Il cane ci ama incondizionatamente? O è un opportunista?

Il cane ci ama come lo amiamo noi? L’amore dei nostri cani è davvero incondizionato?
Beh dipende… Ci fermiamo alle due righe della favoletta disneyana che fa piacere? Oppure affrontiamo il discorso valutando con obiettività l’argomento anche se il risultato potrebbe lasciarci con l’amaro in bocca?

Gli schieramenti

In foto sono io con uno dei miei cani… Mi si chiedeva: ma è vero che il cane sta con noi solo per opportunismo? Beh la risposta breve è: Si! Però non rende giustizia… è anche vero che questa sua convenienza comporta da parte sua la necessità e piacere, di stringere dei fortissimi legami affettivi. Come da “manuale del bravo membro di un gruppo sociale”.
Basti pensare alle pratiche di grouming tanto evidenti per noi nei primati antropomorfi ma, presenti in tutti i gruppi di mammiferi sociali, cane compreso. Quindi ci ama? Beh, il discorso è più complesso di come appaia in realtà nelle discussioni striminzite che vedono scontrarsi la fazione “pancina” antropomorfizzante <I cani sono tutti ammore incondizionato> e quella più cinica della visione etologica <Il cane è un animale e ragiona per istinti>.

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Beh come sempre gli estremismi non danno giustizia alla realtà. La verità solitamente varia semplicemente in base alla prospettiva con cui si guardano gli atteggiamenti. Però si… non stiamo esattamente nel mezzo, a mio avviso sì protende di più verso uno schieramento che non un altro (sarò di parte?!).

Egoista o altruista?

Considerato l’aspetto da punto di vista dell’etogramma canino, il cane sta con noi per mero opportunismo, sta con il suo branco per mero opportunismo. È per questo che le dinamiche dei cani liberi cambiano in base alle risorse ed alla convenienza per il singolo in primis e per il gruppo dopo, dal punto di vista individuale. È una logica di sopravvivenza.
Studi etologici dimostrano quanto egoisti possano essere i cani liberi appartenenti ad un branco formato. E questa è un’attitudine di specie. Però come ogni animale che vive in gruppi sociali anche l’interazione tra individui e il legare con determinati componenti (legami affettivi) è presente e spesso molto forte.

Tralasciamo l’aspetto sessuale e delle cure parentali, gestito come è giusto che sia, da un cambio ormonale temporaneo dell’individuo. Pensiamo solo al rapporto del cane domestico con il suo umano. Tralasciamo anche i soliti errati parallelismi con il branco di lupi che hanno un ordinamento sociale ben diverso, se pur con parecchie (ovvie) analogie come abbiamo visto nell’articolo dedicato.

Sappiamo benissimo che c’è una cosa di cui il cane non possa fare a meno vivendo in un gruppo e questo è il seguire una guida o essere guida lui stesso in caso di incapacità altrui (sia in un branco di cani che in un branco/famiglia).
Ora, se il cane segue la sua guida per avere più possibilità di mangiare, dì essere protetto e via discorrendo è ovvio che gli conviene stringere un legame con lui, fatto di riverenza e dimostrazione di pace. Quelle moine, quei comportamenti noi umani li interpretiamo come gesti d’amore, e non vedo nulla di strano. Possiamo chiamarli amore, devozione, paraculaggine, convenienza… alla fine a noi piacciono e forse sentiamo il comprensibile bisogno di dire che il cane ci ama anche per riaffermare a noi stessi quella forza del legame che ci lega a loro.

Lui ci parla diversamente

Nel corso dei millenni il cane si è evoluto per migliorare il suo rapporto con l’uomo tentando di compiacerlo per avere il suo tornaconto personale… Ma se è vero che il cane sa che non siamo cani, è anche vero che ci considera parte del suo gruppo a tutti gli effetti. Però siamo sicuri che il rapporto che instauriamo con il nostro cane sia solo questo?

Per quanto riguarda l’etologia e dunque lo studio del comportamento del cane è ampiamente dimostrato come le dinamiche del gruppo familiare che comprende le due specie dell’uomo e del cane siano dinamiche di branco a tutti gli effetti. Però lui ci parla diversamente rispetto a come “parlerebbe” ad un suo simile. Nella co-evoluzione cane-uomo si è arrivati ad una tale intesa e reciproca comunicazione così intima che il cane pur sapendo benissimo che non siamo cani, è ben disposto a capire il nostro “dialetto” canino e si sforza enormemente per farsi capire.
Nel corso dell’evoluzione cognitiva e comportamentale ha assorbito la nostra comunicazione, mostrando una mimica facciale ed anche una frequenza delle vocalizzazioni prodotte che automaticamente scatena in noi la comprensione dei suoi stati d’animo… utilizzati solo con gli umani, nè con i suoi conspecifici, nè con altre specie e solo se l’umano è attento alla comunicazione.

Insomma tali gesti, tali espressioni, li usa solo per comunicare con noi tant’è che di fronte a stimoli diversi come la presenza di cibo l’aumento della mimica o delle vocalizzazioni non è notato, come appare da uno studio scientifico (Human attention affects facial expressions in domestic dogs). E’ interessante notare come siano spesso due tipici movimenti che il cane usa spesso per comunicare con noi: Alzare le sopracciglia e mostrare la lingua. Ma non divaghiamo… nello studio citato i dettagli. 

Per cui, complice anche la manipolazione del cucciolo appena nato, l’imprinting/impregnazione e la socializzazione primaria, che pur essendo utile per fargli capire che appartiene alla specie cane (anche se il suo odore riconoscendosi cane, lo percepisce subito), vede comunque noi umani spesso e volentieri sempre presenti… con annessa la predisposizione insita nel DNA! Insomma, riassumendo, sa che non siamo cani, ma ci tratta come appartenenti al suo branco (se socialmente formato), in forte contrasto con ciò che spesso si pensa con una visione troppo standardizzata. E ci “parla” in maniera diversa (nell’intero complesso comunicativo).

Perciò alcuni atteggiamenti, quando asseriamo che il cane ci ama, potrebbero benissimo essere una forma comunicativa del tutto esclusiva del rapporto cane-uomo e non cane-cane. Si chiama adattamento, si chiama evoluzione, hanno imparato a dimostrarci amore…. ma per uno scopo ben preciso volendo essere cinici. L’adattamento comunicativo non è stato voluto da un giorno all’altro e deciso “a tavolino”. No, è stato un adattamento evoluzionistico in perfetto schema darwiniano; è stato un metodo per assicurarsi le cure del caregiver; è stato un vantaggio evoluzionistico tale a quale a quello dei cambiamenti somatici e mantenimento delle caratteristiche da cucciolo nella morfologia (se pur per altri criteri genetici). Ma se ci pensiamo bene è lo stesso processo che avremo affrontato noi umani nel corso della nostra evoluzione di specie.

Insomma è un adattamento evoluzionistico si, ma nulla vieta di chiamarlo amore.

Il cane ci ama?

La ricerca di coccole, la dimostrazione di devozione nei nostri confronti, sia per noi che per “lui” rappresentano una forma di consolidamento del rapporto in positivo dunque… per quanto mi riguarda… va bene 😌 sta con me perché gli conviene ed io mi becco tutto l’effetto pet-terapy del mondo. È una simbiosi in cui entrambe le specie traggono vantaggio (dal punto di vista emotivo, in questo caso).

il cane ci ama?
Il cane ci ama?

Dunque possiamo tranquillamente affermare che il cane ci ama secondo quello che è la visione di amore che noi umani diamo all’affermazione: In caso di aggressione partecipa a proteggere il gruppo, in caso di nostra assenza ci accoglie festoso, in caso di problemi di salute ci dimostra la sua presenza, in caso di estremo nervosismo cerca di calmarci, noi tutto questo lo definiamo amore. Ma non dobbiamo essere troppo convinti che lui interpreti il sentimento di amore esattamente come lo proviamo noi. Quante volte ho sentito dire: <Il mio cane ama solo me, da te non accetterebbe neppure una bistecca di carne senza il mio permesso e… non l’ho addestrato>

Forse quello che sfugge in questo caso è osservare solo l’aspetto ristretto del campo convenienza al cibo, ad esempio. Quando il proprio cane non accetta cibo da estranei e non si fa corrompere è che… al di là della normale diffidenza nei confronti di un soggetto non appartenente al proprio gruppo, per il cane non esiste solo la risorsa cibo nel suo insieme di priorità e se il corruttore non riesce a dimostrare di poter offrire tutte o la maggior parte delle risorse necessarie e migliori di quelle già offerte, allora è facile che il cane non si faccia “comprare”.

Discorso diverso al contrario…
Mettiamocelo in testa che se domani venisse un soggetto umano che, avendone tempo e possibilità, offrisse più risorse di me e meglio…. Il mio cane non ci penserebbe due volte a fare la sua scelta e cambiare gruppo ( branco/ famiglia). Pur mantenendo un forte legame affettivo con me (ma non incondizionato).

Conclusione

Come anticipavo la verità per quanto mi riguarda sta nel mezzo e nel modo di interpretare le cose. Il cane è un individuo opportunista per scelta evolutiva di sopravvivenza, non certo per scelta personale “ragionata” dell’individuo; per lo stesso tipo di scelta ha creato un legame unico con l’uomo ed una comunicazione unica con esso. Quanto l’ago della bilancia penda più verso un attaccamento alla sua famiglia umana o più verso una sua individuale convenienza è tutto da vedere in base all’esperienza del singolo individuo ed anche al suo stadio neotenico se vogliamo speculare in tal senso distinguendo la sua distanza o meno dello stato “lupino” (lupus piuttosto che aureus). Ne parlavamo in maniera leggermente più “accademica” nell’articolo “Il mio cane cozza! L’atteggiamento appiccicoso è tipico della razza“, nome simpatico che non lascia trasparire una dissertazione invece più articolata ed un tantino più “pesante”

Dunque mi piace pensare che: Si! Dimostra amore e ci ama (per l’interpretazione umana), ma non incondizionatamente. Posta una condizione di maggior vantaggio dal punto di vista della sopravvivenza ecco che il suo essere opportunista farà capolino e pur mantenendo con noi un rapporto di legame affettivo “cambierà bandiera” senza rimorsi nè rimpianti. Questi sentimenti insieme a malizia e premeditazione non fanno parte del suo meraviglioso modo di essere, mentre la capacità di provare emozioni di gioia ed infelicità sono comuni agli esseri senzienti. Questo ultimo aspetto sta scoprendo l’interesse della comunità scientifica anche tra animali non appartenenti ai mammiferi come ad esempio i molluschi (la cui soglia di dolore e ricordo di esperienze spiacevoli passate è stata recentemente comprovata).

Impariamo ad offrire protezione, rispetto, buon cibo, riparo, senso di appartenenza ad un gruppo sociale giocando e spostandosi insieme (la passeggiata cacchio!! Passeggiate con il vostro cane!!!), guida calma e sicura, coccole per consolidare il rapporto ed il nostro cane non ci lascerà mai ☺️
Altrimenti se la tua gestione fa acqua da tutti i lati… scommetto di riuscire a portarmi il tuo cane a casa in men che non si dica mostrandogli la mia gestione risorse e facendomi scegliere come nuova guida e… non te la puoi prendere con lui 😉

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Alexdogs

Ciao! Sono Alessio Palleschi La mia passione per la cinofilia, che mi segue da 40 anni, mi ha portato negli ultimi tempi a voler aiutare sempre più persone a creare un rapporto migliore con i propri cani, a gestire e far crescere il proprio cane nel migliore dei modi in completa autonomia. Esplora gli articoli, le guide e gli approfondimenti che ho pubblicato su questo Blogdog!

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