Quando le coccole e le carezze fanno male al cane.
Il momento delle coccole è senza dubbio il più gradito per noi bipedi. Avere un cucciolone e resistere alla tentazione di strapazzarlo è davvero impossibile.

Le coccole però, per quanto possa sembrare strano, non sono sempre la soluzione a tutto. Come abbiamo già avuto modo di chiarire, la tendenza ad antropomorfizzare i nostri amici a quattro zampe ci porta a credere che pensino e vivano come noi. Che desiderino quindi le stesse cose. Molto spesso non è così.
Parlando quindi delle coccole, nello specifico questa abitudine non sempre è la soluzione ad ogni problema. Anzi, molto spesso le coccole possono rivelarsi addirittura nocive! Soprattutto parlando di educazione e di sana convivenza.
Vediamo allora nello specifico le situazioni in cui è meglio sostituire le coccole con un’altra azione, per evitare di comunicare messaggi sbagliati e impartire un’educazione scorretta.
Durante i temporali: niente coccole!
Abbiamo già parlato delle tecniche per permettere al nostro cane di superare la paura per i temporali, i fuochi d’artificio o i forti rumori. Abbiamo quindi elencato le regole da seguire per permettere di superare gli eventuali traumi, o per non farli insorgere del tutto. Una di queste è, appunto, niente coccole!

Se durante un temporale coccoliamo i nostri amici impauriti, sussurriamo parole dolci o ci mostriamo agitati, non faremo che confermare che la situazione è pericolosa. Che c’è quindi motivo per avere paura. La coccola o consolazione è rinforzo positivo. Ne consegue quindi che se il cane ha paura ed io lo coccolo, sto rinforzando l’atteggiamento e confermerò che c’è motivo di avere paura.
Al posto delle coccole, possiamo distrarre il cane con un gioco, con uno snack al quale non può resistere, facendo attenzione alle tempistiche in modo che non lo associ ad un premio (dunque nuovamente ad un rinforzo positivo). L’importante da parte nostra sarà il mantenere un atteggiamento il più tranquillo possibile, per comunicare che la situazione che sta vivendo è assolutamente normale, e non c’è quindi motivo per aver paura.
Ricordati che devi essere tu il leader del branco-famiglia! Se il capo non è in allerta, allora non c’è motivo di avere paura! Se il capo mi coccola preoccupato, allora c’è da spaventarsi!
Fuochi d’artificio e altri rumori forti.
Quanto detto nel paragrafo precedente vale ugualmente nel caso in cui il cane sia spaventato per la presenza di forti rumori o dei temuti fuochi d’artificio. Ripetiamo quindi: no coccole!
Le coccole non calmano! Se ringhia, niente coccole!

L’errore forse più comune di noi bipedi, sempre da ricollegare alla tendenza ad antropomorfizzare Fido, è quello di pensare che con le coccole il cane si calma. Non è così!
Lo ripeterò fino allo sfinimento: le coccole sono un rinforzo! Premiano, confermano che si sta facendo la cosa giusta!
Se quindi Fido è nervoso e per qualsiasi motivo comincia a ringhiare, se abbaia nervoso contro un altro cane, se ringhia (senza necessità) a qualcuno che si sta avvicinando a noi, non dobbiamo coccolarlo! Le coccole non tranquillizzano!
E’ viva nella mia memoria l’immagine di una signora che, nella sala d’attesa del veterinario dei miei cani, continuava a tenere in braccio il suo indiavolato chihuahua riempiendolo di baci. La cosa ancora più grave, è che la signora continuava a ripetere che solo con le coccole il suo cagnolino si riusciva a calmare, nonostante il chihuahua in questione non apparisse per niente calmo, anzi sempre più nervoso. La dinamica è molto più semplice, e molto più pericolosa, di quanto si possa credere. Il padrone, in questo caso la signora che coccola e bacia il suo cane che ringhia per farlo calmare, non sta facendo altro che premiarlo per il suo comportamento.

Immaginiamo se invece di un chihuahua, il cane in questione fosse stato un pastore tedesco, un rottweiler o un qualsiasi altro esemplare di taglia medio grande. Tutti i cani sono uguali in questo. Le dinamiche sono le stesse. Sarebbe superfluo dire che non esistono razze cattive. Ma è corretto dire che esistono razze che, se non educate correttamente, possono risultare più pericolose di altre.
Coccolare il cane che ringhia per farlo calmare, è un’abitudine tanto diffusa quanto pericolosa. Se il cane ringhia (e non desideriamo lo faccia), va corretto. Punto!
Evitiamo che il disagio mostrato con il ringhiare abbia un escalation che comporta stress gratuito per il nostro “cucciolo” e finisca per peggiorare ed arrivare al morso. Guardiamo qualche foto di bambini morsi in faccia dal piccolo tesorino quadrupede di casa e capiamo subito che i rischi non sono solo immaginazione e possono essere gravi. Una volta instaurato un cattivo comportamento è più difficile rimuoverlo.
Pensiamo a un bambino piccolo che, mosso dall’istinto che in giovane età predomina sul buon senso, spinga un compagnetto o mostri aggressività verso qualcuno. Non andrà calmato con abbracci e coccole, ma andrà redarguito affinchè non lo faccia più. Lo stesso vale per Fido. Spesso la mente dei cani e dei bambini molto piccoli seguono le stesse dinamiche, proprio perché entrambi i soggetti sono più inclini all’istinto che alla ragione. Tocca quindi a noi educarli!
Altre situazioni in cui le coccole vanno evitate
Oltre alle situazioni specifiche che abbiamo trattato, ci sono altri momenti in cui le coccole possono risultare dannose. Elencarli tutte risulterebbe eccessivo, ma è importante avere sempre a mente il concetto base: la coccola è un premio! La coccola non calma, non distrae, non tranquillizza. La coccola conferma, premia e gratifica.

Usiamo quindi le coccole se Fido si comporta bene, se ha eseguito un comando, se ha evitato un atteggiamento scorretto. O semplicemente se siamo noi ad aver bisogno di quell’emozione meravigliosa che solo il contatto con il nostro migliore amico può darci!

Ciao! Sono Gaia Stella Trischitta. Giornalista e cinofila appassionata! Ambientalista convinta ed eterna sognatrice. Una vita dedicata ai cani, alle loro necessità e alle loro meravigliose complessità. Da amante della natura, la rispetto in ogni sua espressione, con il perenne sogno di lasciare ai nostri figli una realtà in cui l’uomo abbia compreso l’importanza di una tale coesistenza