Lo sguardo del cane. Comunicazione cinofila PARTE 3
Espressione Facciale e Sguardo
Gli occhi e la mimica facciale sono particolarmente comunicativi per noi uomini, ma lo sono anche per i nostri cani. Come dicevamo in altri articoli, vi sono forti possibilità che il cane evolvendosi accanto a noi si sia lasciato influenzare dal nostro modo di comunicare e da ciò che a noi più piace. Per fare un esempio pensiamo all’articolo che riguardava il cane che ci sorride. Ma c’è anche forse una componente umana attiva nella ricerca proprio di quegli sguardi, quegli occhioni da orsetto che amiamo tanto.
Lo sguardo del cane così tenero potrebbe essere un tratto ereditario selezionato proprio dall’uomo

La chimica nella co-evoluzione
L’evoluzione accanto all’uomo ha permesso ai nostri cani di evolvere anche delle mimiche facciali e delle segnalazioni tipiche da primati. C’è la possibilità che (anche inconsciamente) siamo andati nel tempo selezionando sempre più quelle caratteristiche che più ci stimolano lo spirito materno-paterno, lo sviluppo della famosa ossitocina (ormone dell’amore).
L’ossitocina è un ormone che sviluppiamo in maniera più o meno elevata in base a diversi stimoli sociali e biologici. Serve per invogliare le donne al parto, serve ai cani a riconoscere i membri del branco, sopprime la vigilanza sui segnali sociali minacciosi e innesca le cure parentali ed è al tempo stesso stimolata da esse.
[…]orienta il comportamento dei cani verso le aspettative positive (Kis et al., 2015) e modera il comportamento dei cani sia in affiliazione sia in interazioni minacciose (Romero et al., 2014; Nagasawa et al., 2015). […] Inoltre, l’ossitocina aumenta il comportamento affidabile e l’approccio[…] Il presente studio fornisce la prima prova che l’ossitocina può influenzare l’elaborazione visiva delle espressioni facciali emotive eterospecifiche, il che è coerente con le osservazioni che dimostrano che l’ossitocina esogena promuove i comportamenti sociali dei cani verso i partner umani.
Studio: “Nasal oxytocin treatment distorts dogs’ visual attention and emotional response to positive human facial expressions “
Relazione uomo-cane. Una privilegiata “sintonia”

E’ confermato da parecchi studi di come i livelli di ossitocina siano più alti quando un uomo guarda un cane negli occhi. Ma non aumentano solo nell’uomo, ma anche nel cane (questo è stato dimostrato non avvenga invece nei lupi con gli uomini che li avevano allevati).
E come resistere a quegli occhi da cucciolo?! Occhi da cucciolo si, perché è dimostrato che guardare il viso di un cucciolo ci scateni un grande affetto parentale… dunque aumento di ossitocina. Tratti del cucciolo che sono stati mantenuti più o meno nella selezione e nell’evoluzione che è alla base della teoria neotenica di cui già abbiamo discusso nel più completo articolo sull’evoluzione del cane e le sue differenze con il lupo.
Altra differenza con il lupo che in quell’articolo non nominavamo è quella dell’alta capacità del cane di seguire lo sguardo umano e le indicazioni dell’uomo in maniera evidente (cosa che il lupo non sa fare, ma neppure i primati o i felini). https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12725735 “A simple reason for a big difference: wolves do not look back at humans, but dogs do”
No! nessuna altra specie è in grado di capire e seguire la comunicazione umana come il cane domestico!
Gli occhi nella comunicazione
Gli occhi esprimono parecchio lo stato d’animo del cane, ma non è così semplice standardizzarne la comunicazione in una serie di posizioni.
Sappiamo benissimo che ci possono essere degli occhi socchiusi, dolci e “mielosi” di cane che si gode le coccole e l’esatto opposto di occhi socchiusi in un cane che esprime pace nei confronti di un avversario che lo intimorisce.
Ci possono essere occhi aperti di attenzione ed occhi aperti di aggressione… Standardizzare, come dicevo, non è per nulla semplice. In questi casi sarà la nostra abilità ad unire lo sguardo del cane alla visione generale di tutti gli altri segnali del suo linguaggio. E’ un tassello in più che andremo ad aggiungere per completare il quadro dell comunicazione
Volendo dare delle linee in generale potremmo dire che “di solito”:
Avremo degli occhi che saranno spalancati aperti (O1), normalmente aperti (O2) oppure socchiusi/chiusi) (O3)

- O-1 Occhi molto aperti. Aggressività-Paura
- O-2 Occhi normalmente aperti. Rilassato
- O-3 Occhi socchiusi o chiusi. Felice o sottomesso o dolorante,
Le lunette o mezza luna o occhi da balena
Gli occhi che scoprono una parte di bianco del bulbo oculare (sclera) a forma di uno spicchio di luna” (come nell’immagine) sono tipici indicatori di uno sguardo che fa a volte tenerezza perchè associato ad un’espressione “pietosa” e puntualmente ogni amante dei cani non può far altro che “sciogliersi”. Ma questo solitamente avviene quando il cane è sdraiato e guarda verso l’alto noi senza muovere il muso dal pavimento (o in frangenti simili).

Ma attenzione!! Perché vedere il bianco degli occhi di un cane potrebbe essere anche il preludio di un morso 🙂 . Però, non è che tutte le volte che si vede il bianco si può dire che il cane abbia “le lunette”, basti pensare al cane che gira velocemente lo sguardo verso qualcosa. Oppure a quelle razze che hanno gli occhi leggermente sporgenti…
Morso? Si. consideriamo che possono apparire, quando il cane fissa una cosa, una persona e volta leggermente la testa “per evitare”. Cioè, vorrebbe distogliere lo sguardo da qualcosa che lo preoccupa, ma al tempo stesso la vuole “tenere d’occhio”… Sono situazioni di timore, stress, sfiducia.

Gli occhi a mezza luna di un cane possono apparire quando vi è una fonte di stress o ansia che sta vivendo il cane. Dunque non è raro, che quei cani timorosi ed insicuri progrediscano nel loro linguaggio esprimendo poi segni di aggressività. Se c’è paura, il bianco può apparire ancora più evidente.

Ovviamente tutta la comunicazione del cane ci farà capire il significato del vedere il bianco degli occhi… ma non fissiamoci troppo. In realtà la maggior parte delle volte che vedremo le classiche “lunette” nel nostro cane saranno quelle che ci fanno stringere il cuore e venir voglia di strapazzarlo tutto e sono spesso legate alla posizione assunta dal cane. Se ad esempio lui è sdraiato con il muso tra le zampe e ci rivolge lo sguardo dal basso verso l’alto, ecco che le lunette spuntano dandogli quell’aspetto remissivo e quasi pietoso che ci fa sciogliere! Ovviamente la razza e la “fisionomia” del cane sono complici in tutto questo meccanismo.
Le pupille?
Anche la pupilla del cane (come negli uomini) reagisce allargandosi o restringendosi in base allo stato d’animo del cane. Così che in un soggetto che presenta un comportamento di esagerata aggressione troveremo una pupilla particolarmente dilatata, tanto da coprire quasi completamente l’iride (occhi neri).
Prove recenti suggeriscono che durante l’ispezione visiva di eventi emotivamente suscettibili, le pupille si dilatano in risposta all’attivazione del sistema nervoso simpatico. Quindi, il diametro della pupilla può essere usato come indice fisiologico di eccitazione emotiva
(Bradley et al., 2008)
Uno studio che esaminava l’effetto della già citata ossitocina somministrata ai cani ha utilizzato proprio il metodo delle dimensioni pupillari del cane per capire se esso fosse più interessato ad uno sguardo amichevole o al contrario ad uno sguardo minaccioso.
“Nasal Oxytocin Treatment Biases Dogs’ Visual Attention and Emotional Response toward Positive Human Facial Expressions” e cioè: “Il trattamento a base di Ossitocina distorce l’attenzione visiva dei cani e le risposte emotive nei riguardi delle espressioni facciali positive” (come il sorriso umano)
[…] abbiamo anche studiato, per la prima volta nei cani domestici, gli effetti del trattamento con ossitocina sulle modulazioni della dimensione della pupilla correlate all’attribuzione dell’attenzione
Outi Vainio Department of Equine and Small Animal Medicine, Faculty of Veterinary Medicine, University of Helsinki, Helsinki, Finland
Lo sguardo
Lo studio che ho citato ha altresì evidenziato come (ma già la comunità scientifica cinofila ne era al corrente) lo sguardo del cane si concentri molto sul volto umano e soprattutto sugli occhi della parte sinistra del volto.
Riporto la figura (che non rappresenta altro che un metro di valutazione) estrapolata dal menzionato studio che evidenzia dove si sofferma lo sguardo del cane sul nostro viso e per quanto tempo, in base agli stati d’animo suoi e nostri (Fig.1). Il cerchio rappresenta il luogo dove il cane abbia guardato; più è grosso il cerchio più lo sguardo del cane si è soffermato; le linee ed i numeri rappresentano lo spostamento degli occhi del cane in sequenza.

La Fig. 1 mostra come i 43 cani a cui era stato fatto aumentare il livello di ossitocina (OXT = Ossitocina) evitavano di guardare e di soffermarsi sullo sguardo dell’uomo minaccioso ed invece si concentravano di più su quello sorridente, rispetto a quelli (PLB) senza ossitocina estrogena somministrata (PLB= Placebo), il cui sguardo sulla faccia arrabbiata era più “irrequieto”. Da notare come l’attenzione era rivolta sempre sulla parte sinistra del volto umano…
Il cane vede la nostra “anima”.
Il volto umano lo possiamo dividere in due metà speculari, ma che non sono identiche. Vi sarà sempre una differenza tra la nostra metà destra e quella sinistra (da qui il detto mostra il profilo migliore). Basta usare un programma al computer per dividere a metà il nostro volto e poi crearne un unico con la sola parte sinistra, ovviamente ribaltata per completare la parte destra e viceversa.. avremo due volti con espressioni totalmente diverse.
Quello che forse non tutti sanno è che ciascuna delle due metà del nostro volto è controllata dalla parte opposta dell’emisfero celebrale. Ovvero: la parte destra del nostro volto è deputata ad esprimere il pensiero logico e razionale, comandata dall’emisfero sinistro. La parte sinistra del nostro volto e comandata dall’emisfero opposto, cioè destro, esprime il lato emozionale ed intuitivo.
I cani cioè “parlano” con la parte emozionale, intuitiva, animalesca che c’è in noi…
Per questo ci leggono dentro, loro bypassano i nostri discorsi filosofici e giri di parole da esperti truffatori… loro non si fanno ingannare… loro arrivano dritti all’anima!
La direzione dello sguardo
La direzione dello sguardo è molto indicativa nel capire le intenzioni di un cane.
Contestualizzando con gli altri segnali, come sempre, la direzione dello sguardo può essere diretta sull’oggetto, cane o uomo e dunque interesse attivo oppure può volutamente essere rivolta altrove distogliendo lo sguardo.
Se il cane guarda dritto negli occhi un uomo, potrebbe darsi guardi in attesa di ricevere coccole, istruzioni e attenzione, oppure potrebbe essere tutto l’opposto e dunque una minaccia. Solitamente tra animali si evita di guardarsi fissi negli occhi (con noi umani , a volte, fanno un’eccezione).
Il distogliere lo sguardo invece è un atteggiamento tipico della comunicazione canina. Immaginiamo quando per esempio siamo arrabbiati con il nostro cane e gli mostriamo il telecomando “masticato” e lui evita di guardarlo girando la testa e dunque lo sguardo da un altra parte.
Il fatto che un cane eviti di guardare una cosa, una persona, un altro cane deve essere interpretata come forma di comunicazione relativa al “ti ignoro, non sono un pericolo e non mi interessi”.
Il “non mi interessi” potrebbe anche essere la manifestazione di: “non voglio interagire con te” (o con l’oggetto) che è il messaggio che dovrebbero cogliere gli amanti dei cani quando a tutti i costi vogliono accarezzare un cane sconosciuto, ignorando il fatto che il cane forse è intimorito, spaventato, insicuro ed il forzarlo non è proprio un gesto d’amore.
Può anche essere uno stato transitorio tra una delle quattro possibilità che un cane ha di interagire ovvero (lo ripetiamo) 1) Scappo; 2) Attacco; 3) Ignoro ; 4) Mi sottometto.
Conclusioni
Insegniamo dunque ai nostri bambini a riconoscere questi segnali di comunicazione. Rendiamoli abili a riconoscere quando un cane sta comunicando di non essere pronto per essere accarezzato, di sentirsi insicuro, di non tollerare un approccio morboso e troppo fisico (non opinabile se non conosce la persona /il bambino). Rispettiamo questo suo desiderio di NON essere toccato.

Ne va della sicurezza dell’uomo e del cane. Proteggiamo i più piccoli insegnando loro a valutare lo stato mentale dei cani. Perché se è vero che la signorina amante dei cani di turno può beccarsi il morso del “Chihuahua indemoniato”, che poverino diceva chiaramente (con la SUA comunicazione) di non voler essere toccato e si è ritrovato suo malgrado a dover rendere il messaggio più chiaro e punire l’irrispettosa persona e son solo due buchini… Se un cane di 30Kg lo facesse su un bambino… capiamo bene che il danno sarà ben maggiore e non “dovremmo” colpevolizzare soltanto il cane…
Mi fermo qui con questo articolo e vi rimando al proseguimento della “soap opera” sulla comunicazione canina nel prossimo Comunicazione cinofila PARTE 4. Se vi siete persi le precedenti “puntate” ecco sotto i link 🙂

Ciao! Sono Alessio Palleschi
La mia passione per la cinofilia, che mi segue da 40 anni, mi ha portato negli ultimi tempi a voler aiutare sempre più persone a creare un rapporto migliore con i propri cani, a gestire e far crescere il proprio cane nel migliore dei modi in completa autonomia. Esplora gli articoli, le guide e gli approfondimenti che ho pubblicato su questo Blogdog!