L’alimentazione di qualità per cani. Cosa sono i croccantini ?
Guida alla scelta del cibo e come scegliere i croccantini
Volete sapere come si fa a leggere nelle etichette del cibo per cani comprendendole? Tra nome dei croccantini, composizione, ingredienti ed additivi è un labirinto? Siete nel posto giusto ma… armatevi di pazienza perché non sarà una lettura veloce. Ma dopo questa lettura se sopravvivrete…sarete super-esperti 😊
In un altro articolo, che trovate qui; abbiamo affrontato il problema dell’antropomorfizzazione diffusa ed incontrollata che rischia di non essere rispettosa dell’alterità animale. Vedere nel proprio animale domestico una figura umanizzata è molto comune ed allora a maggior ragione dovremmo rispettarne le esigenze dietetiche e più in generale quelle funzionali di specie, per non parlare di quelle etologiche.

Indiscutibile il senso comune, quasi il ‘dovere’, di considerare il nostro cane come un membro della famiglia. Li definiamo ‘figli’, ‘fratelli’ e altri appellativi dolcissimi e comprensibilissimi. Ma allora nasce spontaneo pensare: <Se per te è come un figlio…. vorrai nutrirlo al meglio delle tue possibilità…>.
Perché dico questo? Perché sono un forte sostenitore del cibo naturale al contrario di quello industriale. Ma comprendo che a volte possa essere anche un “must” dover alimentare con mangime sia per motivazioni cliniche (sarà il nostro veterinario a consigliarci), sia logistiche che economiche. Per cui cercando di essere il più obiettivo possibile darò una “overview” completa dell’argomento
Questo articolo non è per tutti, ma solo per coloro i quali in una sola lettura (ovviamente lunga per essere inclusiva di tutte le nozioni necessarie) vogliono imparare a conoscere il mondo del mangime per animali domestici, capirne le dinamiche, la fabbricazione, come leggere le etichette, le tabelle ed i valori riportati e (spero di riuscirci) far optare, color che possono, a nutrire diversamente i propri amici a quattro zampe con cibo naturale e non commerciale, per i dettagli ovviamente bisognerà entrare nel dettaglio legislativo.
Legge e regolamentazioni
Per coloro che non vogliono, oppure obiettivamente non possono scegliere un regime alimentare diverso dal fresco, cercherò di dare quelle indicazioni per fare la scelta che sia “il male minore”.
Fondamentalmente tutto parte dalla legislazione a livello Europeo che detta delle regole (con aggiornamenti, e variazioni):
- Regolamento (CE) n. 767-2009
- Regolamento (UE) 2017- 2279
- Regolamento (CE) n. 1069-2009
- Regolamento (UE) n. 142-2011
- Regolamento (UE) 2017-1017
- Direttiva del Consiglio 70-524-CEE
- Direttiva del Consiglio 96-25-CE
- Regolamento (UE) 68-2013
- Regolamento 853/2004
Tali regole sono atte a cercare di garantire la salute principalmente della società umana e successivamente dei nostri amici animali cercando di far si che il consumatore sia tutelato. In realtà non si spingono mai nel dettaglio e come ben sappiamo <fatta la legge… nasce l’inganno>.
La FEDIAF (UUSDA in USA) è un organo che dà le linee guide sulla regolamentazione dei mangimi per i nostri cani a cui le aziende fanno riferimento. Dunque è quella che dice che se “tu azienda” scrivi al “sapore di rinoceronte” la quantità di rinoceronte presente può andare da 0 a 4%, cioè ci può essere solo il profumo…

Cerchiamo di essere obiettivi la FEDIAF è un’organizzazione non governativa. E’ la Federazione Europea dell’Industria degli Alimenti per Animali Familiari… E’ come se io mi facessi un regolamento e poi mi impegnassi a rispettarlo…ma l’ho fatto io!!! Quest’ultimo commento l’ho riesumato dall’affermazione del giudice durante il processo alle case mangimistiche tenutosi in USA per la contaminazione e la morte di migliaia di animali da compagnia nel 2007 in tutto il mondo.
Lo scandalo melamina nel cibo per cani del 2007
Per chi non lo sapesse nel 2007 vi fu questo enorme scandalo (non è il solo ovviamente… ad esempio la presenza di pentobarbital fu protagonista di un altro scandalo, micotossine di vario tipo riscontrate nel pet food è ancor più recente…ecc, ecc) denominato “the largest pet-food recall of the history” che portò in tribunale i grossi produttori di mangime con l’accusa di aver causato con i mangimi alterati la morte di migliaia e migliaia di animali. Visto che in italiano sembra ci sia stata davvero poca enfasi a riportare la notizia lo dico io in breve: Durante il processo di acquisizione delle materie prime della catena di fabbricazione dei mangimi una compagnia cinese fornì a prezzi molto bassi farine di glutine di frumento e proteine del riso e della soia per il processo di fabbricazione delle crocchette, farina alterata con un composto chimico chiamato melamina. Composto che faceva risultare dai test di laboratorio un alto contenuto proteico della farina, senza che in realtà vi fossero proteine disponibili.
Questo è possibile perché i laboratori controllano il livello di azoto (di cui questo composto è ricco) presente nelle farine per determinare il quantitativo proteico non effettivamente la presenza di aminoacidi. Quello che risultò fu, al di là della frode e della cattiva nutrizione degli animali, che migliaia di cani e gatti morirono a causa di questo composto chimico. MENU FOOD, NESTLE’ PURINA PET CARE CORPORATION, HILL’S PET NUTRITION e DEL MONTE PET PRODUCTS furono costretti a ritirare dal mercato molti prodotti in Nord America, Europa e Sud Africa dopo che la morte di molti animali era stata ricondotta con l’uso dei loro mangimi.
Volendo prendere un insegnamento da questa storia che non sia accusatorio possiamo per il momento dire che se sul pacco di mangime c’è scritto 35% di proteine grezze… dobbiamo essere in grado di capire quanto esse siano proteine da carne e quanto proteine da composti azotati o proteine vegetali… facile? Non proprio!
Ma prima…un po’ di dati oggettivi
Nel mondo consumistico occidentale, il fatto che (indagine multi scopo sulle famiglie italiane dall’ ISTAT 2006) il 36,0% delle famiglie possiede uno o più animali, ci fa capire come quello che gira attorno alla cura e mantenimento degli animali domestici sia un business importante.
La spesa annuale totale per gli animali domestici era valutata intorno ai 4 milioni di euro nel 2002 (Fonte studio Eurispes 2002) e così distribuita: 42 % Prestazioni veterinarie; 38 % Alimentazione; 26% medicinali e prodotti igienici; 20% Accessori ed altro.
Come potete notare, una buona fetta di budget veniva e viene impiegata per l’alimentazione e questi dati non hanno fatto altro che aumentare, come risulta dallo studio Eurispes 2018 (per cibo, vaccini e spese veterinarie, igiene e pulizia, il 57,7% di chi possiede un animale domestico mantiene al di sotto dei 50 euro le spese mensili per prendersene cura. Aumenta invece “considerevolmente” il numero di chi spende da 51 a 100 euro mensili (31,4% a dispetto del 15,4% nel 2017). Sempre meno diffusa l’abitudine di preparare i pasti con alimenti freschi, piuttosto che offrire cibo per animali già pronto (37,3%). Ad oggi nel mondo la spesa per animali domestici è più di 110 miliardi di dollari…
L’interesse non è poco…
E’ chiaro che le industrie mangimistiche abbiano parecchio interesse a mantenere ed incrementare tale tendenza ed è per questo che assistiamo quotidianamente al bombardamento mediatico rivolto proprio da questo settore e manipolazioni del settore in generale (logica delle lobby del farmaco).
Il proprietario del proprio cane ovviamente vuole dare il meglio che il mercato possa offrire, cercando di bilanciare costo-qualità dei mangimi in commercio ed ogni industria si è sbizzarrita nel produrre le più disparate varietà di cibi, convincendo la massa che il cibo commerciale sia migliore di quello casalingo. Non sono rare le occasioni in cui parecchi proprietari asseriscano che una ciotola di croccantini sia superiore, come qualità organolettiche, a un pasto casalingo che comprenda una (vera) bistecca di manzo.
Per ogni età, razza e predisposizione esiste una variante speciale anche se (seppure con minime variazioni nella composizione) sono in linea di principio quasi tutte uguali.

Ce n’è per tutti i tipi
Esistono alimenti specifici per cani obesi, per cani con problemi alle articolazioni, con patologie epatiche e renali, per cani con stomaco e intestino sensibili, per cani con allergie e chi più ne ha più ne metta. In genere si può ormai comprare anche un cibo specifico per ogni razza canina, per cani sterilizzati e non, insomma, c’è il cibo “giusto per ogni esigenza”, tutti con una composizione specifica. Aspettiamo con curiosità il mangime per i cani con occhi marroni e quello per cani con occhi azzurri.
Ma cosa cerchiamo per i nostri cani?
Cosa cerca il padrone più coscienzioso utilizzatore di mangimi? La qualità! Parola chiave che identifica il percorso da intraprendere per migliorare le condizioni di vita degli animali che gestiamo, non limitandoci solo al mantenimento di standard minimi di benessere, ma operando per un innalzamento della qualità delle condizioni di gestione.
Un approccio olistico alla convivenza con gli animali implica anche che il loro punto di vista entri a pieno titolo nei parametri d’indagine e di valutazione. Il punto di vista animale può essere indagato prima di tutto chiedendo agli animali che cosa ‘vogliono’.
Questo è’ quanto facciamo applicando test di preferenza e di avversione, valutando il grado di motivazione esibito ed identificando attitudini, inclinazioni e ‘personalità’. Provate a mettere due ciotole davanti ad un cane, una con croccantini ed una con la famosa bistecca di manzo… e lasciate che scelga lui…
L’Informazione è necessaria
Ma cerchiamo di non cadere nell’errore dell’estremismo sciocco e, prima di esprimere un giudizio, informiamoci ed esaminiamo per bene quelle che sono le opzioni di dieta disponibili per il nostro cane.
Acquistare uno o più libri dedicati all’argomento è una scelta matura e coscienziosa… li avrete sempre a portata di mano come il “ricettario della nonna” e sarà un ”reminder” per le conoscenze che acquisirete leggendoli, pensateci bene…quante volte avrete acquistato riviste sui cani, libri per l’addestramento, avrete guardato programmi dedicati alla cinofilia, libri per ricette di dolci? Ed allora perché non spendere qualche euro anche per far mangiare i vostri cani come volete che meritino?!
Quali sono le alternative?
Nella scelta delle diete potremmo dividere le opzioni in due categorie: Preparazione pasto fatto in casa e cibo commerciale.
Vi sono svariate forme di diete esaltate per la loro forma più “naturale” (barf, casalinga, etc) piuttosto che commerciale, come il cibo secco (crocchette) o umido (scatolette varie). Prendiamo ad esempio il classico caso della famiglia con figli che prepara il pranzo per sé e nel frattempo pensa anche all’amico a quattro zampe e poi confrontiamola con una rappresentanza generale di mangime industriale (oppure ancora meglio, cerchiamo di capire cosa sia e come venga prodotto quest’ultimo).
Cerchiamo la qualità
Potremmo cercare parametri per coadiuvare la naturalezza, completezza organolettica, velocità di esecuzione, praticità di conservazione, facilità per essere mantenuta in termini di approvvigionamento della materia prima ed impegno conoscitivo, ma al di là delle più disparate ragioni, che siano esse logistiche, economico-culturali per la scelta di un tipo di dieta rispetto ad un’altra, soffermiamoci solo sulla qualità (quella di cui parlavamo prima).
Quello che qui mi propongo di fare è dare un aiuto a comprendere cosa ci sia dentro un pacco di crocchette per cani. Dare le indicazioni per una scelta oculata di quest’ultimo in base alle proposte del mercato scegliendo tra l’enorme quantità di possibili scelte. Ma non me ne vogliate se cercherò anche di indirizzare coloro i quali possono permetterselo e sono ancora indecisi, ad optare per una dieta naturale di cui parlo nel dettaglio negli articoli dedicati.
Preparazione piatto casalingo cotto

Generalmente chi utilizza questo tipo di alimentazione per il proprio cane si rifornisce negli stessi posti che riforniscono l’utenza di cibo per consumo umano (supermercato, fruttivendolo, macellaio, pescivendolo, etc). Una tipica porzione pasto, in linea di massima, generalizzando potrebbe essere così strutturata: 60% carne (Proteine) / 25% Verdure/ eventualmente Riso (Carboidrati-Minerali-Vitamine) / 15% (Grassi)/ Frutta (Minerali e vitamine).
Nota:
il quantitativo di proteine può raggiungere anche il 70% in relazione alla razza ed all’attività fisica o dover scendere al 50% per difficoltà renali o problemi al fegato. Per esempio cani da caccia utilizzano livelli molto alti di Proteine durante la stagione venatoria. Mentre in altri casi il quantitativo di carboidrati può scendere fino al 10%… Ogni cane ha un’esigenza particolare che ovviamente valuteremo in base al nostro caso. Questo è anche un vantaggio della dieta casalinga, cioè quello di poter calibrare sul nostro cane esattamente ciò di cui ha bisogno e non fornire un alimento che è messo li sullo scaffale ed è indicato potenzialmente per due cani diversissimi tra loro.
Per cui per un cane di taglia media del peso di 28Kg con un’attività fisica normale (che quindi include due ore di passeggiata ed almeno un’ora di gioco) secondo le linee guida della WSAVA (World Small Animal Veterinary Association) ha un fabbisogno calorico giornaliero di 1020 Kcalorie Per i fattori moltiplicativi di cui discuteremo in altri articoli, arriviamo a circa 1500Kcal al giorno. Suddivideremo il tutto in proteine, carboidrati, grassi, verdure ed eventualmente frutta.
Gli alimenti che finiscono nello stomaco del vostro cane
Carne /Pesce /Frattaglie/Uovo + verdure cotte (in primis carote e zucchine) + (se è il caso) Riso (molto cotto…energia velocemente disponibile) + un filo d’olio se tale quota non è già compresa nel quantitativo grasso animale presente nella carne (meglio se di semi di girasole, olio di salmone o evo gusto non forte) e frutta. Extra ciotola: yogurt
Tali alimenti hanno dato un apporto organolettico di: Carboidraiti – Proteine – Grassi – Omega 3 / 6 – Vitamine – Minerali – Pro-biotici.
Qualità, ma con giudizio
Per le quantità e la ciclizzazione ogni proprietario sarà informato su come suddividere tali ingredienti. Vuoi per esperienza o perché effettivamente informatosi attivamente tramite letture sull’argomento o perché (ancora meglio) non solo informato, ma anche accompagnato nelle scelte (sopratutto se alla prima esperienza) da un veterinario/nutrizionista. La scelta di un tipo di alimentazione fresca deve essere accompagnata da alcune nozioni ovviamente: si saprà ad esempio che eccessivi quantitativi di fegato di manzo sarebbero controproducenti per l’elevata quantità di vitamina A presente, così come controproducenti eccessive quantità di pesce (se offerti crudi) che contengono la Tiaminasi , che è un anti-vitamina (per citarne alcuni) e si regolerebbe di conseguenza.
La dieta casalinga DEVE essere equilibrata
Io affronto l’argomento alimentazione casalinga nel dettaglio qui “La dieta casalinga equilibrata”. E metto sul blog a disposizione un calcolatore di tutti i micronutrienti necessari per paragonare a quello che offrite scegliendo una determinata quantità di cibi. Lo trovate qui: “Calcolo Blogdog”
Avere le basi è obbligatorio prima di effettuare un’integrazione. Il veterinario è senza ombra di dubbio la figura a cui rivolgersi in questi casi, se non si possiedono le specifiche conoscenze. Nei forum e sui social troviamo tante persone che (senza cognizione) consigliano e danno indicazioni su come integrare alcune diete basandosi sull’esperienza diretta con i propri cuccioli, magari perché consigliati dal veterinario e quindi “forti” di un’autorevole giudizio scientifico, ma non sufficientemente consapevoli di come quell’integrazione fosse perfetta per il loro caso, ma non applicabile al vostro. Avremo modo di trattare la questione ‘integratori’ in un articolo dedicato. Intanto è bene sottolineare quanto sia importante NON GENERALIZZARE quando si parla di integrazioni alla dieta. Qui sì che è necessario differenziare razze, sesso, età dell’animale, dispendio fisico e stato (gravidanza/allattamento/cuccioli/ecc.)! “Integrazione si o no?”
Veterinario…la “figura” amica
Come dicevamo: Il veterinario è sicuramente la figura più adatta da consultare in caso di dubbi.
I veterinari intervistati nel servizio televisivo di Report (“Troppa Trippa http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Report-Troppa-trippa-inchiesta-su-mercato-cibo-per-cani-e-gatti-in-italia-croccantini-video-9b47ed6b-76f0-4435-b0fb-0ae03334e117.html) consigliano di scegliere per i nostri animali una dieta casalinga basata su alimenti freschi, che sia ben bilanciata per gli animali. Una dieta casalinga corretta è benefica per la salute degli animali e fa risparmiare. Ma voglio ribadire che se non si ha la preparazione necessaria bisogna documentarsi e/o farsi seguire.
La qualità della dieta casalinga ovviamente è abbastanza alta considerando che lo stesso cibo lo troviamo sulla tavola del proprietario. I metodi di cottura leggermente diversi, consideriamo che per un cane i carboidrati devono essere ben cotti, mentre le proteine della carne meno cotte per una migliore assimilazione e digeribilità dei nutrienti, un po’ il contrario di ciò che va bene per noi.
Preparazione croccantini

E qui si apre un mondo… consideriamo innanzitutto che le fasi di preparazione non sono proprio da “cucina della mamma”. Gli ingredienti per alimenti per cani secchi vengono lavorati a temperature molto elevate (con conseguenti problematiche di cui vi parlerò). L’ottenimento delle carni non deve essere specificato dalla casa produttrice, quindi non prescinde che la carne non sia separata meccanicamente ma denaturalizzata. Quindi prima di parlare di materie prime dovremmo capire il processo di “lavorazione” che c’è dietro la preparazione del cibo.
Quindi cos’è la carne separata meccanicamente? E come è separata?
Carne separata meccanicamente:

Questo è un processo utilizzato sia nella produzione di cibo umano che nella produzione di alimenti per animali domestici. La carcassa è macinata fino a un prodotto pastoso. Questo è passato attraverso alta pressione e setaccio per estrarre la carne dalle ossa. Eventuali particelle ossee dovrebbero essere catturate dal setaccio. Con questo processo vengono macinati anche tendini, vene e arterie. La carne separata meccanicamente è un prodotto denso molto nutriente.
Gli ingredienti artificiali
Per rendere la carne separata attraente e darne sapore e colore, vengono aggiunti ingredienti artificiali. Qui è dove sorgono problemi ed ha a che fare con ciò che i produttori possono aggiungere legalmente per rendere i prodotti “più accattivanti”. Legalmente, i produttori di alimenti per animali domestici possono aggiungere nuovi colori.
Il risultato finale è una melma rosa molto poco appetitosa.
Carne denaturata:

Nel mondo alimentare il termine denaturato si utilizza per due scopi: 1) denaturare le proteine; 2) Prevenirne il consumo umano. Ovviamente qui parleremo del secondo caso.
Esistono diversi modi per creare un prodotto denaturato. Dal punto di vista del produttore di carne, denaturare significa aggiungere qualcosa per marcare carne o prodotti a base di carne. Questo è fatto in modo che siano facilmente identificati come “non commestibili: non destinati agli alimenti umani”.
Il Dipartimento dell’Agricoltura consente di identificare la carne con un colore, un odore o un sapore distinti, in modo tale che il prodotto non possa mai essere scambiato per cibo umano.
ATTENZIONE!!
Ciò non impedisce di usarli come carne negli alimenti per animali domestici.
L’USDA consente ai seguenti ” agenti identificativi ” di essere utilizzati come agenti denaturanti. (E nessuno di loro suona come le cose che vogliamo che i nostri cani mangino):
- -Acido carbolico grezzo; Disinfettante crisico;
- FD & C green No. 3 colorazione;
- Colorazione FD & C blu n. 1 e n. 2;
- Carbone finemente in polvere o coloranti neri;
- Qualsiasi disinfettante fenolico conforme alle norme commerciali CS 70-41 o CS 71-41 che deve essere utilizzato in almeno due percento di emulsione o soluzione;
- Una formula composta da 1 parte FD & C colorante verde n. 3, 40 parti di acqua, 40 parti di detergente liquido e 40 parti di olio di citronella;
- Una soluzione al 6% di acido tannico per 1 minuto, seguita dall’immersione in un bagno d’acqua, quindi immergendola per 1 minuto in una soluzione di colorante giallo n. 5 FD & C dello 0,022%;
- Una soluzione di acido tannico 0,0625%, seguita da immersione in un bagno d’acqua, quindi immergendolo in una soluzione di acido ferrico 0,0625%;
- N ° 2 olio combustibile, brucina sciolta in una miscela di alcool e olio di pino o olio di rosmarino, carbone finemente polverizzato;
- Un 4% o 6% in peso di osso duro grossolanamente macinato;
- “Altre sostanze di proprietà” approvate dall’USDA
Come viene ottenuta la carne resta un mistero
Proprio come la carne separata meccanicamente, il colore artificiale può essere aggiunto alla carne denaturata per farlo sembrare normale e le aziende di alimenti per animali domestici non devono elencare in nessuna parte dell’etichetta che sia stata utilizzata carne separata meccanicamente o denaturata.
Ultimamente dopo l’eco delle sostanze cancerogene (BHA BHT) usate come conservanti i produttori affermano di non usarli nei loro mangimi… beh il fatto che loro non li aggiungano nel processo di produzione non vuol dire che la casa produttrice delle farine, da cui si riforniscono, non li abbia usati. Ma anche se le farine le contengono, oro non sono tenuti a dichiararlo perchè nel loro processo non sono sati aggiunti… assurdo eh?!
La brutta verità è che molti produttori oggi si preoccupano solo dei profitti e dei loro margini di profitto e la popolazione animale ne sta pagando il prezzo. Le strutture dell’USDA che producono carne per l’uomo sono tenute a denaturare qualsiasi prodotto a base di carne destinato al cibo per animali domestici. Non dovrebbe esserci alcuna possibilità che una persona possa mangiarlo.
Allora?! Cosa c’è solitamente in una ciotola di croccantini per cani?
Vediamo di seguito cosa andranno a mangiare i nostri amici a quattro zampe.
Munitevi di pazienza e di voglia di imparare (alla fine siete arrivati a leggere fin qui, quindi i presupposti ci sono). Perché c’è tutto un mondo da conoscere e…. riconoscere.
I “rumori” e le strategie
Sicuramente avrete sentito “storie” di prodotti chimici, conservanti, esaltatori di sapidità. Ormai esistono anche numerose marche che dopo questi rumori hanno cominciato a sostenere di fare a meno di elementi nocivi. Gli stessi produttori però non ci dicono come il loro cibo possa risultare con scadenze di almeno un anno (anche mooolti di più).
Come dicevo (ma lo ribadisco), il fatto è che molte case mangimistiche comprano sostanze di base che già contengono conservanti, dunque non devono aggiungere altri additivi al prodotto che trasformano, quindi non li devono neppure dichiarare. In altre parole se su un sacco di mangime per cani c’è scritto senza additivi ciò significa solo che nella fase di preparazione del mangime il produttore non ne ha aggiunti.
Questi ed altri trucchi li affronto in un articolo dedicato ai trucchetti che usano i produttori per confonderci e vendere di più. Consiglio vivamente di leggerlo (è mooolto più breve 😉 ) Qui il link:
Leggiamo l’etichetta
Secondo le direttive della Federazione Europea dell’industria per il cibo da animali di compagnia FEDIAF, l’etichetta è essenziale e dovrebbe essere scritta in modo chiaro. Questo dovrebbe permettere, a chi acquista il prodotto, di capire facilmente cosa si trovi al suo interno. In realtà bisogna essere informati sul modo giusto di interpretarne le voci perché non è per niente intuitivo e di seguito vedrete il perché.
Nome del prodotto
Diciture generiche sul nome del prodotto:
Agnello/pollo/tacchino: se davanti non vi è la dicitura “carne di” si è di fronte ad una materia prima “generica” ovvero, non sappiamo che parte dell’animale venga usata.
Con pollo, manzo, salmone:
significa che almeno il 4% deve essere pollo/manzo/salmone…un po’ pochino no?!
Con alto contenuto di pollo, o ricco di pollo, o con extra pollo:
tale percentuale deve salire al 14%… a me sembra comunque ancora poco..
Cibo al gusto di… oppure Aroma di… oppure Cibo con…:
significa carne contenuta inferiore al 4% (da 0 a 4%). Oppure a volte proprio assente, perché questa dicitura non impedisce che non ci sia la carne di.. , ma soltanto una sostanza che ne ricrei il sapore, gusto o l’odore.
La Tabella di analisi del prodotto
E’ una delle cose che guarda chi sa come dovrebbe essere la composizione di un cibo equilibrato o cerca riscontro su quelle che sono le indicazioni ricevute dal nutrizionista o dal veterinario.
Qui sono presenti non gli ingredienti, ma quel tipo di informazioni legate al contenuto del pacco in termini di nutrienti e quindi umidità, proteine, grassi, fibre, ceneri, acidi grassi omega 3 ed omega 6. Tali indicazioni come quantità minima di grassi grezzi o cenere, in realtà non corrispondono al valore effettivo:
Se abbiamo un’indicazione come quantità minima di grassi grezzi del 7% vuol dire che bene che vada ce n’è il 7%, ma non per questo possiamo mettere la mano sul fuoco che non ve ne sia il 10 o 14%. Serve però come dato di riferimento per il confronto con altri prodotti, magari di altre marche.
Proteine
Inoltre, se pur per legge il mangime deve essere completo rispettando le quantità minime di proteine, vitamine, minerali come sancite dalla NRC, in realtà i controlli delle proteine (ad esempio) vertono sul calcolo del composto azotato. ciò se le proteine sono provenienti da fonti vegetali o legumi rientrano nel calcolo anche se qualitativamente un animale come il cane dovrebbe assumere proteine più dalla carne con presenza di aminoacidi ben diversi. Senza parlare quando queste proteine provengono da materie prime come setole, piume, becchi, zoccoli…. avranno un calore biologico pressoché nullo, ma la legge è rispettata…
Carboidrati
Il valore di carboidrati non viene mai inserito.. e c’è una buona ragione. Il quantitativo normale di carboidrati per un cane dovrebbe attestarsi intorno al 20-25% del pasto ed invece nei croccantini la presenza non può essere più bassa di un 35% per necessità di produzione, ma spesso è anche più alta per risparmiare sulle ben più care proteine…
Umidità
Umidità al x%: quantitativo di acqua presente nel cibo. Non sottovalutate questo dato perché ha un influenza di grande rilevanza su quelli che sono i calcoli dei valori della tabella stessa. Confrontare due mangimi dal punto di vista delle analisi quando riportano valori di umidità diversi non è intuitivo, ci potrebbe essere un divario enorme. Perché una cosa è calcolare il valore nutriente su massa umida ed un altro è farlo su massa secca. In realtà per poter confrontare i valori di nutrienti di due marche diverse, andrebbero convertiti entrambi in quantità per massa secca allo stesso valore. Facile no?! ☹
Ad esempio un’etichetta che dica: <carne fresca di manzo 100%> significa che ci sarà un quantitativo reale di manzo del 25% perchè 75% sarà acqua. E dunque un’etichetta che dica: <carne di manzo disidrata 30%> avrà presumibilmente un valore di manzo reale maggiore.
Vitamine e Minerali
Ne parlerò meglio dopo ma dovevo elencarli… Beh forse i minerali sono quelli meno esposti al problema, ma le vitamine no. Qual’è il problema? Beh semplice, le vitamine che sono introdotte come additivi per raggiungere i requisiti minimi, sono di tipo sintetico e non avranno mai lo stesso valore biologico delle vitamine provenienti dagli alimenti freschi. Spesso nel vedere tante vitamine riportate in etichetta i proprietari inconsci pensano sia un bene. In realtà è proprio la prova evidente della scarsezza delle materie prime o dei processi ad altissime temperature che hanno fatto disperdere le vitamine eventualmente presenti all’origine della fabbricazione.
Insomma che dire, se al proprietario medio venisse offerta più informazione sarebbe sicuramente stupito di apprendere come il marketing sfrenato abbia potuto prenderlo così facilmente in giro a discapito della salute del suo amatissimo compagno a quattro zampe.
Le ceneri
Ceneri: leggendo gli ingredienti del pacco di croccantini vi sarete chiesti: <come mai ci sono ceneri?>. Secondo i produttori di crocchette: i cani hanno un fabbisogno di circa il 2% di ceneri (i minerali non combustibili lasciati dopo la combustione del cibo) in questo 2% ci saranno tracce di minerali di calcio / fosforo di cui hanno bisogno.
Alcune campagne pubblicitarie di alcune case produttrici dichiarano che se pur dalle linee guida sull’etichettatura stabilite da AAFCO non è richiesta l’inclusione del quantitativo di cenere loro lo hanno fatto per dimostrare di avere un mangime di qualità con appena il 7% di ceneri e che pochissime altre società hanno scelto di elencarlo. La cenere al 7% o meno è l’obiettivo nella costruzione di un cibo definito di qualità, dai produttori.
Indicatore insufficiente
I produttori giustificano che il costo dell’uso di proteine di qualità più elevata, quindi con quantitativo di cenere inferiore, entra in gioco e per questo a volte il costo elevato di un tipo di crocchette giustifica una migliore qualità delle proteine utilizzate. Praticamente affermano che i croccantini di pollo con basso contenuto di cenere è costituito da carne di pollo e un po’ di ossa di accompagnamento, la “cenere” quindi indica la quantità di osso che viene macinata nella produzione del pasto. Un contenuto di ceneri basso indica un pasto di grado più elevato a causa di più proteine incluse e meno ossa.
La verità fondamentalmente non sta neppure qui. Se da un lato le ceneri sono la percentuale di sostanze inorganiche presente nel cibo, più sono presenti e meno il mangime è digeribile (per l’alto contenuto di sottoprodotti della macellazione come piume, ossa e connettivo..), dall’altro lato il quantitativo di ceneri non denota la qualità di un ingrediente proteico.
Molti considerano la cenere come la chiave per capire se una proteina di qualità superiore viene utilizzata nella produzione di un cibo per cani o gatti. Ma sulla base di quali dati?! Il calcolo del contenuto di ceneri è eseguito secondo calcoli energetici, praticamente una sottrazione tra apporto energetico del cibo meno rapporto energetico degli scarti (feci + urine)= scarti residui non “bruciati” dall’organismo.
Nè buono nè cattivo…
In America, l’amministrazione “Food and Drug” dichiara che non vi è ragione di credere che un basso contenuto di ceneri dichiarate nel pacco possa indicare una buona qualità del prodotto ed aggiunge che potrebbe essere l’esatto contrario ed essere addirittura nocivo. Valutate bene che troppa cenere può essere un impedimento, così come nel tratto gastrointestinale una sovrabbondanza di un tipo di minerale può inibire l’assorbimento di un altro, sia direttamente che legandosi con l’altro minerale.
Un bel dilemma eh?! Beh per semplificare il tutto per coloro i quali si ostinano a volerlo ritenere un termine di paragone tra marche, possiamo semplicemente dire che un contenuto superiore all’8% deve essere un campanello di allarme perché evidenzia troppi scarti presenti… Adesso, visto che non è obbligatorio inserire questo dato… trovatemi un produttore che dichiara il 10%…. 😉
Tutte queste informazioni e tante altre si possono trovare sul sito della FEDIAF, la Federazione Europea dell’Industria degli Alimenti per Animali Familiari.
Parliamo adesso di ingredienti
Facile… penserete, ed invece no! Primo di tutto sebbene la lista degli ingredienti possa dare un aiuto a capire che tipo di ingredienti vi siano, in realtà capirne la qualità è praticamente quasi impossibile e capirne le quantità ci porta a sforzi matematici complessi. In più la capacità di “mimetizzare” le porzioni ed i valori rende tutto più complicato:
- Non è regolato stabilire la quantità di ingrediente su massa secca. Quindi se troviamo la dicitura carne fresca, dobbiamo sapere che la percentuale si riferisce al prodotto prima della lavorazione, considerando che il 75% è acqua, vi sarà una riduzione notevole una volta ridotto in farina (un quarto).
- I produttori possono separare gli ingredienti elencandoli in svariate forme, camuffando l’esatto contenuto. Ad esempio, possono mettere lo stesso ingrediente sotto forma di nomi diversi solo perché la granulometria è diversa (pensate alla semola di grano ed alla farina di grano). Li possono mettere in fondo alla lista, ma se li andrete a sommare con l’ingrediente base che era all’inizio della lista il valore aumenta notevolmente.
Considerazione:
I produttori utilizzano il trucchetto di frazionare i carboidrati in varie percentuali (per esempio scrivono “farina di grano”, “crusca di grano” ecc…) in modo da non farli comparire al primo posto. Alcuni produttori hanno messo in commercio mangimi “grain free” cioè senza cereali, ma il cane fatica a digerire non solo i cereali ma i carboidrati e amidi in genere. E comunque anche se presenta la capacità data dalla amilasi pancreatica (capacità che varia in base all’abitudine, all’età ed alla razza) di digerire un certo quantitativo di amidi… questi dovrebbero essere solo in minima parte presenti. Ma un croccantino con pochi amidi non si può fabbricare…
Ingredienti (tipicamente):
Carboidrati
Mais:
Nel 1950 la percentuale di prodotti del grano utilizzati nelle crocchette aumenta drammaticamente e da allora ha continuato a regnare come l’ingrediente più comune nel cibo secco industriale. Questo fino agli ultimi mesi dove assistiamo ad una contro tendenza del marketing delle industrie indicando con la mancanza di cereali un prodotto di qualità…tendenza alquanto stupida ed infondata.
Questi cereali vengono aggiunti come riempitivi a basso costo e per legare insieme gli ingredienti della crocchetta (la crocchetta senza carboidrati si sgretola 😉 ), ma non hanno alcun valore nutrizionale per il cane, però il calcolo di proteine grezze ne risulta aumentato.
I cereali di per se non sono dannosi, ma il cane non si è evoluto per digerirli in grosse quantità.
L’amilasi salivari Vs amilasi pancreatica
L’amilasi salivare non è presente nella bocca dei cani. L’amilasi pancreatica è presente in percentuali differenti a seconda della razza e dell’adattamento del singolo alla digestione del carboidrato complesso. L’amilasi salivare, serve per la digestione preliminare dei carboidrati e questa i cani non la hanno, ma l’amilasi pancreatica si…. I carboidrati non sono da bannare nella dieta del cane, anzi se parliamo di verdure (Carboidrati semplici) esse hanno un ruolo fondamentale per l’assunzione di determinati principi nutritivi, ma un loro quantitativo accettabile è attorno al 20% / 30% (varia da caso a caso). Ma ciò che spesso è presente sono gli amidi, i legumi, i cerali tutti Carboidrati complessi ed in quantitativi enormi. A volte (spesso) sono la componente principale del prodotto ed il proprietario non se ne accorge neppure. Uno degli indicatori spesso per accorgersene è il basso costo del pacco di mangime, ma il migliore è ovviamente imparare a leggere le etichette… che è quello che stiamo facendo qui.
Come calcolare il quantitativo di carboidrati?
La percentuale di carboidrati non risulta mai indicata nei pacchi di crocchette ( per un buon motivo), ma calcolarla non è complicato, basta fare 100 – tutte le varie percentuali indicate nella tabella analitica non in quella degli ingredienti (di proteine, grassi, fibre e umidità o altre percentuali dichiarate presenti). Ad esempio: Proteine grezze 30%, grassi grezzi:17%, fibre grezze 2,5%, ceneri 8,2%. CARBOIDRATI = 100- (30+17+2,5+8,2)= 42,3%
Attenzione: non è possibile fare una crocchetta con meno del 40% di amidi (cioè carboidrati), la crocchetta si sgretolerebbe.
Essi possono causare sovrappeso e scompensi metabolici di una certa entità. Non solo i cereali non sono ben assimilati dall’intestino del cane ma molto spesso vengono utilizzati derivati degli scarti dalla lavorazione alimentare umana che possono essere contaminati da aflatossine, possibile causa di cancro al fegato e altri grossi problemi di salute.
Quando vengono alimentati con grandi quantità di mais, i bovini (che, a differenza dei cani, sono destinati a mangiare grossi quantitativi di amidi), sviluppano accumuli di acido e ulcere che possono deteriorare il rivestimento dell’intestino e questo può causare gas, gonfiore e zoppia. Il mais può divorare parte dello stomaco di una mucca, afferma Allen Williams, un ex proprietario di mangimi e specialista del bestiame presso l’Università statale del Mississippi.
Quasi tutti i cibi industriali per cani sono costituiti per la maggior parte da amidi. Questo nella lista degli ingredienti si riesce a mascherare poiché i tipi di cereali e legumi sono elencati singolarmente (a volte lo stesso legume elencato in forme diverse). Dunque è possibile inserire come primo ingrediente la farina animale anche se facendo la somma delle singole voci l’ingrediente principale è dato dai cereali misti.
Riso/Avena/Patate:
Tra le fonti di carboidrati sono sicuramente quelle migliori e più digeribili. Fonte di energia rapidamente utilizzabile. Il problema è nelle quantità utilizzate. Però un mangime che ha il 50% di patata o altro, anche non contenendo nessun cereale (Grain free), non è un mangime di qualità.
Quinoa/amaranto/grano saraceno:
Non sono cereali. La quinoa per esempio è uno pseudocereale che botanicamente si accomuna agli spinaci. Non presenta dunque glutine, ma anche se ha un buon livello proteico (14 grammi su 100gr di prodotto. Proteine vegetali, però… non il massimo) è poco digeribile per i cani in grosse quantità.
Farina di glutine di mais:
Modo economico per aumentare il contenuto proteico delle crocchette. Aiuta anche ad assorbire le tossine presenti nelle fonti di cibo contaminate che possono entrare nel cibo. (Il glutine di mais uccide le erbacce) Nel 2007 vi fu il più grande scandalo della storia mangimistica con il ritiro dal commercio (dopo la morte di migliaia di animali da compagnia) di bel quattro colossi aziendali mangimistici di mangime per cani e gatti, dopo che i loro mangimi che utilizzavano glutine di mais e proteine di riso e soia con aggiunta di melanina si scoprì usassero materie prime contaminate provenienti dalla Cina.
Proteine
Carne generico:
senza indicare la specie animale fa riferimento alla dicitura del regolamento 853/2004 Allegato 1 Punto 1: Tutte le parti commestibili (per l’uomo) degli animali compreso il sangue di animali come ovini suini, bovini, caprini, selvaggina selvatica, selvaggina da allevamento ,conigli e lepri.
Carne di….:
Questo è un ottimo indicatore di scelta. Il codice inserito nelle linee guida di etichettatura FEDIAF (che riprende dal regolamento dell’Unione Europea 767/2009) lo sancisce come: “tutte le parti di specie animale autorizzate ad eccezione di sangue, farina di carne e di ossa, frazione ossea, artigli, piume, corna, peli, denti, becchi, zoccoli, contenuto intestinale, grassi aggiunti. Almeno il 15% deve essere rappresentato da carne (buona) tessuti muscolari lisci o striati. Il resto può essere rappresentato da organi, come il cuore, il fegato, il rene, polmone, e carne della carcassa. Ricordo che un quantitativo minimo di frattaglie è auspicabile perché ottime dal punto di vista organico/biologico in termini di minerali e vitamine*. Certo solo frattaglie…no! Ad ogni modo, ricordate che il quantitativo di carne fresca è dichiarato con l’umidità dell’acqua compresa (65-75%)…
Carne disidratata:
Dà una percentuale esatta del contenuto del mangime (non è necessario eliminare l’acqua dal calcolo).
Proteina di…Trasformate:
vuol dire che non c’è carne, ma la sola proteina estratta dalla carcassa dell’animale o del pesce o dei vegetali. Nello specifico (Regolamento Comunità Europea N48 03/10/2000) sono proteine animali di categoria 3, trattate per poter essere utilizzate nei mangimi o in altri alimenti per animali, sia da compagnia che non. In questa categoria non rientrano le proteine idrolizzate, il latte ed i prodotti a base di latte, la gelatina ed il sanguigno.
- «proteine animali trasformate»: proteine animali ottenute interamente da materiali di categoria 3 e trattate, conformemente all’allegato X, capo II, sezione 1, del regolamento CE 142/2011 (incluse le farine di sangue e di pesce), in modo da renderle adatte all’utilizzazione diretta come materie prime per mangimi o a qualsiasi altra utilizzazione negli alimenti per animali, compresi quelli per animali da compagnia, o all’utilizzazione in fertilizzanti organici o ammendanti; tuttavia non comprendono i prodotti sanguigni, il latte, i prodotti a base di latte, i prodotti derivati dal latte, il colostro, i prodotti a base di colostro, i fanghi di centrifugazione o di separazione, la gelatina, le proteine idrolizzate e il fosfato bicalcico, le uova e i prodotti a base di uova, il fosfato tricalcico e il collagene;
Proteina di…Idrolizzata:
[agg. e sm. [pp. di idrolizzare]. Che ha subito l’idrolisi: idrolizzato proteico, prodotto di struttura chimica non definita, che si ottiene per digestione acida o enzimatica delle proteine] Sono proteine idrolizzate ottenute mediante calore, pressione, idrolisi chimica, microbiologica o enzimatica di proteine animali. Polipeptidi, peptidi e aminoacidi, e loro miscele, ottenuti per idrolisi di sottoprodotti di origine animale;
Immaginate che se la provenienza è dalle piume, setole, becchi, eccetera saranno scadentissime dal punto di vista biologico e prive di amminoacidi essenziali (metiotina, lisina, istidina e triptofano)
Idrolizzato di…:
Si tratterebbe di carne dalla quale è stato tolto tutto ciò che potrebbe creare intolleranze o problemi digestivi (ma non è vero). Inoltre così facendo vengono escluse anche le sostanze nutritive.Gli idrolizzati sono considerati “anallergici” perché a livello statistico hanno mostrato meno reazioni. Questo sistema è utilizzato anche per rendere edibile ciò che non lo è, come gli scarti.
Farine animali (Carne o Pesce):
Vengono prodotti dalle carcasse degli animali… Secondo il regolamento europeo, questo prodotto deve risultare esente da zampe,becchi, piume, sangue, pelo, zoccoli, corna e dal contenuto dell’apparato digerente. E’ un prodotto ottenuto dal riscaldamento, essiccamento e successiva macinazione. Non è dato sapere che tipo di parti della carcassa vengano utilizzati. Per esempio nel caso di farina di pollo l’utilizzo è dei sottoprodotti del pollame, ma senza piume.
Farina di ossa:
Ovvero tessuti disidratati comprensivi del tessuto osseo. Questa combinazione è ricca di calcio e fosforo, ma ha un valore proteico inferiore alle semplici farine di carni prive di ossa.
Carni e derivati:
Sono (secondo la direttiva della Commissione Europea 23/06/1982 e D.P.R. 31 Marzo 1988,n. 152)) “tutte le parti carnose di animali terrestri a sangue caldo, macellati, fresche o conservate mediante opportuno trattamento e tutti i prodotti e sottoprodotti provenienti dalla trasformazione del loro corpo o di parti del corpo di animali terrestri a sangue caldo”. Regolamento 1069/2009 Prodotti derivati: Prodotti ottenuti attraverso uno o più trattamenti, trasformazioni o fasi di lavorazione di sottoprodotti di origine animale. Ci può essere di tutto e sicuramente non c’è carne fresca o congelata perchè per legge andrebbe indicata in altro modo. All’interno dei derivati della carne può entrare qualsiasi parte degli animali macellati, anche le ossa, perchè è sufficiente un qualsiasi processo di trasformazione(ridurli in farina) per farli entrare a pieno diritto tra i “derivati”. Inoltre non c’è indicazione di che animale sia stato usato
Prodotti sanguigni:
Prodotti derivati dal sangue o da componenti del sangue, ad esclusione delle farine di sangue; si tratta, fra l’altro, di plasma secco/congelato/liquido, sangue intero secco, globuli rossi essiccati/congelati/liquidi o componenti o miscele di tali prodotti;
Proteine animali trasformate:
Proteine animali ottenute interamente da materiali di categoria 3 e trattate, conformemente all’allegato X, capo II, sezione 1, del presente regolamento (incluse le farine di sangue e di pesce), in modo da renderle adatte all’utilizzazione diretta come materie prime per mangimi o a qualsiasi altra utilizzazione negli alimenti per animali, compresi quelli per animali da compagnia, o all’utilizzazione in fertilizzanti organici o ammendanti; tuttavia non comprendono i prodotti sanguigni, il latte, i prodotti a base di latte, i prodotti derivati dal latte, il colostro, i prodotti a base di colostro, i fanghi di centrifugazione o di separazione, la gelatina, le proteine idrolizzate e il fosfato bicalcico, le uova e i prodotti a base di uova, il fosfato tricalcico e il collagene;
Farina di piume:
Prodotto ottenuto per essiccazione e macinazione delle piume di animali macellati; può essere idrolizzato
Farina di sangue:
Proteine animali trasformate ottenute dal trattamento termico del sangue o dei componenti del sangue conformemente all’allegato X, capo II, sezione 1;
Farina di pesce:
Proteine animali trasformate ottenute da animali acquatici diversi dai mammiferi;
Sottoprodotti apicoli:
Miele, cera d’api, pappa reale, propoli o polline non destinati al consumo umano;’
Collagene:
Prodotti a base di proteine ottenuti da pelli, ossa e tendini di animali;
Gelatina:
Proteina naturale e solubile, gelificata o non, ottenuta per idrolisi parziale del collagene prodotto a partire da ossa, pelli, tendini e nervi di animali;
Ciccioli:
Prodotto ottenuto dalla fabbricazione di sego, strutto e di altri grassi di origine animale estratti o separati per via fisica, allo stato fresco, congelato o essiccato. Se estratto con solventi, può contenere fino allo 0,1 % di esano
Grassi
Grasso animale:
Prodotto costituito da grasso di animali terrestri, compresi gli invertebrati diversi dalle specie patogene per l’uomo e per gli animali in tutti gli stadi di vita. Se estratto con solventi, può contenere fino allo 0,1 % di esano.
Grassi fusi:
Grassi derivati dalla trasformazione di:
a) sottoprodotti di origine animale; oppure
b) prodotti destinati al consumo umano che un operatore ha destinato a altri scopi;
Olio di pesce:
Olio derivato dalla trasformazione di animali acquatici o dalla trasformazione di pesce per il consumo umano che un operatore ha destinato a fini diversi dal consumo umano;
Sottoprodotto :
Facciamo un po di chiarezza (ultimamente si fa confusione su questo punto). Sotto questa categoria ritroviamo i sottoprodotti Categoria 3. Cosa sono? Cito:
- Categoria 3: sottoprodotti il cui rischio sanitario è minore o addirittura nullo, come gli scarti di macellazione che non possono essere utilizzati per la produzione di derrate alimentari destinate al mercato (grasso e ossa).
Tali prodotti possono essere utilizzati come fertilizzanti, come prodotti per scopi tecnici (es. pelli conciate, corde di strumenti musicali, vernici) o per la produzione di alimenti o prodotti da masticare per animali da compagnia (previo trattamento).
Sono quegli alimenti non destinati al consumo umano. Questo non vuol dire che tutti quelli che ricadano sotto la categoria tre sia possibile usarli per produrre mangimi. In questa categoria ricadono anche materie prime di tutto rispetto…ma anche materie prime scarse, il rischio è alto. Sotto elenco quello che è ammesso inserire come materia prima ed è usato in alimenti per animali domestici.
ATTENZIONE. L’articolo è una sorta di critica nei confronti del mangime commerciale, ma non vuole essere un cieco attacco, come ho visto accade invece su alcuni social o blog. Quando si parla di sottoprodotti di Categoria 3 c’è una specifica legislazione in merito. I sottoprodotti di origine animale non sono tutti uguali e non sono tutti utilizzati per gli stessi scopi. Dunque quando sentite qualcuno asserire che nel cibo per animali se c’è la voce sottoprodotti di origine animale sappiate che non ci si riferisce a sottoprodotti di Categoria 1. (Non ci si riferisce neppure ai derivati della carne, questa è un’altra dicitura che vediamo più sotto)
Qui di seguito ciò che è ammesso all’interno delle conserve per animali, o come: MATERIE PRIME DESTINATE UNICAMENTE ALLA FABBRICAZIONE DI ALIMENTI PER ANIMALI DA COMPAGNIA!!
I sottoprodotti di cui sopra di origine animale sono costituiti da (Estratto informazioni Certificato Sanitario come da CAPO 3 Gazzetta Ufficiale Regolamento CE 142/2011 in applicazione del (CE) n. 1069/2009):
- Carcasse e parti di animali macellati, oppure nel caso della selvaggina, corpi o parti di animali uccisi, dichiarati idonei al consumo umano in virtù della normativa dell’Unione, ma non destinati al consumo umano per motivi commerciali.
- Carcasse e parti seguenti derivanti da animali macellati in un macello e ritenuti atti al macello per il consumo umano dopo un esame ante mortem o corpi e parti seguenti di animali da selvaggina uccisi per il consumo umano nel rispetto della legislazione dell’Unione:
- i) carcasse o corpi e parti di animali respinti in quanto non idonei al consumo umano in virtù della legislazione dell’Unione, ma che non mostrano segni di malattie trasmissibili all’uomo o agli animali;
- ii) teste di pollame;
- iii) pelli, inclusi ritagli e frammenti, corna e zampe, incluse le falangi e le ossa carpiche e metacarpiche e le ossa tarsiche e metatarsiche, di animali diversi dai ruminanti;
- iv) setole di suini;
- v) piume;
- Sangue di animali che non presentavano sintomi clinici di malattie trasmissibili all’uomo o agli animali attraverso il sangue, ottenuto da animali diversi dai ruminanti, macellati in un macello dopo essere stati ritenuti atti alla macellazione per il consumo umano dopo un esame ante mortem nel rispetto della legislazione dell’Unione;
- Sottoprodotti di origine animale derivanti dalla fabbricazione di prodotti destinati al consumo umano, compresi i ciccioli, le ossa sgrassate e i fanghi da centrifuga o da separatore risultanti dalla lavorazione del latte;
- i prodotti di origine animale, o prodotti alimentari contenenti prodotti di origine animale, i quali non sono più destinati al consumo umano per motivi commerciali o a causa di problemi di fabbricazione o difetti di condizionamento o altri difetti che non presentano rischi per la salute pubblica e degli animali;
- alimenti per animali da compagnia e mangimi di origine animale o mangimi contenenti sottoprodotti si origine animale o prodotti derivati, non più destinati all’uso nei mangimi per motivi commerciali o causa di problemi di fabbricazione o difetti di confezionamento o altri difetti che non presentano rischi per la salute pubblica e degli animali;
- sangue, placenta, lana, piume, peli, corna, frammenti di zoccoli e latte crudo derivanti da animali vivi che non presentavano alcun sintomo di malattie trasmissibili all’uomo o agli animali attraverso tali prodotti;
- animali acquatici e parti di tali animali, eccetto i mammiferi marini, che non presentavano alcun sintomo di malattie trasmissibili all’uomo o agli animali;
- sottoprodotti di animali acquatici provenienti da stabilimenti o impianti che fabbricano prodotti destinati al consumo umano
- i materiali seguenti provenienti da animali che non presentavano alcun sintomo di malattie trasmissibili all’uomo agli animali attraverso tali materiali:
- i ) conchiglie e carapaci di crostacei e molluschi con tessuti molli o carni
- ii) prodotti seguenti derivati da animali terrestri:
- – Sottoprodotti dei centri di incubazione
- – Uova
- – Sottoprodotti di uova, compresi gusci d’uovo
- iii) pulcini di un giorno abbattuti per motivi commerciali
- sottoprodotti di origine animale ottenuti da invertebrati acquatici e terrestri diversi dalle specie patogene per l’uomo o per gli animali;
- materiali ottenuti da taluni animali che non sono stati trattati con talune sostanze vietate a titolo della direttiva 96/22/CE e la cui importazione è consentita in applicazione dell’articolo 35, lettera a), punto ii) del regolamento CEn 1069/2009
La lista completa nell’articolo: Mangime Per cani. Le materie Prime
Dunque, ci sono carcasse di animali che sarebbero potute finire nei banchi della carne al supermercato per il nostro consumo (umano) e tanta altra roba che… anche no! Non voglio mettere in dubbio la buona fede delle case mangimistiche, ma faccio notare però che se nel mangime troviamo parecchi vegetali, zampe e zoccoli, becchi, eccetera questi contengono una gran quantità di azoto che viene incluso nel calcolo delle proteine grezze. Quindi un mangime con alta percentuale di proteine grezze non è detto che sia buono e che il valore organolettico di tali proteine sia di qualità…
Si dice spesso che nel mangime vi siano i rifiuti delle cucine… Il regolamento CE 142/2011 in applicazione del (CE) n. 1069/2009 si applica ai rifiuti di cucina e ristorazione: i rifiuti di cucina e ristorazione possono essere trasformati e successivamente utilizzati, purché i prodotti derivati non siano utilizzati come mangime per *tali animali. Il regolamento tutela con appropriate misure prevenendo lo smaltimento accidentale di sottoprodotti di origine animale liquidi (pulizia pavimenti, pulizia macchinari di trasformazione). *Nota: tali animali si riferisce a quelli diversi dagli animali da pelliccia
Il Regolamento UE 2017/1017 riporta nel catalogo materie prime:
Residui di cucina e ristorazione:
Tutti i rifiuti alimentari contenenti materiale di origine animale, incluso l’olio da cucina usato, provenienti da ristoranti, società di catering e cucine, sia centralizzate sia domestiche
Queste ed altre informazioni sono disponibili a questo link: REGOLAMENTO (UE) N. 142/2011 DELLA COMMISSIONE
Additivi:
Vitamine:
Lo stato intrinseco delle crocchette trasformate è innaturale a causa del calore intenso che subisce per scopi di sterilizzazione. Anche se gli ingredienti originali che andavano nelle crocchette fossero stati di qualità superiore (cosa che non si verifica quasi mai), il calore uccide importanti nutrienti, inclusi amminoacidi, vitamine e enzimi alimentari. Quindi, affinché gli alimenti per animali domestici soddisfino gli standard minimi AAFCO (Association of American Feed Control Officials un’associazione volontaria di enti locali, statali e federali incaricati dalla legge di regolamentare la vendita e la distribuzione di alimenti per animali), i produttori devono aggiungere una miscela sintetica di vitamine e minerali chiamata premix, che a sua volta presenta una serie di problemi.
Il processo del calore ad alte temperature
Quindi come detto, avendo distrutto con il processo di calore praticamente quasi tutte le vitamine, gli aminoacidi ecc, ecc. Queste vanno integrate in maniera sintetica, la natura sintetica di queste premiscele rende più difficile per il corpo dell’animale domestico usarle e può stressare i reni e il fegato. Le vitamine sintetiche sono “isolate” in un laboratorio. Mancano i cofattori e trasportatori trovati in vitamine naturali. La Organic Consumers Organization lo riconosce e sottolinea che le vitamine sintetiche non sono riconosciute e utilizzate dalle cellule nello stesso modo delle loro controparti presenti in natura. La maggior parte degli alimenti per cani secchi si basa su vitamine e minerali sintetici per la nutrizione, quindi se stai somministrando crocchette, il tuo cane potrebbe non ottenere il nutrimento di cui ha bisogno per la salute.
La parte più critica
Glicole propilenico:
Il glicole propilenico è usato per mantenere l’umidità nel cibo. Uccide i globuli rossi nei gatti (e quindi uccide i gatti), quindi è vietato nei loro alimenti – forse perché è fondamentalmente un antigelo. Ma è ritenuto perfettamente sicuro per il cibo per cani perché nessuna morte è stata apertamente ancora attribuita a questo. Tuttavia nessuno ha osservato l’effetto cumulativo di mangiare piccole quantità di questa sostanza velenosa, giorno dopo giorno.. Di media gli animali nutriti con cibo commerciale hanno un’aspettativa di vita di 32 mesi inferiore a quelli nutriti diversamente.
Lo studio Belga
Ciò è quanto emerge da uno Studio Belga realizzato tra il 1998 ed il 2002: “Relazione tra benessere dei cani domestici e aspettativa di vita, un saggio statistico” che ha analizzato i dati raccolti da oltre 500 cani domestici per un periodo consecutivo di cinque anni. Un altro studio condotto a Stoccolma (Svezia) dal dottor Kollath ha dimostrato che animali in età giovanile alimentati con una dieta cotta e lavorata inizialmente sembravano esser sani, ma una volta raggiunta la maturità, hanno iniziato a invecchiare rapidamente e sviluppare sintomi di malattia degenerativa. Il gruppo di controllo che è stato allevato con una dieta (addirittura) cruda e non cotta non è invecchiato così velocemente e non ha mostrato sintomi di malattia degenerativa, rimanendo in buona salute.
Polpa di barbabietola:
come materia di carica… (guarda caso) colora di scuro gli escrementi e rimane a lungo nell’intestino, cosa che rende le feci scure e compatte segno di una digestione “sana”, anche quando non lo è. E’ solitamente il risultato degli scarti di lavorazione delle fabbriche che producono zucchero… Dunque un modo economico di migliorare le feci dei cani aumentare i valori in tabella analitica a costo di scarto da lavorazione.
L’acqua
Avete mai visto un pacco di croccantini che non citasse di mettere a disposizione del cane abbondante acqua? La sete è il prodotto della disidratazione. E non è per nulla il primo campanello di allarme. In pratica non si può fare affidamento alla sete per dire di essere disidratati, meglio guardare il colore delle urine, quello si che è un primo campanello di allarme…
La disidratazione sistemica a lungo termine può causare problemi di salute devastanti tra cui rene metabolico e malattie del fegato.
Gli alimenti secchi contengono naturalmente livelli di proteine più alti rispetto agli alimenti umidi. Questo lo potete scoprire se confrontate le analisi nutrizionali di diete secche, disidratate, in scatola e crude. I reni hanno il compito di abbattere la maggior parte delle proteine alimentari, che crea l’urea e l’azoto che circolano nel sangue. I reni filtrano anche questi prodotti di scarto che vengono escreti nelle urine, ma quando i reni non funzionano correttamente, questi livelli possono diventare elevati nel sangue. Ne consegue affaticamento di reni e fegato.
La disidratazione
Dopo aver mangiato cibo secco, un cane diventa disidratato e assetato, e quindi ha bisogno di bere acqua per riempire il liquido all’interno e intorno alle cellule. Richiede energia e tempo per riequilibrare le cellule. Ciò pone uno stress inutile sull’intero organismo. Gli alimenti freschi hanno un contenuto di umidità del 70-80%, che protegge l’omeostasi dallo stress della disidratazione. Ciò consente all’animale di mantenere l’acqua uniformemente distribuita in tutto il corpo in ogni momento, non solo a volte. Non dimenticare che l’acqua è in realtà il nutriente più importante di tutti.
Sostanze cancerogene? Davvero?! Continuiamo con gli additivi…
Coloranti alimentari:
I tre coloranti più usati, Red 40, Yellow 5 e Yellow 6, sono contaminati da cancerogeni noti … Un altro colorante, Red 3, è stato riconosciuto per anni dalla FDA americana come cancerogeno, eppure è ancora presente nella fornitura di cibo per cani.
Conservanti:
Ma lo sapevate che alcuni dei conservanti usati negli alimenti per animali domestici come l’etossichina sono vietati nel cibo umano a causa di rischi per la salute? L’idrossianisolo butilato (BHA) e l’idrossitoluene butilato (BHT) non sono neanche i migliori. Il BHA è elencato come cancerogeno noto e il BHT è stato trovato come causa di problemi al fegato e ai reni.
Metalli pesanti:
Recentemente, le notizie di alimenti per animali domestici contenenti metalli pesanti hanno colpito la cronaca. Alcuni dei metalli che si trovano negli alimenti per animali domestici includono mercurio, cadmio e condurre. La FDA deve ancora stabilire i livelli tossici di oligoelementi trovati negli alimenti per animali domestici.
Argilla:
Tra gli additivi nelle etichette a volte leggiamo la parola “argilla” tra parentesi. Cos’è? beh sicuramente non è un nutriente, ma forse serve per asciugare le feci e far credere che il cane abbia avuto una buona digestione?!
Sostanze cancerogene:
Un esempio di un composto cancerogeno trovato negli alimenti per animali domestici è l’acrilammide. Questa è una sostanza prodotta quando gli alimenti amidacei (vedi il Mais) vengono lavorati a temperature molto elevate.
Un altro è l’aflatossina. Un gruppo di agenti cancerogeni prodotti da muffe che contaminano i cereali (mais, grano, riso), noci e legumi a causa di cattive condizioni di crescita o di stoccaggio inferiore alla media. La parte spaventosa di tutto questo è che l’alta temperatura di elaborazione delle crocchette non ucciderà le aflatossine perché sono molto stabili. L’esposizione può causare anemia, insufficienza epatica o renale, cancro e morte prematura. (Il Consumer Council di Hong Kong ha eseguito test su quasi 40 alimenti popolari per animali domestici e ha scoperto che tre famosi produttori di alimenti statunitensi avevano tutti alimenti che contenevano aflatossine).

Spero di avervi fatto fare un bel po’ di chiarezza su ciò che comporta saper leggere le tabelle e le indicazioni riportate sui mangimi, lo so! E’ scioccante!
Croccantini Verità o Leggenda?
Parto con la mia Critica…
Tanti si lasciano incantare dalla leggenda del “cibo pronto sano” ed a prescindere dalla composizione delle crocchette nutrono i loro animali fino a farli ammalare e, quando poi sono malati, cambiano tipo di crocchette in un continuo susseguirsi di problematiche e cambio croccantini. Naturalmente per queste malattie spesso non viene individuata una relazione causale con l’alimentazione… La scorciatoia al sorgere dei primi problemi (dermatiti, rash cutanei, feci non formate, inappetenza, smisurata sete dovuta a disidratazione, zoppia, allergie, problemi articolari, ai reni, al fegato) spesso consigliata da chi non riscontra problemi con il proprio cane (o meglio effetti collaterali) è il semplice cambio della marca dei croccantini propagandando la loro (ma sarà stato in grado di leggerne bene l’etichetta?)..
I monoproteici… gli anallergici
Purtroppo ci troviamo di fronte spesso ad alterazioni ed incomprensioni, in alcuni casi addirittura frode. Se pensiamo che cibi etichettati monoproteici e che dunque vengono indicati per escludere determinate allergie ad una proteina, in realtà contengono (ovviamente) più proteine e dunque non sono proprio adatti ad escludere eventuali allergie o intolleranze… Se pensiamo a quegli studi che hanno rivelato la presenza di carni provenienti da animali diversi rispetto a quanto dichiarato sull’etichetta… Non sto a tediarvi con i dettagli, ma menziono tali saggi, studi ed esperimenti brevemente qui sotto:
Dei 52 prodotti alimentari per animali domestici testati, 20 erano potenzialmente etichettati erroneamente.
• Sono stati rilevati tre casi di possibile sostituzione di specie.
• Non ci sono state tendenze importanti per la sostituzione di una specie con un’altra.
• Sono necessari ulteriori studi per identificare i punti in cui si verifica l’etichetta errata.
Identification of Meat Species in Pet Foods Using a Real-time Polymerase Chain Reaction (PCR) Assay
Questo studio ha valutato quattro alimenti per cani secchi da carne di cervo disponibili presso un fornitore al dettaglio online per potenziali contaminazioni con allergeni alimentari noti comuni: soia, pollame o manzo
Tre dei quattro alimenti secchi canino di cervo da banco (OTC) senza prodotti di soia indicati nell’elenco degli ingredienti erano ELISA positivi per la soia; inoltre una dieta OTC si è rivelata positiva per le proteine di manzo senza prodotti di carne bovina elencati nell’elenco degli ingredienti. Una dieta di cervo OTC non è risultata positiva per proteine di soia, pollame o manzo. Tuttavia, nessuna delle quattro diete da carne di cervo OTC potrebbe essere considerata adatta per una sperimentazione di eliminazione diagnostica in quanto contenevano tutte proteine comuni di alimenti per animali domestici, alcune delle quali erano prontamente identificabili sull’etichetta e altre rilevate solo dall’ELISA. Pertanto, se i quattro prodotti a base di cervo OTC selezionati in questo studio sono rappresentativi dei prodotti OTC in generale, l’uso di alimenti secchi per cani da caccia a base di cervo OTC non dovrebbe essere usato durante le prove di eliminazione in pazienti con sospetta allergia alimentare
ELISA testing for common food antigens in four dry dog foods used in dietary elimination trials
RISULTATI
In nove di 10 diete da banco, è stato identificato il DNA di una o più specie animali diverse da quelle dichiarate sull’etichetta. Il DNA più frequentemente rilevato è stato derivato da manzo (n = 8) e maiale (n = 6). Due diete idrolizzate contenevano solo DNA della fonte animale dichiarata.
CONCLUSIONI E IMPORTANZA CLINICA
Le “diete proteiche singole” da banco o i prodotti a base di carne in scatola non possono essere raccomandati per la diagnosi di cani con AFR perché la contaminazione può causare il fallimento della dieta di eliminazione.
Detection of DNA from undeclared animal species in commercial elimination diets for dogs using PCR
Riflessione sui pressati a freddo
I pressati a freddo, a differenza degli estrusi, hanno un tipo di pressatura che li compone e li rende crocchette che non necessita del raggiungimento di temperature che superino i 120/140 gradi, ma restano intorno ai 90 gradi preservando più i nutrienti di vitamine e minerali che non è necessario reintegrare come additivi. Aldilà di questo, tutto il processo precedente è identico a quello degli estrusi, hanno la possibilità di avere un quantitativo minore o nullo di amidi ( utilizzando altri addensanti per mantenere i componenti uniti) a favore delle proteine, ma non è detto che sia effettivamente così. Ed anche la qualità delle materie prime non è detto che sia il top, come dicevamo. Ne parliamo in questo articolo di cui inserisco il link:
Ed i veterinari?
Perché alcuni veterinari non consigliano mai un’alimentazione casalinga, ma suggeriscono solo prodotti industriali, si chiede il già citato programma Report?
Beh i veterinari che ho consultato io sono sempre stati ben contenti di aiutarmi e consigliarmi alimenti di tipo naturale, quindi son cascato bene 😉
Penso che quel Veterinario che consiglia cibo industriale al proprietario lo faccia per questi motivi:
- Come dicevo, vi siano delle patologie che rendono più comodo l’utilizzo di determinati alimenti (e dunque non parliamo di cani sani)
- Non si fida delle capacità del proprietario di seguire una dieta naturale (sia essa barf-whole prey o casalinga cotta) bilanciata e dunque spaventato dai potenziali “danni” che una dieta mal seguita e ricca di scompensi o eccessi nutrizionali possa creare;
- In caso di indagini diagnostiche è palesemente più facile comprendere e concentrarsi sulla realizzazione dei livelli target per alcuni nutrienti (nutrienti preoccupanti) quando il cane si nutre con cibo industriale che segue dei profili con quantità minime standard sancite da AAFCO invece dei 40 e più nutrienti attualmente riconosciuti per cani e gatti (NRC, 2006) ;
- Non sia molto ferrato dal punto di vista nutrizionale e preferisca affidarsi alle composizioni che comunque per legge devono rispettare determinati requisiti nutrizionali.
- Dietro chiara richiesta del proprietario che trova “più comodo” nutrire con mangime.
Il mio consiglio? Se non avete esperienze familiari o specifiche sull’allevamento e su quale sia la giusta dieta per il vostro animale consultatevi con il vostro veterinario. Questi sarà sicuramente ben lieto di aiutarvi a stilare una dieta casalinga bilanciata, a seguirvi ed “aggiustare il tiro” in caso di scompensi creati dalla non perfetta somministrazione degli alimenti.
Se siete abituati a fare da voi potreste confrontare inserendo nel software pasto bilanciato Blogdog i quantitativi di cibo e vedere che proprietà di Vitamine e Minerali raggiungete, confrontandoli con i requisiti minimi richiesti per il peso del vostro cane. Ovviamente il calcolo immagina un pasto ideale completo giornaliero, ma sappiamo che è importante che l’equilibrio sia settimanale ad esempio, quindi potremo poi giostrare con comodità gli ingredienti combinandoli al meglio. Un pò di pratica è necessaria ovviamente.
Conclusioni
L’articolo è stato lungo ed ho omesso parecchi particolari, per non renderlo esageratamente chilometrico, ma sia nelle regolamentazioni CE che negli altri articoli sotto la voce alimentazione del menu troverete sicuramente molte altre informazioni.
https://paypal.me/Blogdog22?country.x=IT&locale.x=it_IT
Vorrei chiudere con una efficace espressione di J. Bentham:
“Crea tutta la felicità che sei in grado di creare, elimina tutta l’infelicità che sei in grado di eliminare: ogni giorno ti darà l’occasione, ti inviterà ad aggiungere qualcosa ai piaceri altrui, o a diminuire qualcosa delle loro sofferenze… ogni dispiacere che toglierai dai pensieri e sentimenti di un’altra creatura sarà sostituito da meravigliosa pace e gioia nel santuario della tua anima”.

Ciao! Sono Alessio Palleschi
La mia passione per la cinofilia, che mi segue da 40 anni, mi ha portato negli ultimi tempi a voler aiutare sempre più persone a creare un rapporto migliore con i propri cani, a gestire e far crescere il proprio cane nel migliore dei modi in completa autonomia. Esplora gli articoli, le guide e gli approfondimenti che ho pubblicato su questo Blogdog!
bell’articolo ,ma io ho uno shitzu che ha avuto problemi di insufficienza panceatica ,forse perché un anno fa faceva la dieta casalinga e probabilmente ho dato un po troppe volte le sardine .adesso è sterilizzato e non so che crocchette dare o fargli fare la casalinga ,in quanto ha le pareti della gastrite inspessite il fegato un po ingrandito ,perché ha avuto una prostatite ormonale e preso un mare di antibiotici . adesso do le gastrointestinal della virbac o brit care ,ma sono più confusa che mai su cosa dare meglio ,per lui
Buongiorno Salvatrice. Beh effettivamente la quantità di pesce azzurro, gruppo cui appartengono le sardine, non dovrebbe superare il 5% del pasto giornaliero se offerte crude, i problemi sorgono più per la presenza di “antivitamine” che per disturbi gastrici. Ad ogni modo, in casi particolari come il tuo, e in tutti i casi in cui il cane soffra di disturbi specifici, il mio consiglio è sempre quello di seguire una dieta casalinga, con il supporto di un medico veterinario specializzato nutrizionista. Se non ne conosci, su internet trovi molti siti di medici che possono consigliare una alimentazione mirata. Grazie per aver letto e condiviso!! Ti auguro di trovare la soluzione migliore!