La socializzazione del cucciolo. Come e cosa?
Abbiamo abbondantemente discusso in un altro articolo sull’importanza della socializzazione nei cani (se hai un cucciolo che non ha compiuto 14 settimane ti invito calorosamente a leggerlo ad integrazione di questo). Socializzazione intesa come quel periodo sensibile del cucciolo che va dalla quarta alla quattordicesima settimana con particolare enfasi sulle settimane dalla quarta all’ottava.
Siamo stati abbastanza chiari su altri articoli di blogdog su cosa rappresenti per un cucciolo e come si rifletta nel cane adulto dal punto di vista comportamentale ed emozionale. Volendo dare una dichiarazione anche qui potremmo riassumere in: La Socializzazione è quel periodo di vita del cucciolo (fino alla quattordicesima settimana) in cui l’allevatore ed il proprietario devono esporlo in maniera positiva e dunque nel modo corretto inteso come intensità, frequenza e tempistica ad oggetti, esseri viventi, esperienze e situazioni che con probabilità il cucciolo da adulto affronterà nel corso della sua vita.
Poco è stato detto però su come questa socializzazione debba essere fatta in pratica. Ci siamo soffermati a dire brevemente che il periodo critico che si credeva fosse una volta è stato rimodulato in periodo sensibile. Ma senza tralasciare l’importanza di questa finestra temporale e l’enorme vantaggio nello sfruttarla nei tempi giusti, pena l’ovvia enorme difficoltà a dover recuperare dopo. Però considerato che la parte più importante della socializzazione avviene proprio nei primi 56 giorni, avevamo delegato questo aspetto all’allevatore.
Ed in effetti è così, è proprio l’allevatore che si impegna nel fornire al cucciolo tutta quella serie di esperienze e mezzi per vivere una successiva vita da adulto nelle nuove case con i migliori presupposti. Ad ogni modo sappiamo bene che una volta arrivato a casa, pur stando attenti al non contrarre malattie, fino a che il periodo vaccinale non sia ancora concluso, sarà cura del proprietario far fare comunque il maggior numero di esperienze possibili al cucciolo, specialmente in base a quell’ambiente e quelle esperienze che più facilmente dovrà affrontare da adulto.
Nessun trauma
Sarà nostra cura come proprietari anche far si che queste esperienze non siano traumatiche o negative agli occhi del cucciolo proprio per evitare futuri problemi comportamentali con cose, persone, animali o situazioni. Credo che sia ben noto che un cucciolo che venga attaccato e subisca dolore da parte di un cane adulto crescerà sviluppando un timore ed una scarsa socievolezza nei confronti degli altri cani. E spesso questo sfocerà in aggressività intraspecifica di complicata risoluzione una volta adulto.

Spesso si dice come fare cucciolate casalinghe senza cognizione sia alquanto errato perché la selezione e l’allevamento implica alcuni criteri salutistici/logistici/sociali che non possono essere sottovalutati. Ma spesso l’ignorare determinate realtà e determinate dinamiche può, pur agendo in tutta buona fede, portare a voler un cucciolino, figlio della cagnetta che vive con noi, oppure voler fare questa esperienza di “vita” al nostro cane senza sapere esattamente quello che stiamo facendo. Ancora potrebbero essere alcune leggende metropolitane a far credere ad esempio che sterilizzare un cane dopo la prima cucciolata o dopo essersi accoppiato possa fare bene per ridurre il rischio di contrarre tumori ed altre credenze simili. I più scettici e riluttanti spesso affermano che il cane è arrivato fino ai nostri giorni nella cultura rurale avendo la possibilità libera di accoppiarsi e questa è la natura delle cose.
Scuccioliamo?
Beh non voglio fare di questo articolo una presa di posizione su ciò che sia giusto o su ciò che sia sbagliato secondo me. Lo scopo di Blogdog (e dunque mio) è quello di migliorare tramite l’informazione, per quanto possibile, la vita dei proprietari e soprattutto dei loro cani. Dunque se la signora “Lucia” non vuol sentire ragione e vuol far fare una cucciolata a “Dolly”, la principessa di casa, in un confronto diretto si potrà (e probabilmente lo faremo in articoli dedicati) cercare di farle capire come sia il caso che desista se non ve ne sono i presupposti che evidenzieremo motivandoli.
Ma credo sia ovvio che, a casa sua, la signora comunque farà quello che vuole, visto che la legge non lo vieta, non posso sicuramente io. Però la cara signora, qualora non ne fosse a conoscenza, è bene che sappia che non si tratterà solo di dare il giusto quantitativo di mangiare a Dolly e preparare una comoda e riscaldata cuccia. Ecco che mi auguro la signora Lucia legga questo articolo che le darà qualche informazione in più anche su quel periodo di socializzazione che precede l’arrivo alla nuova casa del cucciolo di 60 giorni.
Prima però qualche consiglio ovvio, ma che è bene ricordare:
- Se decidiamo di far accoppiare Dolly, assicuriamoci che non vi siano in lei o nel partner tratti caratteriali non desiderati come possessività esagerata, aggressività incontrollata. Queste caratteristiche sono geneticamente trasmissibili e spesso nei cuccioli che le manifestano sono causa di abbandono.
- Ovviamente ci saremo informati sulle potenziali malattie genetiche trasmissibili della razza, o della tipologia di meticcio che avremo ed avremo fatto i test del caso sia nei confronti di Dolly che del partner.
- Assicuriamoci di aver predisposto un piano alimentare per la mamma che sia adeguato (soprattutto nelle ultime 4 settimane di gestazione e quelle successive di allattamento). Ed un piano di svezzamento dei cuccioli idoneo.
- Assicuriamoci di avere un ambiente per i cuccioli che sia: 1) privo di shock termici (i cuccioli appena nati non termoregolano la temperatura del corpo) e fisici; 2) privo di potenziali fonti di incidenti (cavi, chiodi, spigoli acuti); 3) privo da sorgenti di stress e di paura; 4) potenzialmente idoneo affinché i cuccioli possano esprimere i normalissimi comportamenti del cucciolo alle prime settimane.
- Assicuriamoci di sapere dove ed a chi andranno i cuccioli una volta nati.
So di aver detto di non entrare nel dettaglio del giusto o sbagliato della “cucciolata casalinga” ma vorrei riportare solo due citazioni da due studi scientifici, al mero scopo di enfatizzare il concetto che bisogna essere preparati ed informati prima di intraprendere una scelta che ha un impatto sulla qualità di vita di esseri viventi.
Gli studi dimostrano che rimuoverli dal nido per 3 minuti al giorno durante i primi 5-10 giorni di vita fa scendere la temperatura corporea al di sotto del normale. Questa forma lieve di stress è sufficiente per stimolare i sistemi ormonale, surrenale e ipofisario. Quando sono stati testati più tardi da adulti, questi stessi animali erano in grado di sopportare meglio lo stress rispetto ai cuccioli che non erano stati esposti agli stessi primi esercizi di stress. Da adulti, hanno risposto allo stress in modo “graduale”, mentre i loro compagni di cucciolata non stressati hanno risposto in un modo “tutto o niente”. I risultati mostrano che la stimolazione precoce può avere risultati positivi ma deve essere utilizzata con cautela. Troppo stress può causare avversità patologiche piuttosto che superiorità fisica o psicologica.
Battaglia CL. Periods of early development and the effects of stimulation and social experiences in the canine. J Vet Behav. 2009
Considerando che la maggior parte dei cani sono tenuti come animali domestici, è importante che questi cani siano allevati in modo da garantire che si adattino facilmente a questo particolare stile di vita. Ciò significa che l’allevatore ha la responsabilità di selezionare i riproduttori in grado di produrre cani da compagnia, nonché la responsabilità di valutare i cuccioli e abbinare i proprietari con i cuccioli appropriati.
Puppy parties and beyond: the role of early age socialization practices on adult dog behavior
Nascono i cuccioli

- Non appena Dolly partorirà cominciamo immediatamente a manipolare i cuccioli e farli abituare ad essere toccati e manipolati. Facciamo tutto questo molto delicatamente ed assicuriamoci di non stressare oltremodo la mamma.
Questo è il periodo (imprinting-impregnazione) di pre-socializzazione vera e propria è un periodo che dalla nascita arriva fino alla terza settimana di vita. Avremo la capacità di far sviluppare meglio il cucciolo che all’ottava settimana avrà un comportamento più calmo, anche lo sviluppo neuronale può migliorare così.
I cuccioli che vengono manipolati dall’allevatore nei primi 10 giorni di vita sembrano avere una migliore gestione dello stress da adulti. Hanno dei miglioramenti rispetto ai cuccioli non manipolati rispetto a vari aspetti come benefici psicologici, un migliore sistema cardiovascolare, surrenale, funzioni immunitarie più forti.

A questo punto i cuccioli sono un pochino più liberi di poter interagire con i fratellini e sorelline della cucciolata e cominciano a sviluppare le capacità sociali. Alla quarta/quinta settimana di vita i cuccioli imparano a conoscere il senso della paura (Scott & Fuller) e man mano che crescono imparano a gestire cosa sia un potenziale pericolo e cosa non lo sia. La paura dell’uomo può comparire in questo periodo, ma una corretta manipolazione e socializzazione la fa sparire. Va da sè che cuccioli arrivati alla quattordicesima settimana senza aver mai visto l’uomo manterranno per tutta la vita una incapacità a formare una relazione salutare con l’uomo basata sulla fiducia.
- Più i cuccioli crescono e più dobbiamo aumentare in maniera incrementale il contatto con le persone. Partiremo con persone conosciute della famiglia, ma poi cercheremo di ampliare la tipologia facendogli conoscere, persone anziane, giovani e bambini, maschi e femmine.
- Incoraggiamo i nuovi proprietari a venire a vedere i cuccioli ed a cominciare a prendere dimestichezza con loro.
- Introduciamo i cuccioli a tutta una serie di stimoli presenti nelle nostre case e dunque aspirapolvere, lavatrice, rumore dell’acqua della doccia che scroscia. Introduciamoli a tutta quella serie di stimoli che potrebbero trovarsi ad affrontare nella vita adulta. Se non è possibile direttamente possono venire in aiuto le registrazioni sonore. Registrazioni delle macchine, dei tuoni, dei motorini, telefoni che suonano, bambini che giocano, campanelli, sirene.
- Forniamo ai cuccioli dei giochi di diverso materiale per far prendere confidenza con oggetti di plastica o di legno o di stoffa.
- Quando i cuccioli saranno già più grandicelli li porteremo ad avere quelle esperienze come il camminare su diversi tipi di substrato. Erba, terreno soffice, sabbia, asfalto.
- Faremo in modo che possano incontrare persone che da adulti vedranno arrivare a casa. Ad esempio il corriere dell’UPS, il postino, l’uomo/donna in uniforme, in camice, con il cappello, con gli occhiali, con il bastone o la sedia a rotelle, l’uomo con la barba e senza barba, di colore bianco o carnagione nera. Insomma quanta più varietà possibile.
- Faremo in modo che possano incontrare animali che da adulti vedranno o con cui dovranno convivere. Gatti, conigli, criceti, uccellini, galline, mucche, cavalli… non dimenticando la capacità e l’abilità predatoria dei cuccioli, modulando dunque gli incontri con il giusto grado di eccitazione e sicurezza.
- Allo stesso modo, dovranno abituarsi a vedere diverse dinamiche. L’uomo in bicicletta, la macchina che passa accanto, il rumoroso autobus, l’uomo che sposta un pacco grosso e/o pesante.
- Le dinamiche forse più importanti saranno quelle che si svolgono tra la mamma ed i cuccioli. Ma provvediamo a far conoscere ai cuccioli anche altri cani vaccinati, possibilmente il padre.
- Introduciamo (lo farà anche la mamma) il concetto di solitudine. Ovvero lasciamo il cucciolo per poco tempo in modo controllato da solo. Questo è un concetto troppo spesso svalutato che è causa di ansia da separazione nel cane adulto.
Comunichiamo l’importanza di proseguire questo percorso ai nuovi proprietari rassicurandoli che bastano sessioni di poche decine di minuti. Non è necessario perdere moltissimo tempo, ma è cruciale che quei 15 minuti ogni giorno oppure ogni due giorni vi siano, fino alla chiusura della finestra di socializzazione secondaria.
Il periodo giovanile
Il terzo periodo che prevede la chiusura del periodo della socializzazione (non oltre la quattordicesima settimana di vita) è un periodo in cui il cucciolo dovrà comunque continuare ad essere esposto al processo di esperienze che stiamo discutendo. Il periodo giovanile. Non è ben studiato quanto l’impatto sia propedeutico per la riuscita di un buon carattere e sviluppo sociale, ma è ben chiaro che abbia una sua rilevanza comunque. Non tralasciamo il fatto che la maggior parte dei cuccioli in questa età della gioventù avranno terminato il ciclo vaccinale e l’esposizione potrà essere ancora più fattibile che non prima.
Le esperienze di abitudine
Una volta a casa del nuovo proprietario sarà cura dei nuovi “genitori” provvedere non solo al terminare la socializzazione secondaria del cucciolo ma, anche a fornirgli tutti gli strumenti necessari affinché sia perfettamente introdotto nella società umana ed alle regole di casa. Qui verranno in gioco l’educarlo a fare la pipì fuori casa, il non mordere mobili, mani, gambe e non stringere troppo, la distinzione tra oggetti e giochi suoi ed oggetti della casa da non toccare, il giusto modo di dare il “benvenuto” agli ospiti, il restare da solo in casa per un determinato tempo, imparare il richiamo, il seduto ed il “lascia”, che sono comandi fondamentali per la sua sicurezza e quella degli altri, una volta adulto.
Tutto ciò lo abbiamo affrontato già negli articoli dedicati, sotto il menù Educazione ed Addestramento. Particolare aspetto invece dedicato alla sicurezza del cucciolo lo abbiamo affrontato nell’articolo dedicato agli incidenti domestici e come evitarli, avevamo proprio un occhio di riguardo nei confronti dei potenziali pericoli per i cuccioli.
A volte gli allevatori non riescono per svariati motivi a fornire tutto l’insieme di esperienze. E dovremmo farlo noi proprietari, ad ogni modo superata l’ottava settimana, in ogni caso, il cucciolo dovrà essere anche abituato a vivere nel mondo esterno e nella società moderna. Comincia ad essere più grandicello e le sessioni di socializzazioni fatte saranno la base delle sue future esperienze di vita. E’ il momento di insegnargli a vivere. Le sessioni non saranno più quelle di 15 minuti, saranno lezioni di vita. E così, per il suo bene, lo abitueremo alle esperienze di:
- Visite veterinarie e sedute di toilettatura inclusa manipolazione orecchie, zampe, unghie che se non abituati da cuccioli, diventano dei “grattacapi” nel cane adulto.
- Visite in case diverse di amici e conoscenti ed il giusto modo di rapportarsi.
- Esperienze in ambienti affollati come bar, ristoranti, negozi ed il giusto modo di rapportarsi.
- Stazione degli autobus, del tram, salire sul mezzo di trasporto.
- Ascensori e Scale mobili, salire e scendere senza traumi.
- Mare, spiagge, campagna, fiumi e laghi, se sono zone facilmente raggiungibili e/o che vedranno l’adulta versione del cucciolo doverci avere a che fare.
- Spostamenti nei viaggi brevi e lunghi in macchina.
- Parchi giochi per bambini ed aree cani.
- Traffico urbano.
- Pioggia, temporali, tuoni, fuochi d’artificio
Se chi li ha allevati non lo ha fatto, ovviamente introdurremo l’abitudine al cucciolo, di vedere, sentire ed odorare, quello che sono le esperienze come l’aspirapolvere in casa, il ventilatore, campanelli. Sia se avremo o meno bambini in casa sarà bene abituare il cucciolo agli oggetti dei bambini piccoli ed ovviamente ai bambini piccoli, ma questo lo abbiamo visto in maniera dettagliata proprio negli articoli dedicati a cani e bambini.
Beh, credo sia abbastanza chiaro che un cucciolo non socializzato possa sviluppare tutta una serie di problematiche che lo potranno portare a sviluppare quasi sicuramente comportamenti errati, asociali o pericolosi da adulto. La paura e l’aggressività sono le prime forme che notiamo in cuccioli non socializzati ma, anche in cuccioli socializzati male, e sono quelle che destano le maggiori preoccupazioni dei proprietari.
Come accennavamo prima, un trauma subito da cucciolo da parte di un cane adulto comporterà una paura ed un’aggressività intraspecifica importante, così come un trauma associato ad un individuo di altra specie. Ma anche l’esposizione alle varie esperienze deve essere gestita in maniera delicata e calibrata. E’ risaputo che spesso i cani che da cuccioli durante il periodo di socializzazione abbiano vissuto un’esperienza di forti rumori traumatici come i tuoni o gli spari, poi da grandi sono più propensi ad aver paura dei temporali, fuochi d’artificio. Dunque la socializzazione fatta male può comportare un problema per la predisposizione alla comparsa di problematiche comportamentali.

Alcuni studi sono stati condotti da Scotte & Fuller negli anni 60 (Scott JP, Fuller JL. Genetics and Social Behavior of the Dog. Chicago, IL, USA; University of Chicago Press; 1965) per determinare caratteristiche razza-specifiche, nel periodo di socializzazione. Essi infatti notarono piccole differenze di una settimana nel comportamento nei confronti della paura, a tre settimane e non a quattro, dei piccoli di Fox Terriers a Beagles rispetto a quelli di Cocker Spaniel e Pastore Scozzese. Ma tutte le razze comunque alla quarta settimana avevano acquisito questo tipo di risposta. Possiamo dire che l’argomento debba essere analizzato nello specifico, ma parliamo di dettagli.
Per i Coppinger (Coppinger R, Coppinger L. Dogs: A New Understanding of Canine Origin, Behavior, and Evolution. Chicago, IL, USA: University of Chicago Press; 2002) Ogni razza di cane dovrebbe ricevere un tipo di socializzazione specifica. Loro provarono che socializzando un Labrador con degli animali da branco erbivori, il cane da adulto non ebbe comunque mai quella devozione al lavoro come pastore, come invece innato in particolari razze. Ma questo se vogliamo è alquanto comprensibile, la famosa “memoria di razza” che speso nominiamo ha delle radici genetiche prima che di esperienza di vita ed addestramento.
Nessuna differenza è documentabile ad oggi (che io sappia) sulla necessità di offrire un diverso tipo di socializzazione tra i cuccioli di sesso differente. Ovviamente la tendenza tipica riconosciuta ad avere il maschio che solitamente è più grosso a dimostrare atteggiamenti dominanti e la predisposizione della femmina a ruolo di protettrice, più coccolona ed “educata”, sono indipendenti dalla socializzazione se affrontati solo dal punto di vista ormonale e fisico.
Anche la quantità di socializzazione è ancora poco esplorata. Penso sia alquanto ovvio per quanto trattato fino ad ora che c’è un minimo di socializzazione che vada offerta ai cuccioli ma non è chiaro se vi sia anche un massimo consigliato. Credo che il buon senso debba regnare sovrano, offrendo ai cuccioli il giusto numero di stimoli, con la giusta intensità e frequenza, senza stressarli e senza strafare… in definitiva il giusto metro risiede nella capacità di ognuno di noi.
Le guide di Blogdog
Per avere una base completa, che dia le nozioni per l’allevamento e l’addestramento del cucciolo, ho creato nella prima delle Guide di Blogdog un manuale nel quale parecchi miei articoli trovano il loro spazio in un percorso temporale che dalla nascita del cucciolo lo accompagnano fino all’età adulta. Disponibile su Amazon sia in formato e-book che cartaceo.

Conclusione
Quanto appena detto era necessario per entrare un po’ più nel dettaglio di quelle che fossero le esperienze utili per un cucciolo per aiutare a formare la sua capacità cognitiva, la sua predisposizione e il suo carattere che lo vedrà da cucciolo ad adulto pronto ad affrontare il mondo della società canina ed umana nel migliore dei modi.
Far frequentare delle puppy class ai cuccioli anche dopo il periodo di socializzazione sembrerebbe diminuire la probabilità che il cucciolo da grande dimostri comportamenti antisociali, comportamenti aggressivi e che venga più facilmente abbandonato. Così come il restare insieme ai fratelli della cucciolata più a lungo dei 60 giorni ha anche dimostrato essere un valore aggiunto da questo punto di vista. Però in definitiva non vi sono studi che diano la certezza che il frequentare puppy class dopo la quattordicesima settimana abbia un effettivo impatto sulla socievolezza. Certo è che rafforza il legame con il proprietario, aiuta nella relazione da adulto anche nell’obbedienza.
Ma anche una corretta socializzazione ed un corretta esposizione del cucciolo, come abbiamo discusso, sembra essere sufficiente per dare le basi di un corretto sviluppo comportamentale e psicologico. Le puppy class del resto possono, se fatte male, anche portare svantaggi se vogliamo.
L’argomento potrebbe dare spazio a ben altre precisazioni e trattazioni e che saranno incluse, come dicevo, nel primo volume delle guide di Blogdog (Finalmente un cane!), interamente dedicata al cucciolo, alla sua scelta, alla sua crescita ed alla sua educazione. Un libricino di più di 150 pagine dove ho raccolto tutte le nozioni scritte nei miei articoli, ordinate in maniera più precisa. Ad esempio alcuni studi portano a considerare come fattore predisponente nell’avere un cane adulto facilmente impaurito per l’incontro con persone estranee (ad esempio) ,non sia solo la socializzazione del cucciolo ma, anche fattori che sembrano essere influenzati dalla taglia, sesso, condizione di sterilizzazione o meno e dimensioni del cane adulto. Potendo non finiremmo mai di addentrarci nel meraviglioso mondo di questo nostro amico a quattro zampe… e nei limiti del possibile tenterò di farlo con l’umiltà del caso.
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Ciao! Sono Alessio Palleschi
La mia passione per la cinofilia, che mi segue da 40 anni, mi ha portato negli ultimi tempi a voler aiutare sempre più persone a creare un rapporto migliore con i propri cani, a gestire e far crescere il proprio cane nel migliore dei modi in completa autonomia. Esplora gli articoli, le guide e gli approfondimenti che ho pubblicato su questo Blogdog!