Il mio cane è geloso del nuovo cane. Facile Incomprensione
Spesso ci troviamo a sentire frasi e domande legate alla gelosia (o presunta tale) di un cane in base a diverse esperienze e situazioni. Sia dentro che fuori le mura di casa.

Gelosia o incomprensioni?
Le situazioni sono anche apparentemente diverse ma legano tutte due fondamentali aspetti:
- L’uomo che trova (ed a volte cerca attivamente) caratteristiche umane nel proprio cane, come la gelosia, il senso di colpa, il fare i dispetti.
- Il cane che esprime un disagio (che spesso disagio non è, ma semplice reazione immediata) legato ad una cattiva gestione di tempi, spazi e logistica in generale oppure a normali dimostrazioni di territorialità gerarchia e gestione risorse.
Sono andato nel rifugio locale per trovare un compagno della stessa razza alla mia cagna, ma lei diventa gelosa e vuole litigare con l’altro cane.
Abbiamo portato il nuovo cucciolo in casa, ma Il mio vecchio cane è geloso dei suoi giochi.
Avevo in braccio Marley, ma quando l’altro cane si è avvicinato Marley si è dimostrato geloso ringhiandogli
Abbiamo portato il nuovo cane in casa ed il nostro cane per gelosia ha fatto la pipì in salotto ed era una cosa che non aveva fatto più da quando era cucciolo.
Il mio Buck solo quando sono con lui nel divano… non so…mio marito non può avvicinarsi a noi perchè a volte ringhia a volte piange… Anche solo se mio marito mi sfiora…
Queste e tante altre sono le espressioni che ci sarà capitato di leggere/sentire, ma dove si trova la realtà?
Cos’è la gelosia?
La gelosia è quel sentimento che proviamo quando qualcuno a cui vogliamo bene si interessa più a qualcos’altro/qualcun’altra piuttosto che a noi. Nel campo umano può diventare una vera e propria malattia. Ma i cani? Quella che noi chiamiamo gelosia è spesso la dimostrazione di altre cose: Protezione! Timore! Dominanza! Ossessione per i propri giochi! Territorialità! Cattiva socializzazione con le persone e gli animali!
Queste fondamentalmente sono spesso le reali cause di un’aggressione o dell’essere eccessivamente schivi oppure ancora di un marcare (non fare i bisogni) con la pipì “inspiegabilmente” anche dentro casa .
Lo studio che dimostra la gelosia dei cani

Uno studio americano dell’università di San Diego (California) che ultimamente sta facendo rumore nelle comunità cinofile, dimostra come gran parte dei cani di piccola taglia utilizzati nell’esperimento (quasi l’80%) abbia dimostrato atteggiamenti rivolti ad allontanare o mettersi in mezzo ad un eventuale concorrente affettivo del padrone, ovvero un peluche che abbaiava e scodinzolava. I cani interpretavano il peluche come un essere animato, tanto da annusarne il “di dietro” per conoscerlo meglio. Atteggiamento che però non tenevano quando il padrone leggeva un libro.
L’esperimento si è tenuto con telecamere nascoste all’interno della casa dei cagnolini… ho detto tutto. Sappiamo che l’istinto del branco è quello di mantenere i ranghi, di vedere l’estraneo con diffidenza, quindi mi sembra abbastanza ovvia la reazione dei cani, che in alcuni casi hanno anche attaccato l’intruso (tranquilli ribadisco che era un peluche). Nel dettaglio il 78% delle volte hanno toccato il padrone o il giocattolo; il 30% delle volte si sono messi in mezzo tra il giocattolo ed il padrone, 25% delle volte sono stati aggressivi verso il giocattolo. I cani in questione non hanno avuto stesso comportamento, o meglio hanno avuto meno attenzioni, in percentuale, con oggetti inanimati come un libro… cioè? Inconcludente per quanto mi riguarda.
In seguito a questo esperimento il famoso Cesar Millan replica dicendo sul suo sito Web che i cani non diventano gelosi, bensì rivendicano il proprietario come se fosse di loro possesso e dunque scoraggeranno altri cani, animali o oggetti dal tentativo di ottenere ciò che loro hanno già conquistato.
<Quando un altro cane vuole quello che sta ottenendo il primo cane, il primo cane dice” no, non puoi averlo “>, ha detto Millan sul suo sito. Ha inoltre spiegato che spetta al proprietario invitare entrambi i cani nel proprio spazio personale.
Beh Millan ha ragione in parte asserendo ciò, ma bisognerebbe vedere le dinamiche dell’esperimento per concludere se il cane di casa avesse già preso possesso o meno del proprietario rispetto al giocattolo oppure al libro. Altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione è lo svolgersi dell’attività all’interno del territorio dei cani e… non da ultimo, il fatto che fossero tutti di piccola taglia, quindi più inclini (percentualmente parlando) al credersi leader di casa con posizione dominante.
Lo studio che dimostra il contrario
In uno studio condotto dalla Friederike Range dell’Università di Vienna, i ricercatori hanno avuto 2 cani che svolgono lo stesso compito, ma hanno premiato solo 1 cane per aver completato il compito. “Ci si aspettava che se i cani provassero gelosia o invidia, il cane non ricompensato potrebbe rispondere a questa ingiusta distribuzione dei premi rifiutando di obbedire al comando”, ha detto Cohen. “È esattamente quello che è successo. Il cane che non stava ricevendo ricompense per le esibizioni presto ha smesso di svolgere il compito. Inoltre, il cane che non è stato premiato ha mostrato chiari segni di stress o fastidio quando il suo partner ha ottenuto la ricompensa.” (Gelosia, invidia, senso dell’azione ingiusta… queste tutto ciò che si sente dire riguardo all’esito di questo esperimento) Lo studio ha rivelato che la gelosia nei cani non è così complessa come negli umani. In un esperimento analogo condotto dallo stesso gruppo di ricerca, entrambi i cani sono stati premiati per aver completato l’attività, ma 1 cane ha ricevuto un trattamento più desiderabile. Mentre gli umani percepivano questa iniquità come ricompensa, entrambi i cani sembravano felici e continuavano a svolgere il compito
Lo studio più strutturato
Nello studio predisposto proprio partendo dalla base che il primo menzionato fosse poco scientifico ed avesse fin troppe variabili impossibili da escludere Investigating jealous behaviour in dogs i test sono stati più precisi. Si sono escluse le variabili di territorialità, dominanza. Si sono utilizzati veri partner sociali familiari e non familiari e si è registrata e comparata la reazione del cane “indagato”. Si è esclusa la variabile di protezione con l’uso di partner che fossero già facenti parte il nucleo sociale ed accettati. Il risultato a conclusione dell’analisi :
Il comportamento dei cani nel presente studio soddisfa la descrizione funzionale della gelosia; tuttavia, si potrebbe contraddire se lo stato emotivo alla base condivide somiglianze con l’emozione umana corrispondente. Gli autori spesso si concentrano sullo stato emotivo alla base del comportamento, nonostante sia oscuro nei bambini e negli adulti umani in contrasto con il comportamento osservabile. Suggeriamo che un approccio incentrato sul comportamento possa essere più fruttuoso in futuro e che questo possa facilitare anche le indagini comparative
Dunque???
E’ un dato di fatto che alcuni cani sembrino avere comportamenti tipici della gelosia, per come la interpretiamo noi umani, in altri no! Alla fine per noi umani la gelosia potrebbe essere un “pelino” più complicata di quella canina.
Lo studio di “neuroimaging” del Dr. Peter Cook (ed i suoi colleghi) hanno dimostrato che la stessa parte del cervello in sia i cani che gli umani si illuminano quando si sentono gelosi. Per gli individui di entrambe le specie, c’è una maggiore attivazione dell’amigdala.
“Unleashing your dog” (Mark Bekoff and Jessica Pierce)
Ancora non abbiamo neppure la certezza della loro discendenza con “tonnellate” di teorie evoluzionistiche. E’ palese che altri studi servano per capire esattamente la dinamica che regola i comportamenti dei cani che facilmente siamo portati ad attribuire come “gelosi”
Come rimediare alla gelosia?
La gelosia (chiamiamola così) così espressa ha una soluzione, che è abbastanza semplice. Tutto si basa sulla relazione che abbiamo con il nostro cane. Se prendiamo noi il nostro cane in braccio è una nostra scelta. Se è il nostro cane che ci viene addosso è un suo essere irrispettoso nei confronti del nostro spazio personale, è un suo possedere noi ed il nostro spazio (è ovvio che se si avvicina qualcuno lui tenderà a difendere ciò che gli appartiene).
Scegliere un nuovo cucciolo e portarlo a casa impreparati può scatenare una serie di reazioni che vanno dall’aggressività territoriale, alla possessione per i giochi, al marcare il territorio ed è per questo che ne abbiamo fatto un articolo a parte, che ne valuti tutte le modalità corrette.
L’incontro tra il nostro cane ed un potenziale nuovo membro della famiglia, deve avvenire in luogo neutro per smorzare l’istinto territoriale. Deve avvenire in maniera naturale, eliminando guinzagli, cancelli, muri, porte ed ostruzioni, che non fanno altro che innervosire entrambi gli animali. E’ fondamentale eliminare l’eccitazione che suoni acuti del padrone possono comportare nel “parlare” al proprio cane. E’ necessario mostrarsi calmi ed autoritari agli occhi del proprio cane.
Bisogna che i cani abbiano la possibilità di odorarsi e conoscersi con curiosità piuttosto che un confronto visivo faccia a faccia immediato. Una passeggiata insieme sin da subito può far stabilire quel senso di appartenenza al branco che è fondamentale, prima di una convivenza dentro le mura di casa.
Parliamo più nel dettaglio di come introdurre nel corretto modo un nuovo membro del branco nella casa dove già abbiamo un cane in questo articolo, non perdertelo.
E la gelosia con altri membri della famiglia?
I comportamenti in cui il cane ringhia ad un altro componente della famiglia pretendendo il controllo assoluto di uno dei componenti sono manifestazioni di protezione verso qualcosa che ritiene suo. E’ un rapporto uomo-cane ritenuto sbagliato in quasi tutte le comunità cinofile, tranne quelle dell’ammoreebbasta” (passatemi il termine).
Non va bene, è sbagliato nei confronti dell’umano “attaccato” ( a volte senza virgolette) e nei confronti del cane che vive una condizione di stress. Fa il numero uno del branco e probabilmente non ha neppure le capacità per esserlo qualora vivesse in un branco di soli cani (anzi spesso sono i più insicuri quelli che reagiscono così)…
Sta all’umano protetto non sbagliare con segnali come coccole, parole gentili mentre il cane esibisce tali comportamenti, anzi è l’umano stesso che dovrebbe intervenire sgridando il cane, allontanandolo e correggendolo.
Ho visto mamme scusare il proprio pelosetto e permettere pure che mordesse il proprio figlio umano reale perch[…. <Ma è troppo piccolo e carino mi dispiace punirlo>. Vorrei chiarire subito per coloro i quali credono all’ammoreebasta…. che correggere non è punire.
Correggere è indicare la giusta via al proprio figlio peloso, correggere è educare, come si fa con i figli umani, correggere è volergli bene e rendere un cane equilibrato e sereno capace di stare in mezzo alla società moderna e ancor più in armonia con il branco-famiglia dentro le mura di casa
Conclusioni
In attesa di studi più approfonditi ed esperimenti meno opinabili sia che i cani accusino gelosia, come la consideriamo noi, sia che accusino una forma di gelosia propria della specie canina… In entrambi i case è sempre bene contestualizzare il comportamento ed evitare che possa sfociare in qualcosa che comprometta anche lievemente un comportamento che possa mettere il cane o gli umani in una condizione di stress.
Poi lo sappiamo bene i problemi grossi partono sempre da manifestazioni piccole
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Ciao! Sono Alessio Palleschi
La mia passione per la cinofilia, che mi segue da 40 anni, mi ha portato negli ultimi tempi a voler aiutare sempre più persone a creare un rapporto migliore con i propri cani, a gestire e far crescere il proprio cane nel migliore dei modi in completa autonomia. Esplora gli articoli, le guide e gli approfondimenti che ho pubblicato su questo Blogdog!
Buongiorno,
3 giorni fa ho portato a casa una cucciola di pastore tedesco. A casa ho un maschio di pastore tedesco misto labrador di quasi 11 anni che non socializza molto con la nuova arrivata. Lei vorrebbe giocare, ma lui si discosta e quando lui mangia, se la cucciola si avvicina le abbaia o ringhia. Ieri sera però le ha dato un morso sul muso, senza lasciarle segni, perchè lui si era avvicinato alle immondizie e lei lo ha seguito. Per il resto escono fuori in giardino insieme supervisionati da noi e non ci sono segni di aggressività.
Lei pensa sia un comportamento normale o è segno che il maschio non la accetterà?
Buongiorno Aisha, il comportamento è normale. All’inizio è necessario che l’adulto di casa stabilisca regole e limiti rispetto a ciò che la piccola possa o non possa fare. Una volta che il ruolo gerarchico della piccola sarà chiaro allora non ci sarà più bisogno di questi atteggiamenti così teatrali. Il periodo di “assestamento” dipende molto dal carattere e tempra della piccola, ma solitamente non dura molto. L’importante è che voi stiate dalla parte del saggio.. ovvero dell’adulto, pena l’allungamento dei tempi di chiarimento. Inoltre è probabile che la piccola con la sua esuberanza possa stancare l’adulto che possiede certamente una energia e dunque resistenza al gioco minore. Uno spazio solo per l’adulto che voglia riposare sarà bene garantirlo, altrimenti ci penserà lui con un ringhio o una “pizzicata” a comunicarlo all’esuberante cucciola. Vedrai che a breve saranno inseparabili.
Ciao, sono andrea ho 2 pitbull femmine (3 e 4 anni) buonissime. Oggi sono stato al canile ed hanno conosciuto un’altra pit femmina (3 anni). Sono andate d’accordo, si sono annusate, baciate e abbiamo fatto una passeggiatina insieme.
L’ho portata a casa con le altre 2 e da li sono iniziate gelosie, tristezze e piccole ripicche.
Le altre due mi guardano deluse, tristi. E rifiutano coccole con la nuova, che inizialmente era molto agitata ma poi si é calmata. Come posso aiutare l’integrazione? Ho 15 giorni per farla funzionare o poi sarò costretto a ripotare ‘Princesa’ nel canile. Grazie Andrea
ps. quando si sono conosciute, la nuova era al guinzaglio (non l’hanno voluta liberare)
Buongiorno Andrea,
Vivi con due Pitbull e dunque non devo sicuramente menzionare il fatto che la convivenza tra cani terrier di tipo bull necessiti più che mai di ottima leadership da parte del proprietario e supervisione. L’aggressività intraspecifica (tra cane e cane) della razza è ben nota, anche se le selezioni degli ultimi anni tendono a smorzarla sempre più. Nelle femmine tale aggressività appare in misura ridotta e se le tue due convivono tranquillamente questo è un buon segno che in esse non sia molto marcata e presente tale aggressività. Lo stesso però non possiamo giurare valga per la “new entry” sopratutto se non ha completato la maturazione mentale che in questa razza può giungere anche a due o tre anni di età.
Detto questo (più per gli altri utenti che non per te) diciamo che il primo periodo di titubanza e chiarimento dei ruoli e posizioni sia quantomai normale in ogni caso in cui un membro estraneo del branco debba entrarne a farne parte (qualunque sia la razza).
Incontrarsi fuori è una cosa, convivere condividendo spazi, coccole e varie risorse è un’altra. Da una parte troviamo la resistenza del branco formato a mantenere una certa diffidenza e dall’altra lo scombussolamento della nuova arrivata, che cambia drasticamente, ambiente, cibo, giaciglio, gruppo familiare, routine ed abitudini. Per i cani i cambiamenti sono sempre motivo di stress. Aiuta tutti nel processo con lunghe passeggiate insieme ed a mitigare eventuali screzi. La ricerca della posizione gerarchica sarà normale, ma con questa razza, bisogna essere cauti ed assicurarsi non si degeneri. Per il resto una volta stabiliti regole e limiti se nella new entry il carattere e tempra saranno come le due precedenti, non vedo alcun problema alla convivenza assicurando le premesse di leadership valida da parte tua, che ho menzionato.
Sul blog trovi un articolo che parla proprio di inserimento di un nuovo cucciolo/cane all’interno del preesistente “branco-famiglia”. Spero tu possa trovare utili consigli… https://alessiopalleschi.com/nuovo-cane-in-casa-come-presentare-un-cucciolo-al-cane-di-casa-facendolo-accettare/