è finito (senza se e senza ma), prende la sua pallina e se ne va a cuccia ad aspettare momenti migliori per giocare…. (Gioiaaaa).

In casa mia non tutti hanno seguito questa regola tra i miei parenti, nel senso che a volte gli veniva detto <basta>, ma poi un altro paio di lanci li otteneva. Risultato? I miei parenti possono dire <basta> anche dieci volte, si troveranno sempre la “sbavosa” pallina sulle ginocchia... Lei sa che il comando con loro non è coerente con il messaggio: “Se anche solo una volta non siete seri, e ottengo che lanciate la pallina….a me basta ed avanza per tentarci tutte le volte e sperare” (teoria del rinforzo casuale).

Detto questo, tengo a precisare che io sono un fautore del “non lasciare h24 i giochi a disposizione” del cane. Sia per gestire una risorsa “importante”… sia perché uso il gioco anche come premio ed il non averla sempre a disposizione aumenta la “felicità” e l’eccitazione di ottenerla ;-). Oltre ad evitare la nascita di ossessioni innaturali (Ovviamente in famiglia non tutti sono “coerenti” con il mio pensiero 🙂 )

Le regole del linguaggio vocale

Volendo riassumere a grandi linee le regole della comunicazione verbale che dovremmo avere ben presente potremmo dire che questo tipo di parole e di comunicazione:

  • deve avvenire immediatamente durante o al massimo non più di mezzo secondo / un secondo dopo l’azione da fermare o gratificare;
  • le parole da usare per fermare o gratificare dovrebbero essere sempre le stesse;
  • Tutto il resto dei linguaggi di comunicazione devono partecipare attivamente ed essere in sintonia con il messaggio vocale;
  • L’enfasi del tono della voce deve essere preciso e se è il caso esagerato nell’atto della gratificazione;

Conclusione

Ho affrontato quest’ultima parte del nostro excursus sul linguaggio cinofilo un pò di fretta e per grandi linee. Ma seguiranno approfondimenti nelle prossime settimane.

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Alexdogs

Ciao! Sono Alessio Palleschi La mia passione per la cinofilia, che mi segue da 40 anni, mi ha portato negli ultimi tempi a voler aiutare sempre più persone a creare un rapporto migliore con i propri cani, a gestire e far crescere il proprio cane nel migliore dei modi in completa autonomia. Esplora gli articoli, le guide e gli approfondimenti che ho pubblicato su questo Blogdog!

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